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Ciampi ha firmato la legge Cirami
L’Anm: dubbi di costituzionalità

 

dal Corriere - 8 novembre 2002


ROMA - Il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ha promulgato la cosiddetta legge Cirami, che introduce il «legittimo sospetto» fra le cause di spostamento di un processo da una sede giudiziaria a un’altra. Oggi la legge sarà pubblicata nella Gazzetta Ufficiale , domani entrerà in vigore, secondo quanto stabilisce l’articolo 6 della stessa legge, che riduce l’ordinario periodo di vacatio legis da 15 giorni a 24 ore. La firma di Ciampi era scontata, anche alla luce dell’incessante e informale lavorio di correzione del testo che il Quirinale ha condotto nelle ultime settimane. Un’attenzione che non ha comunque smorzato le critiche a un testo di legge che per l’opposizione è stato varato «ad personam», ovvero per condizionare le vicende giudiziarie del premier Silvio Berlusconi.
È «apprezzabile» che la legge sia stata modificata «anche alla luce delle osservazioni mosse dal Quirinale», attraverso «la correzione degli aspetti di evidente incostituzionalità, ma resta una cattiva legge», dichiara il vicepresidente dell'Associazione nazionale magistrati Pietro Martello: «È una legge - spiega Martello - che non aumenta le garanzie e accresce l’incertezza giuridica. Senza contare il rischio che sia usata per allungare i tempi dei processi con istanze pretestuose. Stando alla dottrina restano dei profili di incostituzionalità».
Dubbi di costituzionalità che nonostante le «correzioni» del Quirinale sono molto forti per l’intera Anm. La giunta dell’associazione reagisce così alla notizia della firma di Ciampi: «Da oggi non vi è più garanzia, ma solo più incertezza giuridica. Entra in vigore una legge contraddittoria e oscura in diversi passaggi di difficile interpretazione, di dubbia costituzionalità sotto diversi profili». Valutazioni critiche che arrivano anche dal Csm, il Consiglio superiore della magistratura: la promulgazione - secondo il laico Ds Luigi Berlinguer - era «un atto scontato», meno scontato è il futuro della legge: «Spetta alle diverse giurisdizioni valutarne ora l’eventuale illegittimità costituzionale».
Esprime delusione invece il movimento dei girotondi: «Siamo amareggiati e colpiti come cittadini comuni - dichiara Marina Astrologo, fra le animatrici dei "girotondini" -. Il presidente voleva evitare conflitti istituzionali con il Parlamento, ma così si è chiusa una porta in faccia a tanti cittadini. Resta il fatto che non c’è più un italiano che non si rende conto per quali finalità questa legge è stata approvata così in fretta. Una legge che è l’ultimo e il peggiore dei mali che questa maggioranza fa al Paese».
Intervengono anche due ex presidenti della Repubblica. Oscar Luigi Scalfaro per ribadire che la legge «è stata fatta con una spinta marcata per un interesse personale». Francesco Cossiga, con una interpellanza rivolta al premier Berlusconi, per chiedere se è vero che c’è stata «una continua e impropria trattativa» tra governo e Quirinale, attraverso la quale la Presidenza della Repubblica, «interferendo nel processo legislativo in modo incostituzionale, ha imposto modifiche». Cossiga ricorda che «il capo dello Stato non è più il re» e non ha «il potere di sanzionare le leggi».
Ieri infine è stato lo stesso presidente della Corte Costituzionale a commentare l’inizio dell’esame del ricorso presentato dai difensori di Berlusconi. Oggetto, che ora non ha più attualità giuridica, il presunto «buco» del Codice di procedura penale sul legittimo sospetto. Cesare Ruperto ha confermato che la Corte restituirà gli atti alla Cassazione, e sarà quest’ultima a verificare se l’istanza mantiene rilevanza. Esclusa invece l’ipotesi che la Consulta possa sollevare d’ufficio una questione di incostituzionalità sulla legge Cirami.

