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LA SCRITTURA TECNICA: alcuni suggerimenti pratici

a cura di Paolo Ferrario, www.segnalo.it


PREMESSA

Le note che qui si presentano non hanno alcun valore istituzionale e non vogliono certamente sostituire altre pubblicazioni sull'argomento (1).

Esse hanno il solo obiettivo di offrire alcuni indirizzi metodologici e indicazioni tecniche per:

- costruire un progetto di tesi;

- raccogliere i materiali di studio

- scrivere il rapporto definitivo;

- presentare in modo articolato e corretto, anche sotto il profilo  redazionale, il testo

Nella stesura si è anche fatto riferimento al testo elaborato dalla professoressa Simonetta Simoni "Guida per la scrittura della tesi"

(1) Per una rassegna bibliografica sulla scrittura tecnica si rimanda a:

LA SCRITTURA TECNICA: rassegna bibliografica


IL PROCESSO DI ELABORAZIONE  DELLA TESI

 

- argomento e informazioni connesse

 

- ordinamento delle informazioni in un testo leggibile

- scaletta preliminare (che diventerà l'indice finale)

 

- scrittura del testo

 

- scrittura della introduzione

 

- scrittura della conclusione

 

- cura formale del testo (citazioni, bibliografie)

 

- presentazione in forma orale alla commissione

 

L’ARGOMENTO DELLA TESI

§ INDIVIDUARE UN ARGOMENTO SUL QUALE SI POSSIEDONO SIGNIFICATIVE INFORMAZIONI RICAVATE DA:

- LEZIONI DEI CORSI

- ESPERIENZE DI TIROCINIO

- PARTECIPAZIONE AD ATTIVITA’ DI FORMAZIONE EXTRA-UNIVERSITARIA

- BASI BIBLIOGRAFICHE REPERIBILI

- INTERVISTE AD OPERATORI PROFESSIONALI

- ALTRE TESI ELABORATE PER IL DIPLOMA UNIVERSITARIO ED IL CORSO DI LAUREA

-  …

 

ALTRIMENTI OCCORRE

 

 

 

 

 

 

 


PECULIARITA’ DELLA COMUNICAZIONE SCRITTA

LA COMUNICAZIONE SCRITTA E’ MOLTO DIVERSA DA QUELLA ORALE.

CIO’ DIPENDE DAL FATTO CHE FRA L’AUTORE ED IL LETTORE C’E’ LA "PAGINA BIANCA", OSSIA UNO SPAZIO COMUNICATIVO CHE SI INTERPONE FRA LA SCRITTURA E LA SUCCESSIVA LETTURA.

L’AUTORE E’ SOLO DAVANTI ALLA PAGINA BIANCA. MA COSI’ SARA’ ANCHE PER IL LETTORE.

AUTORE E LETTORE SI COLLOCANO SU DIVERSI SPAZI TEMPORALI

QUESTA SITUAZIONE RELAZIONALE HA FORTI IMPLICAZIONI PRATICHE.

IN PARTICOLARE:

FRA LE IDEE,

O QUANTO DETTO ORALMENTE, OPPURE ANCORA PENSATO,

C’E’ UNO SCARTO CHE DOVRA’ ESSERE COLMATO

CON UNA CERTA (ALLA FINE PRODUTTIVA)

FATICA

PIU’ IN DETTAGLIO:

EMITTENTE E DESTINATARIO NON SONO COMPRESENTI, anzi appartengono a tempi cronologici diversi

 

§ IL CONTROLLO DELLA COMPRENSIONE DEL DESTINATARIO

§ L’AGGIUSTAMENTO IN RAPPORTO ALLE SUE REAZIONI

§ riguarda solo la DIADE MESSAGGIO-DESTINATARIO

§ è affidato all’INTERESSE DEL DESTINATARIO

§ l’emittente deve CONCENTRARE NEL MESSAGGIO gli INCENTIVI ALLA SUA FRUIZIONE (DEVE. CIOE’, INTERESSARLO ATTRAVERSO LE SUE ARGOMENTAZIONI


 

 

 

 

 

§

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


LA COSTRUZIONE DEL TESTO

I PRIMI SUGGERIMENTI METODOLOGICI POSSONO ESSERE RIPRESI DALLA RETORICA CLASSICA (1), CHE DISTINGUE FRA:

 

§ INVENTIO

§ "trovare cosa dire"

