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Il senatùr: "Roma marcia, i democristiani andavano fucilati". Parla Pezzotta: "Fiducia tradita, non ci stiamo più"
Bossi insulta, il Polo si spacca
Salta il vertice, ma la Lega è pronta a cedere sulle pensioni

da Repubblica - 26 settembre 2003


ROMA – «Roma è marcia e comunisti, socialisti e democristiani dovevano essere fucilati»: l´ultima uscita di Bossi spacca di nuovo il centrodestra, nel giorno in cui era in programma il vertice su pensioni e manovra. Sia l´Udc sia An hanno fatto sapere che non avrebbero partecipato all´incontro. Ma poi, a fine giornata, Berlusconi avrebbe convinto Bossi a dare il via libera alla riforma previdenziale: gli assunti dal ´96 lavoreranno fino a 60 anni, tutti gli altri aspetteranno 40 anni di contributi.
SERVIZI ALLE PAGINE 2, 3, 4 e 5


Il leader del Carroccio insiste: Roma è marcia, spostare a Milano la capitale e il futuro Senato federale
Lega all
' attacco, crisi nel Polo
Bossi: da fucilare i vecchi dc. Salta il vertice della Cdl
Prima il filo diretto su Radio Padania. Poi l´invettiva al funerale di Confalonieri padre
Le proteste dell´Ulivo. D´Alema: siamo oltre il segno, un ministro così deve andarsene
SILVIO BUZZANCA

ROMA - Bossi parla, attacca a testa bassa. E manda su tutte le furie An e Udc che disertano i due vertici della Casa della Libertà che dovevano trovare la "quadra" su Finanziaria e pensioni. Il Senatur grida che fino al 2008 le pensioni non si toccano. Ripete che bisogna trasportare la capitale a Milano. O almeno che vi arrivi il Senato federale. Urla ai microfoni di Radio Padania che il debito pubblico è enorme. Tutta colpa dei vecchi partiti e della gente del Nord che vota contro i suoi interessi. Tutta colpa di democristiani, socialisti e comunisti, «gente da tirar giù, da portare in piazza e fucilare, perché quando uno fa fallire un paese lo si fucila«.
Troppo per Udc e An che prima protestano vivacemente e poi non si presentano ai vertici. Nonostante il tentativo di Silvio Berlusconi di metterci una pezza. «Bisogna sapere che Umberto parla ai suoi elettori. Bisogna capirlo. Certe cose dette da un altro sarebbero difficili da accettare, da lui si può», dice il Cavaliere. Bisogna conoscerlo, continua, «ama parlare facendo un po´ di fuochi d´artificio, ma poi è una persona di buon senso che rispetta i patti».
Poco, troppo poco per placare la tempesta scatenata dal leader leghista. I primi a sfilarsi, nel primo pomeriggio sono i centristi di Follini. Quelle frasi sui vecchi dc da fucilare sono quanto meno «sconcertanti» e spingono a disertare l´incontro. Bastano e avanzano per indurre Rocco Buttiglione a disertare l´incontro tecnico con Tremonti, Alemanno e Maroni. Quelli di An ci mettono un po´ più di tempo. Se la prendono molto per le parole di Bossi, ma fino ad una certa ora Ignazio La Russa dava quasi certa la presenza di Fini al vertice dei leader. Ma decidono deciso che l´assenza dell´Udc lo rende inutile e lasciano soli il Cavaliere e i leghisti.
Questa volta An non vuole sentir parlare di un Bossi un po´ bizzoso, ma sincero alleato. Dice no al Cavaliere e al suo atteggiamento giustificatorio. «Berlusconi non può minimizzare anche questa volta. - ammonisce Domenico Nania - Il comportamento di Bossi è inaccettabile. La reazione dell´Udc è perfettamente comprensibile. Ci aspettiamo un suo pronto intervento». L´intervento non arriva e An è quasi costretta a disertare l´incontro. Liberando tutto il carico di astio che gli uomini di Fini covano contro il leader leghista. «Siamo pressoché certi che nella prossima puntata, esaurita la lista, insulterà se stesso: in questo caso avrà il nostro convinto sostegno», ironizza Mario Landolfi, portavoce del partito.
Una situazione al limite della crisi. Parola drammatica che getta sul tavolo Francesco Storace. «Nelle parole di Bossi ci vedo un disegno politico incomprensibile che può portare solo alla caduta del governo«, dice il "governatore" del Lazio. Bossi, per Storace, «non va capito, va compatito». E poi conclude Storace, sono convinto che il Senatur stia giocando di sponda con la sinistra.
Una sinistra che però demolisce il leader della Lega. «Se è una dichiarazione di Bossi, se ne vada. Ma se Berlusconi lo copre, vuol dire che Berlusconi è responsabile e si assume la responsabilità di questa aggressione«, dice Massimo D´Alema. I ds chiedono così le dimissioni di Bossi. E lo fa anche la Margherita. «Chiediamo al presidente del Consiglio - dice Pierluigi Castagnetti - una netta, immediata assunzione di responsabilità e, nel caso in cui il ministro rifiuti di dimettersi ci appelliamo alle forze più responsabili perché presentino loro stesse una mozione di sfiducia individuale che avrà il sostegno anche delle opposizioni».