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Giuseppe Dell'Acqua, L' assurdo tentativo di cambiare la legge 180

da L'UNITA', 8 ottobre 2001

 

II nuovo rapporto dell'Organizzazione mondiale della sanità sulla salute mentale ci ha detto pochi giorni fa che una persona su quattro soffre di disturbi mentali o neurologici nel corso della sua vita

Stiamo parlando di circa 450 milioni di persone, un numero che include non solo i casi più gravi di schizofrenia, epilessia, alzheimer e ritardo mentale, ma anche i disagi psichici, che vanno dai problemi relazionali, all' insonnia, all'ansia, alla depressione leggera, a manifesta­zioni psicosomatiche Questi disturbi rendono conto di quasi un terzo di tutte le malattie nel mondo E questo ci costringe ad un atteggiamento nuovo

Non è più possibile, come accadeva un tempo, puntare il dito contro il malato di mente, o ignorarlo pensando che siano problemi che non ci riguardano II "diverso" entra nelle nostre famiglie, il disagio psichico ci coinvolge, come individui e come società I percorsi per la normalità, per l'inclusione sociale si devono moltiplicare. Eppure in tutti i paesi, anche nei più ricchi, per quanti soldi si investano, per quanti psichiatri si impieghino, non si risolve il problema della emarginazione, della discriminazione conseguente al disturbo mentale. L'Oms, nel suo rapporto, oltre a fornire tabelle e numeri, invita i governi a prendere decisioni concrete per affrontare il problema, e a mettere la salute mentale tra le priorità sottolineando, in particolare, la condizione di stigmatizzazione, discrimi­nazione e spesso mancanza di risorse che ancora vive chi soffre di questi disturbi. Sebbene, infatti, per molti disturbi mentali esistano strategie preventive e tratta­menti terapeutici, due terzi delle persone colpite non riceve alcun aiuto professio­nale. Basta pensare che un quarto dei paesi al mondo non possiede i tre tarmaci più comunemente prescritti per il trattamento di schizofrenia, depressione ed epilessia.

La maggior parte dei paesi utilizza leggi anacronistiche per regolare questo campo così delicato e più del 30 per cento non ha neanche una legge L'Italia invece ce l'ha, è recente ed innovativa

Una legge che viene citata ad esempio dalla stessa Oms in occasione della giornata mondiale della salute mentale. Nell'opuscolo di presentazione l'Oms ricorda l'esperienza italiana e in particolare di Trieste che "con la riforma sulla salute mentale del 1978 (la nota e discussa legge 180) -che ha portato alla chiusura dei manicomi m Italia- da il via a un processo di umanizzazione degli ospedali psichiatrici che condurrà alla creazione di una sene di servizi basati sulla comunità per permettere al paziente di vivere in un ambiente normale"

Ora tutto questo rischia di essere cancellato da una preoccupante proposta per la soppressione della legge 180, in discussione presso la commissione affari sociali della Camera La peggiore fra le 25 proposte di modifica passate in questi venti anni.

Non lo nego, sono preoccupato.

Paradossalmente, questa proposta, la più incredibile e rozza per forma e sostanza, rischia in questi tempi di essere discussa come fosse una cosa seria. Se questa proposta venisse approvata, ci copriremmo di ridicolo di fronte a tutto il mondo che ci guarda con attenzione ed interesse. Altro che lotta allo stigma, all'esclusione, il coraggio delle cure, il diritto di cittadinanza e quanti altri percorsi di cambiamento abbiamo voluto e saputo immaginare e perseguire con fatica in questi anni.

L'oggetto malattia si ricompone in un quadro tra i più arretrati con tutte le tragiche conseguenze per le persone affette da disturbo mentale che ridiventano malati di mente, "povere cose" da sistemare altrove. Per non parlare dell'assetto organizzativo comunitario che viene disarticolato e distrutto. Questa proposta si apre ad un privato mercantile sregolato e incontrollabile.

Peraltro non si considera che il costo di un tale confuso assetto di servizi quantomeno triplicherebbe a fronte di un peggioramento complessivo e di una verticale perdita di soggettività e di diritto delle persone.

E tuttavia, questa proposta è un segnale che denuncia mancanze di risorse, stupidità organizzati ve, violenze e abbandoni, manicomi dimenticati. Denunciala solitudine dei familiari, i ritardi e le disattenzioni politiche ed amministrative anche di regioni peraltro democratiche e progressiste e, non ultime, le resistenze al cambiamento della stessa psichiatria.

Il progetto obiettivo "Tutela della salute mentale 1998-2000", condiviso dalla totalità del mondo scientifico e delle associazioni, ha indicato la strada e fornito gli strumenti per il cambiamento. Da qui, in ogni caso, credo sia sensato ripartire.