§ OSSIA CIO’ CHE RIUSCIAMO A TROVARE IN MERITO AD UN CERTO ARGOMENTO

§ SI TRATTA DI UNA FASE DI ESPLORAZIONE DI TUTTE LE IDEE, INFORMAZIONI, DATI, ARGOMENTAZIONI, PUNTI DI ATTENZIONE CHE HANNO UN RAPPORTO CON IL TEMA DA TRATTARE

 

§ DISPOSITIO

§ "mettere in ordine quello che si è trovato"

§ CONSISTE NEL DISPORRE I MATERIALI SECONDO LE INTENZIONI DI COMUNICAZIONE CHE L’AUTORE SCEGLIE

§ E’ UNA FASE DI ORDINE E DI ORGANIZZAZIONE

§ PUO’ ESSERE FACILITATA STRUTTURANDO UNA "MAPPA COGNITIVA", O "MAPPA MENTALE", E UNA PROVVISORIA SCALETTA DEL TESTO

 

§ ELOCUTIO

§ "aggiungere l’ornamento delle figure"

§ CONSISTE NELLA ESPOSIZIONE DELLE IDEE

§ E’ CARATTERIZZATA DAL MODO DI ESPRIMERSI: CORRETTEZZA, CHIAREZZA,

§ OGNUNO ORGANIZZA IL SUO TESTO NEL MODO CHE GLI E’ PIU’ CONGENIALE

§ QUI CONTA ANCHE LO STILE (RICCHEZZA DEL LINGUAGGIO, APPROPRIATEZZA TERMINOLOGICA, SCANSIONE DEI CONCETTI; USO DI GRAFICI ED IMMAGINI A SUPPORTO DEL TESTO SCRITTO

 

(1) In proposito si veda: Barthes Roland, La retorica antica, Bompiani, Milano 1993

 

Una citazione opportuna sul tema:

La prima [regola] era di non accogliere mai nulla per vero che non conoscessi essere tale con evidenza […]

La seconda era di dividere ogni problema preso a studiare in tante parti minori [ … ]

La terza, di condurre con ordine i miei pensieri

 

Cartesio (Renè Descartes), Discorso sul metodo – Parte II

 


OPERAZIONI PRAGMATICHE PER REALIZZARE UN TESTO

 

§ RACCOGLIERE APPUNTI, CITAZIONI, RIFERIMENTI, IDEE, MATERIALI INFORMATIVI:

§ LIBRI PROPOSTI NELLE BIBLIOGRAFIE DEI CORSI

§ LIBRI, SAGGI ED ARTICOLI REPERITI DA BASI BIBLIOGRAFICHE

§ DOCUMENTI: NORMATIVE; ATTI AMMINISTRATIVI, PROGETTI

 

 

§ ORDINARE I MATERIALI INFORMATIVI DI BASE ALL’INTERNO DEI PROPRI SCHEMI DI LAVORO:

§ LA MAPPA DELLE IDEE

§ LA SCALETTA

 

§ SCRIVERE IL TESTO:

§ COMINCIARE A SCRIVERE GIA’ DURANTE LA FASE DI RACCOLTA DEI MATERIALI INFORMATIVI

§ ORGANIZZARE GLI ESEMPI, LE CITAZIONI ED I RIFERIMENTI IN FUNZIONE DELLE PROPRIE ARGOMENTAZONI (1)

§ CURARE LA REDAZIONE FINALE DEL TESTO SOTTO IL PROFILO DELL’IMMAGINE FINALE

 

(1) Sulla scrittura argomentativa si consiglia il magistrale libro": Pennavaja Cristina, Il gioco dell’argomentare, FrancoAngeli, Milano 1997.


LA SCHEDATURA DEI TESTI

 STRUMENTI:

 

 

 

 

VERBI O UN SOSTANTIVI MOLTO ESPRESSIVI, ESTRATTI DAL TESTO, CAPACI DI RICHIAMARE L'ESSENZA DI UN CONCETTO E SOLO QUELLO

QUALCHE ATTENZIONE:

LE PAROLE CHIAVE CI DICONO MOLTO SULLA QUANTITÀ DELLE INFORMAZIONI DA MEMORIZZARE PIÙ CHE SULLA LORO QUALITÀ

NON COLGONO GLI ARGOMENTI PRINCIPALI RISPETTO A QUELLI SECONDARI, IN QUANTO SEGUONO SEMPLICEMENTE L'ANDAMENTO DEL TESTO

 

  • RICERCA DELLE "PAROLE CONCETTO":

SONO GRUPPI DI PAROLE, CREATE DAL LETTORE, CHE GLI PERMETTONO DI RICORDARE I CONCETTI PIÙ IMPORTANTI.

