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Nella Finanziaria «reddito di ultima istanza» per i più poveri. Prezzi: scambio di accuse tra commercianti e industriali
Pensioni, premi senza tasse a chi rinvia
Maroni: «Da gennaio incentivi fino al 32,7% dello stipendio». Interventi sugli «assegni d’oro» e l’invalidità Condono edilizio, verso l’esclusione delle aree protette. Taglio da 21 miliardi alle richieste dei ministeri
 

 

dal Corriere - 20 settembre 2003


«Per chi non va in pensione ci sarà un incentivo esentasse pari al 32,7% dello stipendio, probabilmente da gennaio 2004». Lo ha annunciato il ministro del Welfare Roberto Maroni, che ha promesso anche interventi sulle «pensioni d’oro» e sui falsi trattamenti di invalidità. Condono e aree protette. Prosegue il dibattito su manovra e condono edilizio, da cui il Ministero dell’Ambiente guidato da Altero Matteoli vorrebbe escludere le aree protette. I tecnici del Tesoro lavorano sull’ipotesi di riaprire il condono del ’94, più «largo».
«Ultima istanza». Maroni ha anche annunciato che la Finanziaria prevederà un «reddito di ultima istanza» per i più poveri. Il ministro dell’Economia Tremonti ha ridotto di 21 miliardi le richieste di fondi degli altri ministeri.
Duello sui prezzi. Sull’aumento dei prezzi i commercianti accusano la Confindustria: « I prezzi sono stati aumentati alla produzione», dice il leader dei negozianti Billè.
Alle pagine 2, 3, 6 e 27 Baccaro, Bagnoli, Cavallaro, Comegna Conti, Rizzo, Sarcina, Sarzanini, Sensini


«Incentivi dal 2004 per chi rinvia la pensione»
Maroni annuncia premi esentasse. Apre ai sindacati su neoassunti e liquidazioni nei fondi. Arriva il reddito di ultima istanza

ROMA - Il bonus pari al 32,7% dello stipendio per invogliare i lavoratori a rimandare la pensione, avendone i requisiti, scatterà già dal prossimo primo gennaio. Lo ha precisato il ministro del Welfare Roberto Maroni spiegando che quella aliquota di reddito in più sarà netta, e quindi esentasse. Ciò significa che l’aumento reale di stipendio potrebbe anche risultare superiore a un terzo. Non è ancora chiaro se l’operatività del super incentivo già a partire dal primo gennaio possa essere stabilita con l’emendamento alla legge delega giacente al Senato e che dovrebbe essere approvata, secondo quanto ha annunciato il governo, insieme alla prossima Finanziaria. Oppure se sia necessaria l’adozione di un provvedimento ad hoc.


CONFRONTO CON I SINDACATI - Anche di questo argomento, comunque, Maroni parlerà all’incontro di mercoledì prossimo con i sindacati.
Proprio in vista di quell’appuntamento il ministro del Welfare ha annunciato aperture del governo, dando la disponibilità a possibili modifiche al meccanismo di decontribuzione previsto dalla delega. E ha definito «interessante» la proposta sugli oneri impropri avanzata dai sindacati.
«La decontribuzione - ha affermato ancora Maroni - è una misura aggiuntiva allo smobilizzo del Tfr, è un incentivo ad assumere, se viene sostituito da un altro incentivo va bene altrimenti no». Il ministro del Welfare ha quindi giudicato «legittimo» un eventuale sciopero dei sindacati contro la riforma delle pensioni, augurandosi tuttavia «che non avvenga».


FINESTRE APERTE E BONUS - Il ministro ha escluso il blocco alle finestre per accedere alla pensione di anzianità. «Non sarà chiusa nessuna finestra», ha detto Maroni. «Gli incentivi per restare al lavoro saranno totalmente nella busta paga del lavoratore e saranno esenti da imposte», ha detto il ministro, aggiungendo tuttavia che nel caso in cui fosse previsto un prelievo, questo sarebbe del tutto simbolico.
Maroni ha poi spiegato che il lavoratore potrà scegliere se tenere tutto il bonus in busta paga o usarlo per versare altri contributi, ricevendo comunque dall
' Inps la «certificazione del diritto acquisito a ricevere la pensione».
INVALIDITA’ E PENSIONI D’ORO - Tra gli altri interventi sulla previdenza, il ministro del Welfare ha annunciato l’intenzione di intervenire sulle pensioni di anzianità per eliminare situazioni illecite: «Gli interventi vanno fatti non per modificare i requisiti, ma per eliminare gli abusi esistenti, garantendo alle Regioni autonomia funzionale sull’assegnazione dei benefici». Ma sarà previsto anche un giro di vite sulle pensioni d’oro, probabilmente inasprendo il prelievo già introdotto dal governo di centrosinistra a carico dei trattamenti più ricchi. «Ci sono pensioni - ha detto Maroni - che arrivano a superare 40 mila euro al mese per 13 mensilità. Una pensione maturata con il vecchio sistema retributivo e quindi senza aver pagato i contributi. Sono casi limite, ma ci sono».


SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE - Il ministro del Welfare ha anche confermato che la prossima Finanziaria conterrà forti interventi di sostegno per le famiglie. Ha parlato dell’introduzione, come già previsto dal Dpef, del reddito di ultima istanza (Rui) destinato a sostituire il reddito minimo di inserimento che a gennaio scorso ha finito la sua corsa. Così come, probabilmente, ci sarà un bonus particolare, sul modello francese, per i neonati. Maroni non è voluto entrare nei particolari di questi progetti, ma ha detto che «tra lunedì e martedì» definirà «una proposta di intervento in questa direzione». Il monte finanziario destinato alle famiglie che Udc, Lega e An hanno strappato al ministro dell’Economia Giulio Tremonti ammonta a circa 540 milioni. Buona parte dovrebbe servire per sostenere la distribuzione di un bonus per ogni neonato che, probabilmente, sarà inferiore agli 800 euro ipotizzati in un primo momento, visto che ogni anno nascono 500 mila bambini.


REDDITO DI ULTIMA ISTANZA - Un conto a parte dovrebbe servire per sostenere il progetto Rui che, secondo indiscrezioni, non sarà comunque inferiore, come erogazione ai fondi previsti dal reddito minimo di inserimento, il cui periodo di sperimentazione è finito con gli accordi del Patto per l’Italia. Secondo le cifre fornite dal nucleo di valutazione sulla sperimentazione, il reddito minimo (dal 1998 al 2002) ha riguardato circa 200 mila persone con una spesa complessiva pari a 210 milioni di euro, 360 euro al mese per famiglia. Al ministero del Welfare stanno lavorando all’ipotesi di collegare l’erogazione del Rui e del bonus per il neonato al famoso Ise, versione più moderna del vecchio redditometro che sta per «indicatore della situazione economica». Il principio vale per «selezionare» gli importi a seconda del reddito «equivalente», cioè modulato sul nucleo familiare.
Roberto Bagnoli