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Don Ciotti: "Andremo avanti, ma che fatto inquietante"

 

Parla Don Luigi Ciotti, presidente di "Libera" del Gruppo Abele: "Abbiamo chiesto in settembre un incontro alla Moratti, e non abbiamo mai avuto alcuna risposta".

MILANO – “E’ inquietante, è triste. A settembre abbiamo chiesto al ministro un incontro di presentazione. Non abbiamo avuto nessuna risposta. Ora ci vengono a dire che non c’è chiarezza sulle finalità della nostra associazione... e che per questa ragione non intendono riconoscerci come ente di formazione. Sia detto con il dovuto rispetto, hanno dato questo riconoscimento anche all’Associazione dei filatelici... No, no, è proprio inquietante”.

Don Luigi Ciotti è stato appena riconfermato presidente di “Libera”, l’associazione che riunisce e coordina circa 800 tra organizzazioni no-profit, associazioni di volontariato, copperative ed enti senza fini di lucro. Ma la giornata della riconferma è stata la stessa in cui è piovuta la “tegola” del “no” della Moratti . La stessa Moratti che da sempre ha sostenuto l’opera di San Patrignano e del suo scomparso fondatore Vincenzo Muccioli, considerato come il “rieducatore” di destra dei tossicodipendenti, a confronto con il simbolo di una diversa tendenza cultruale, certo più riconducibile al pensiero di sinistra, che ha sempre ispirato Don Ciotti e le sue iniziative. Anche se in realtà sia il Gruppo Abele – l’associazione che sta al centro delle iniziativ di Don Ciotti e che si occupa essenzialmente di riabilitazione e prevenzione delle tossicodipendenze, sia soprattutto “Libera” non può essere ricondotta ad alcuna appertenenza politica.

Don Ciotti, come si spiega questo "no"?
“Non me lo spiego, E’ un no a una realtà che lavora da sette anni d’intesa e con l’aiuto del ministero della Pubblica istruzione. E’ paradossale, a pensarci, che l’anno scorso Libera, proprio insieme al ministero e all’Unione Europea, abbia potuto organizzare e svolgere un bellissimo programma di corsi di formazione per 500 insegnanti di tutta Italia, con l stragrande maggioranza dei provveditorati impegnati in una collaborazione concreate e solidale... Sono corsi che parlano di educazione alla responsabilità, alla legalità... Abbiamo sviluppato e realizzato1100 progetti documentati, gestendo un coordinamento di inasegnanti in tutte le regioni italiane ed una banca-dati insediata presso la regione Toscana...Un grande, grandissimo lavoro fatto con centinaia e centinaia di scuole...Ah, ecco: ci viene contestato che mancano gli elementi tecnologici per definire Libera come un ente di formazione... a com’è possibile?”.

Crede che tutto questo possa celare un problema personale nei suoi confronti?
“Ma questo non è un ‘no’ a Don Ciotti, è un no a 800 realtà che si riconoscono in Libera. E’un no a se stessi, oltretutto, poirchè il ministero ha da anni una convenzione con Libera. Com’è possibile che non siano ‘chiare le finalità’ di una realtà con cui operi da anni ed hai sviluppato decine di iniziative?”

Quali danni teme da questo rifiuto?
“Intano tutto quello che nega riconoscimenti a una realtà come la nostra, in cui tanti rischiano la vita lottando contro la mafia e la criminalità è un danno in sè. Però chi è incerto, chi non sa ancora se impegnarsi o meno, di fronte alla riserva del ministero... può essere indotto a fermarsi, a negarsi”.

Cosa farete?
“Continueremo a fare il nostro lavoro, come sempre, siamo migliaia e migliaia di persone. A marzo usciremo con un nuovo bimestrale, edito dal Gruppo Abele e da Libera, che si chiama Macramè, fatto con i ragazzi, su questi temi. Non ci stancheremo, non ci demoralizzeremo, è il nostro ruolo, il nostro dovere”.

Cercherà di incontrare la Moratti, di spiegarsi, chiedere le ragioni?
“Ma sì, il nostro dovere è sempre cercare il positivo, costruire, collaborare. Io del resto non ho cercato la polemica, a settembre avevo chiesto un incontro ufficiale...Non crediamo mai che sia impossile ricostruire”.

(24 FEBBRAIO 2002, ORE 19:30)