ESSE SONO PROPRIO IL FRUTTO DELL'ELABORAZIONE DEL LETTORE E PERMETTONO DI FARE DEL TESTO UN'ANALISI QUALITATIVA PIÙ CHE QUANTITATIVA

PERMETTONO DI LAVORARE SULLA REALE COMPRENSIONE DEL TESTO.

 


LE MAPPE MENTALI

NELLO STUDIO E NELLA SCRITTURA È NECESSARIO INDIVIDUARE LA STRUTTURA CONCETTUALE DELL'ARGOMENTO TRATTATO.PER QUESTO È CONSIGLIATA LA COSTRUZIONE DI MAPPE MENTALI (O MAPPE COGNITIVE) (1):

 

 

LA MAPPA MENTALE HA IL VANTAGGIO DI PERMETTERE DI AVERE BEN CHIARA LA STRUTTURA DEL TESTO E LA GERARCHIA DEI CONCETTI

 

 

ESSENDO STRUTTURATA COME UNA VERA E PROPRIA MAPPA, È POSSIBILE IN QUALUNQUE MOMENTO MODIFICARNE UNA PARTE SENZA PER QUESTO DOVERLA RICOSTRUIRE INTERAMENTE

 

INOLTRE È IMPORTANTE AVERE PRESENTE LA MAPPA MENTALE CHE CI SI È COSTRUITI, PERCHÉ È FACILE CHE, RIMANENDO IMPRESSA IN NOI LA STRUTTURA, AUTOMATICAMENTE SARÀ FACILE RICORDARE LE LINEE DI PENSIERO IN ESSA CONTENUTE

 

 

(1) In proposito si veda: Buzan Tony, Usiamo la testa, Frassinelli, Milano 1982

 


 

LE MAPPE MENTALI SONO UNO STRUMENTO PER

PASSARE DA UN ELENCO, ANCHE DISORDINATO, DI INFORMAZIONI ED IDEE

ALLO SVILUPPO DI ASSOCIAZIONI MENTALI,

CIOE’ IDEE CHE SI SVILUPPANO ED ARTICOLANO ATTORNO AD UN CENTRO

 

 

 

 

 

 

 

RAGGRUPPANDO GLI ELEMENTI RACCOLTI E PENSATI IN SOTTO-INSIEMI OMOGENEI

E COSTRUENDO SCHEMI GRAFICI CHE EVIDENZIANO I RAPPORTI FRA I VARI ELEMENTI

 

 


LA PRODUZIONE DEL TESTO: UN PERCORSO

 

          la LISTA DELLE IDEE

      PAROLE-CHIAVE

      TESTI BREVI

      DATI, IPOTESI, OSSERVAZIONI ...

 

          la MAPPA DELLE ASSOCIAZIONI

  

 

 

      COLLEGAMENTI LOGICI

      ASSOCIAZIONE DI INFORMAZIONI UTILI

      ARTICOLAZIONE DELLE ASSOCIAZIONI

 

lasciare andare il FLUSSO DELLA SCRITTURA

FRASI E PERIODI COMPLETI


 

ESEMPI DI MAPPE 


 


 


 

 


BIBLIOGRAFIA SULLE MAPPE MENTALI

- BUZAN TONY (1986), USIAMO LA TESTA, FRASSINELLI, , p. 200

- BUZAN TONY (1987), USIAMO LA MEMORIA, FRASSINELLI, , p. 200

- CODARA LINO (cur.) (1998), MAPPE COGNITIVE uno strumento di analisi per la ricerca sociale e per

l'intervento organizzativo, CAROCCI EDITORE, ROMA, p. 211

- NOVAK J.D., GOWIN D.B. (2001), IMPARANDO AD IMPARARE, SOCIETA' EDITRICE INTERNAZIONALE,

, p. 196

- NOVAK JOSEPH (2001), APPRENDIMENTO SIGNIFICATIVO. LE MAPPE CONCETTUALI PER CREARE E

USARE LA CONOSCENZA, ERICKSON, , p.

