Home page

Formazione Biblioteca e Cineteca Politiche e Leggi  Tracce e Sentieri

torna a Anni abbastanza crudeli

L´INTERVISTA
Il politologo: "Una presa in giro le modifiche del ministro sul conflitto d´interessi"
Sartori boccia la Frattini-bis
"È sempre una legge truffa"
il presidente L´opposizione la deve rifiutare in blocco, Ciampi non dovrebbe promulgarla
SILVIO BUZZANCA

da Repubblica - 11 aprile 2002


ROMA - La nuova proposta Frattini è una «rifrittura, una legge inaccettabile che il presidente Ciampi non deve avallare». Giovanni Sartori ha letto i giornali italiani a New York e dalle notizie sul conflitto di interessi ha ricavato l´impressione che tutti gli sforzi del ministro della Funzione pubblica non vogliono produrre una buona legge, ma mirano solo e soltanto a «trarre d´impaccio» il presidente della Repubblica
Professor Sartori, come giudica la Frattini bis?
«Una legge truffa è una legge truffa. In prima istanza Frattini l´ha imposta a muso duro. Adesso, sollecitato dal capo dello Stato, cerca di venderla con un guanto di velluto, rimettendo in pista nani e ballerine. Ma una legge sul conflitto di interessi che non riconosce, in premessa, che il problema è di incompatibilità è una legge che non solo non risolve, ma nemmeno affronta il problema. Chiedere che la Frattini venga migliorata è una presa in giro».
Frattini sostiene che obbligare Berlusconi a vendere non risolverebbe nulla. Dove dovrebbe investire quella massa di denaro senza creare altro conflitti, chiede il ministro.
«Invece risolve tutto se si fa cosa fare e come fare. In primo luogo il metodo è l´offerta pubblica di vendita. Non lo penalizza e ha funzionato benissimo per pacchetti altrettanto importanti di alienazione dei beni dello Stato. Dopodiché non è che Berlusconi si intasca i soldi e poi li rinveste lui. Il ricavato della vendita deve andare in un blind trust. La persona incaricata di investire, anche se si tratta di 15 milioni di euro, potrebbe farlo sul mercato americano. Là quella somma sarebbe solo una goccia nel mare. Berlusconi mantiene tutti i suoi soldi, non ricrea nessun conflitto di interessi e se li riprende quando lascia gli incarichi pubblici».
Obiezione: costringere a vendere sarebbe contrario all´articolo 51 della Costituzione...
«Quell´articolo dice: "Tutti i cittadini possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizione di eguaglianza secondo i requisiti stabiliti dalla legge". Dunque è la legge che deve disciplinare l´esercizio di questi diritti ed è questo quello che deve fare la legge sul conflitto di interessi: determinare i casi in cui l´elettorato passivo è precluso da una incompatibilità. Questo richiamo alla Costituzione è pretestuoso e infondato. Se fosse fondato in Italia sarebbe incostituzionale tutta la normativa antitrust».
Frattini riconosce però che esistono conflitti dal basso e prevede le sanzioni della par condicio per le imprese che "aiutano" il proprietario-politico...
«Queste proposte sono tutte pecette. Foglie di fico che non devono essere nemmeno prese in considerazione. È una legge inaccettabile. L´opposizione la deve rifiutare in blocco, non deve fornire alibi a nessuno. Neanche al capo dello Stato».
In che senso?
«Nel senso che queste modifiche sono un´"operazione salvafaccia" sollecitata dal Quirinale. Al presidente Ciampi la legge Frattini in versione originale, senza neanche foglie di fico, andava già benissimo. Lo ha dimostrato firmando l´autorizzazione a presentarla alle Camere. L´articolo 87 della Costituzione gli consentiva di negare quella autorizzazione. Invece il presidente l´ha firmata. E questa è, secondo me, la chiave di decifrazione di tutta la vicenda».
Cosa vuol dire professore?
«Voglio dire che il presidente Ciampi vuol vivere tranquillo, mentre il conflitto di interessi di Berlusconi gli crea invece una grossissima grana. In prima battuta Ciampi ha ritenuto di uscirne facendo finta di non vedere e di non capire. Ma l´indignazione, inclusa quella del mondo, lo ha messo in difficoltà. Il presidente ha capito che non poteva continuare a far finta di niente e così è entrato in agitazione per procurarsi un alibi».