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Camera, rissa tra onorevoli di Fi

 

Pugni e gomitate tra Bertucci e Scaltritti, che sanguinante è stato portato al pronto soccorso. Vito sdrammatizza: "Non è successo niente". In serata la pace: "Scusateci per lo spettacolo".

di Franco Chirico

ROMA - Stamani per qualche minuto l'aula di Montecitorio s'è trasformata in un ring. A darsele di santa ragione, fino a quando i loro colleghi non sono intervenuti per dividerli, sono stati due deputati di Forza Italia: Gianluigi Scaltritti e Maurizio Bertucci.

Sono volati pugni, spinte e persino un tentativo maldestro (ma quasi efficace) di strangolamento da parte di Scaltritti ai danni di Bertucci. Poi, per fortuna, alcuni compagni di partito sono riusciti a frapporsi tra i contendenti. Solo che a quel punto c'è stato bisogno delle cure mediche. Per lo meno per Scaltritti. Il quale, nonostante possa vantare una stazza fisica abbastanza superiore a quella del rivale, è uscito dal match con un labbro sanguinante. Prontamente curato dall'infermeria della Camera.   

Sulle ragioni che hanno suscitato questa esibizione pugilistica decisamente fuori luogo per un po' si sono intrecciate parecchie ipotesi. Alimentate dalle opinioni di esponenti della maggioranza come pure dell'opposizione. Del resto a livello ufficiale veniva negato tutto in modo quasi sfacciato, nonostante le telecamere della Rai avessero impietosamente ripreso e diffuso le fasi culminanti del confronto boxistico.

Basta pensare che il capogruppo di  Forza Italia Elio Vito, interpellato sulla vicenda, ne minimizzava subito la portata quasi fino al paradosso. A chi gli chiedeva conto a caldo del confronto interno al partito a base di spinte, cazzotti e gomitate replicava infatti che "non è successo assolutamente niente", in barba ai punti di sutura appena applicati al soccombente Scarlitti. Il quale del resto si allineava alle direttive giunte dall'alto e taceva su tutta la linea (lo stesso faceva d'altronde anche Bertucci) limitandosi ad un laconico: "chiedete al capogruppo".

In ogni caso nel pomeriggio, quando riprendeva la seduta della Camera, i due esuberanti deputati decidevano di fare pubblico atto di contrizione. Prima l'uno è poi l'altro si scusavano di fronte all'assemblea per "lo spettacolo offerto al Parlamento e al Paese''. Il Presidente di turno, Publio Fiori, si compiaceva; ma non escludeva che della cosa si sarebbe comunque occupato in seguito l'ufficio di Presidenza.
Intanto però emergevano i retroscena della vicenda. Tutti da collocare nel contesto marchigiano di Forza Italia. Li infatti sono stati eletti entrambi i "boxer"; e lì Bertucci è coordinatore regionale del partito. In pratica sarebbe in atto da almeno un anno una guerra sotterranea tra correnti per la leadership locale di Forza Italia. E sarebbe senza esclusione di colpi, visto che ci sono state sospensione di alcuni dirigenti su istanza al collegio dei probiviri e contromosse che hanno sospeso l'efficacia di tali sospensioni politiche.

Oggi comunque c'è chi in Forza Italia ha cercato di dirottare le indagini, parlando assai improbabilmente di una mera questione di posti nell'emiciclo. E c'è chi ovviamente (in particolare quelli del centrosinistra) non s'è fatto sfuggire una ghiotta occasione per ironizzare. Il diessino Pierluigi Bersani ha parlato ad esempio di  "una possibile dialettica correntizia marchigiana".

(8 NOVEMBRE 2001, ORE 13:45, aggiornato alle 18:00)