- POLITO MARIO (2002), COSTRUIRE MAPPE COGNITIVE, in INTELLIGENZA. COME DARE LA FORMA

MIGLIORE ALLA PROPRIA MENTE, EDITORI RIUNITI, , p. 135-165

- POLITO MARIO (1993), GUIDA ALLO STUDIO: LE TECNICHE, MUZZIO, PADOVA, p. 191

- ROMAINVILLE MARC, GENTILE CONCETTA (1990), DES METHODES POUR APPRENDRE, LES

EDITIONS D'ORGANISATION UNIVERSITE', , p. 156

- SERAFINI MARIA TERESA (1989), COME SI STUDIA, BOMPIANI, MILANO, p. 340


LA SCALETTA

La  scalette consente di indirizzare la  raccolta delle informazioni e la successiva scrittura del testo.

Per riuscire a padroneggiare la massa di materiali informativi, inizialmente molto frammentati, che si raccolgono in occasione della stesura della tesi è indispensabile costruire fin dall'inizio una scaletta (da intendersi come una "traccia dei punti da trattare") che potrà coincidere, anche se non necessariamente, con l'indice finale.

Lo scopo di questo strumento è di ordinare in modo sistematico tutte le operazioni di ricerca, studio ed elaborazione.

Non occorre preoccuparsi, almeno inizialmente, che questo "percorso" sia perfetto: esso potrà essere cambiato, arricchito, perfezionato man mano che l'analisi procede ed il quadri interpretativo del fenomeno analizzato si perfeziona ed approfondisce.

Umberto Eco sostiene che "una delle prime cose da fare per cominciare a lavorare su una tesi di laurea è scrivere il titolo, l'introduzione e l'indice finale".

Anche se questo suggerimento può apparire paradossale (e forse non è da prendere alla lettera) non c'è dubbio che "fissare il centro del lavoro" aiuta a definire l'ambito della tesi.

La cosa più importante della scaletta è la sua struttura logica.

A tale proposito gli elementi fondamentali sono i seguenti:

-         le conoscenze scientifico-culturali che già esistono sul problema e la sua collocazione in un quadro sistematico

-         una sequenza logica e coerente

-         la cura delle connessioni fra le parti

Qualunque sia la forma utilizzata per scrivere la scaletta (una forma grafica attraverso le “mappe” o una forma “per punti di attenzione”) , sarà utile tenerla sempre ben presente, per prendere appunti riferendosi ad essa o per modificare la struttura della sequenza degli argomenti o per rimaneggiare l'intero schema.


in sintesi, LA SCALETTA

 

§ HA UNA FORMA SEQUENZIALE APERTA

 

 

§ E’ COSTITUITA DA PUNTI E SOTTO-PUNTI

 

 

§ PUO ORIGINARE DA UNA MAPPA, QUANDO SI HANNO LE IDEE PIU’ CHIARE SULLA SEQUENZA DA DARE AL TESTO

 

 

§ COSTITUISCE QUASI UN PRE - INDICE DEL TESTO

 

 

§ PREFIGURA IL PERCORSO DI SCRITTURA

 

 

§ CONVIENE TENERLA SEMPRE PRESENTE PER RICERCARE

 

§ COERENZE

 

§ CONNESSIONI

 

§ SPUNTI DI ULTERIORE RICERCA

 

 

§ E’ OPPORTUNO MODIFICARLA ED ADATTARLA

 

 

§ ALLA FINE DELLA SCRITTURA DEL TESTO ANDRA’ A COINCIDERE CON IL SUO INDICE

 


STUDIO DELLA LETTERATURA

Dopo aver individuato l’oggetto della tesi, sarà indispensabile iniziare lo studio di una prima lista di libri od eventuali articoli.

Su queste base sarà possibile costruire una più analitica bibliografia che “insegue” il tema studiato.

 Le fonti per lo studio sono varie:

 a) i Piani didattici dei corsi

E’ molto utile e razionale utilizzare il più possibile i materiali formativi utilizzati nelle lezioni seguite durante i vari corsi didattici e formativi

Il materiale didattico dei corsi ha il vantaggio di riportare l’attenzione su conoscenze in parte già possedute. E questo favorisce una nuova  produzione di informazioni, concetti, idee all'interno di un quadro nuovo e creato dallo stesso studente che sta elaborando la sua tesi..

 b) riviste

E’ essenziale consultare le più significative riviste (generali e specifiche) nel settore dei servizi e delle politiche sociali.