Marco Galluzzo


Oggi a Milano riprende il processo Imi-Sir Lodo Mondadori: probabile la sospensione
Ciampi firma la Cirami
La Consulta pronta a bocciare la Cassazione
LIANA MILELLA

da Repubblica - 8 novembre 2002

ROMA - Da ieri la Cirami è legge a tutti gli effetti. Il capo dello Stato l´ha sottoscritta e oggi il testo sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Da domani, nei tribunali d´Italia, chi vorrà potrà dubitare dell´imparzialità dei giudici e sfruttare il principio del legittimo sospetto. Nelle stesse ore in cui Carlo Azeglio Ciampi firmava la legge, nel palazzo della Consulta - che dista solo pochi metri dal Quirinale - i 15 giudici chiudevano la discussione segreta sul dubbio di costituzionalità sollevato dalle difese di Berlusconi e Previti, e fatto proprio dalla Cassazione. Che, alla fine di giugno, aveva posto il problema se l´assenza del legittimo sospetto nel codice di procedura penale non fosse frutto di un´inadempienza del governo rispetto alla volontà del Parlamento che l´aveva invece previsto.
Dopo due giorni di conclave e una discussione accalorata, i 15 hanno deciso di rimandare le carte alla Suprema corte e hanno definito il quesito inammissibile. La Cirami stavolta non c´entra nulla: secondo la Consulta, il quesito della Cassazione sarebbe stato motivato in modo insufficiente. Le Sezioni unite non avrebbero spiegato concretamente perché è "rilevante" il dubbio di costituzionalità ai fini del processo. Secondo l´espressione tecnica usata alla Corte, ci sarebbe una inammissibilità per difetto di "rilevanza".
Questo era lo stato degli atti fino a ieri. Presa la decisione, si dovrà scrivere la motivazione, ridiscuterla, approvarla. Il presidente della Corte Cesare Ruperto, ieri sotto i riflettori per un volume sulla Consulta distribuito in tutte le scuole d´Italia, ha annunciato che la Consulta depositerà l´ordinanza «al massimo tra 15 giorni». Ruperto, riservato come sempre, ci ha tenuto ad aggiungere che la Corte «sta discutendo sull´ammissibilità per poi, eventualmente, passare al merito». Il presidente ha spiegato che solo le motivazioni finali possono chiarire la scelta della Consulta. Solo in quella fase si può capire se le motivazioni effettivamente reggono rispetto alla tesi individuata. Nel caso Berlusconi-Previti, se la Cassazione non ha dimostrato con i fatti l´effettiva "rilevanza" del quesito sollevato. Tra i 15 giudici ci sono state divergenze. C´è chi avrebbe voluto tener subito conto della Cirami e rinviare il fascicolo alla Cassazione. Chi voleva verificare in via preliminare l´ammissibilità del quesito. Il risultato, per gli imputati di Toghe sporche, non cambia: tutto tornerà alla Corte che dovrà decidere se sospendere il processo Imi-Sir. Già oggi, durante l´udienza, il presidente Paolo Carfì potrebbe accettare una richiesta delle difese di rinviare le arringhe.
Sono dunque due le decisioni importanti. Quella dell´Alta corte e quella di Ciampi. La seconda non ha mancato di suscitare polemiche. Protesta il politologo Giovanni Sartori, che trova «inconsueta» e «non necessaria» la fretta con cui il presidente ha firmato una legge definita «pessima e dalle gravi conseguenze». «Se uno si può scegliere il giudice questo è molto grave - dice Sartori - perché si viola un principio addirittura medievale. Ma non mi risulta che Ciampi sia un grande esperto, forse non ha questa sensibilità». L´ex presidente Oscar Luigi Scalfaro è durissimo contro la Cirami, «una legge fatta per un interesse personale». E un altro ex presidente, Francesco Cossiga, chiede conto al Quirinale di «una continua e impropria trattativa con palazzo Chigi» per modificare la legge. Si lamenta Marina Astrologo dei Girotondi che sperava in una mancata firma, ma dal Csm il diessino Luigi Berlinguer trova che la firma di Ciampi sia «un atto scontato». Resta il giudizio durissimo dell´Anm: «Da oggi non vi è più garanzia, ma solo più incertezza giuridica».