Nella Regione Veneto, probabilmente, la biblioteca specialistica più fornita è quella dela Fondazione Zancan di Padova. A Milano è quella della Scuola regionale Operatori sociali del Comune di Milano.

Il sito www.segnalo.it tiene aggiornato un archivio bibliografico di saggi ed articoli  in tema dei politica dei servizi sociali

 c) Libri

 d) Documentazione legislativa ed amministrativa

 


PRIMA SCRITTURA

 

La scaletta aiuta a raccogliere in modo articolato le fonti teoriche e pratiche della tesi. Nello stesso tempo essa consente di passare alla fase di scrittura anche in tempi contemporanei alla ricognizione preliminare.

Il suggerimento pratico per quanto riguarda questo passaggio è infatti quello di cominciare subito a scrivere, anche se in modo che può apparire inizialmente frammentato.

In particolare occorre prendere appunti, raccogliere idee, cominciare ad elaborare le informazioni sulla base dei punti della scaletta.

Questo lavoro può essere fatto in vari modi:

- attribuendo una denominazione corrispondente ad un particolare argomento della scaletta ai vari fogli degli appunti (es.psichiatria / leggi; handicap / problemi; consultori  /ricerca; minori / dati demografici; ecc.)

- collezionando le varie fonti informative in varie cartellette anch'esse corrispondenti agli argomenti della scaletta.

E' dunque assolutamente sconsigliabile prendere appunti in modo disordinato e non mirato: è ciò che avviene, ad esempio, quando si usa un medesimo quaderno (o ancora peggio l'agenda giornaliera) per appuntare argomenti o materie diverse. In tal caso la dispersione delle informazioni è massima.

Il lavoro di studio, schedatura e scrittura di appunti si rivelerà prezioso nella stesura finale, in quanto tutti questi frammenti scritti ma  "mirati", costituiti da frasi, citazioni, idee saranno la base informativa da collegare in modo stringente attraverso i fili conduttori della tesi.

Infatti è evidente che sarà indispensabile far convergere la varia mole di materiali raccolti sull'oggetto scelto.

Sotto il profilo del metodo non vi è alcuna differenza anche per quanto riguarda la parte pratico-operativa.

Infatti qui è essenziale far risaltare la specificità ed il carattere concreto della situazione scelta (un servizio, una ricerca, una analisi dei ruoli lavorativi, ecc.).

Preziosi saranno pertanto l'osservazione e la partecipazione che in ordine al tema sarà stato possibile mettere in atto. Se erano già state elaborate delle griglie di analisi o realizzati dei rapporti scritti sull'argomento questo è il momento per rielaborarli attorno al centro della propria tesi, collegando continuamente esperienza pratica e riflessione teorica.

 


 

REGOLE PER L’USO DELLE LETTERE MAIUSCOLE NEI TESTI

 

NOMI DI ORGANIZZAZIONI E ISTITUZIONI

§ Stati e loro enti supremi

Denominazioni proprie di uno stato e dei suoi enti supremi si scrivono con iniziali maiuscole. Gli stessi termini usati in senso generale e gli aggettivi da essi derivati si scrivono normalmente con iniziali minuscole:

lo Stato; statale

la Nazione; nazionale

il Paese; i paesi europei

la Repubblica Italiana, la Repubblica; repubblicano, repubblica (come forma di

governo) la Costituzione; costituzionale

il Parlamento; parlamentare

il Governo; governativo, i governi occidentali, il governo Amato

Le indicazioni del paragrafo precedente si applicano anche ai nomi di stati ed enti stranieri

la Repubblica Democratica Tedesca; il Congresso (USA); la Camera dei Lord il Bundestag

§ Organi governativi, giuridici e amministrativi

Le denominazioni ufficiali di organi governativi, giuridici e amministrativi di uno stato si scrivono con iniziali maiuscole:

il Consiglio dei Ministri

il Ministero della Difesa

il Consiglio Superiore della Magistratura

la Corte di Cassazione

la Procura della Repubblica

la Regione Piemonte, la Regione

il Comune di Napoli, il Comune, il Consiglio Comunale

Denominazioni generiche o convenzionali di uso corrente si scrivono normalmente con iniziali minuscole:

la polizia

la magistratura

il tribunale minorile

le poste

il fisco

le regioni

 

SIGLE ED ABBREVAZIONI

E’ preferibile usare poche abbreviazioni. Per esempio è preferibile scrivere legge invece di l. o L. , comma invece di c., vedi invece di v. .

 

da: LESINA R. (1998), Il manuale di stile, Zanichelli, Bologna

 


BIBLIOGRAFIE

Per orientamenti bibliografici selezionati  in materia di "Politiche sociali applicate ai servizi sociali" si può vedere:

 

 


LE CITAZIONI BIBLIOGRAFICHE

 

La tecnica delle citazioni bibliografiche rappresenta materia opinabile e variabile in rapporto alle epoche ed alle discipline.

Si può, tuttavia, convenire sul fatto che una citazione bibliografica mira a:

• dare il maggiore numero di dati essenziali sulla fonte utilizzata (libro, articolo, saggio, documento)

• consentire al lettore di ritrovare facilmente la stessa fonte in libreria o in biblioteca.

Le regole che vengono ora indicate tendono a soddisfare questi fini. 

Occorre evitare le citazioni incomplete ed anche adottare tecniche mutevoli da una pagina all'altra.

1. LIBRI

Occorre registrare queste indicazioni: autore, titolo (in corsivo o sottolineato), città e nome dell'editore, anno di edizione, numero di pagine

Esempi:

Mutti Antonio, // buon vicino - rapporti di vicinato nella metropoli, Bologna, II Mulino, 1992, p.. 132 ISPES, Rapporto Italia '91, Roma, Vallecchi, 1991, p..767

D'Incerti Dario, Santoro Massimiliano, Varchetta Giuseppe, Schermi di formazione: i grandi temi delle risorse umane attraverso il cinema, Guerini e Associati, Milano, 2000, p. 252

Truini Dario, Gli strumenti del pensiero, Milano, Angeli, 1991, p. 39-55

Regione Lombardia - Dipartimento Sanità e Dipartimento Famiglia, Piano socio-sanitario regionale 2002 - 2004, Milano, 2001 p.194

 

2. CONTRIBUTI PUBBLICATI SU LIBRI COLLETTIVI

Occorre registrare: autore, titolo del contributo (fra virgolette), titolo dell'opera (in corsivo), eventuale curatore, città e nome dell'editore, anno di edizione, pagina o pagine contenenti il contributo

Esempi:

Sparacio Delaude R., "L'operatore in un contesto determinato: l'ausiliario socio-assistenziale in Lombardia", II processo di aiuto domiciliare a cura di Tramma S., Milano, Unicopli, 1991, p. 9-14 Bianchi M., "Lavoro di servizio, lavoro familiare, lavoro di cura", Tempi di vita a cura di Balbo L., Milano, Feltrinelli, 1991, p. 80-83

 

3. SAGGI ED ARTICOLI PUBBLICATI SU RIVISTE 

Occorre registrare: autore, titolo dell'articolo (fra virgolette), titolo della rivista (in corsivo o sottolineato), luogo di pubblicazione, numero, data, pagine

Esempi:

Selleri G., "I diritti degli handicappati", Prospettive sociali e sanitarie, Milano, n. 5 1992, p. 1- 2 Giordano A. "L'immigrazione extracomunitaria in Italia, Skill - Enaip Lombardia, Milano, n. 4 1991, p. 47-58

 

4. INDICAZIONE DEGLI AUTORI

Due autori: si indicano entrambi. Quando sono più dì due si possono indicare tutti, nell'ordine in cui compaiono in frontespizio, oppure solo il primo facendo seguire la dicitura e altri". Occorre evitare, per quanto possibile, la dicitura AA.VV. (=autori vari). Per i volumi tratti da convegni si può omettere la dicitura e scrivere direttamente il titolo dell'opera.

Curatore: può essere trattato come autore se il suo nome compare in modo evidente sul frontespizio.

Quando un’organizzazione (ente, azienda, associazione, ecc.) emette come tale un testo, assumendosene la responsabilità, essa può essere considerata come autore dello scritto.

 


CRITERI REDAZIONALI


La presentazione in forma orale alla commissione

La tesi dovrà essere presentata in forma orale ad una commissione di docenti (spesso a loro volta relatori di altre tesi)

Una strategia comunicativa utile può essere quella di tenere conto dei seguenti elementi:

Per questa fase finale conviene utilizzare l'introduzione alla tesi.

Quest'ultima potrà essere scritta alla conclusione del lavoro di scrittura e contenere una presentazione mirata dell'intero testo