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LA LEGGE SULL'ABORTO. LA CHIESA
«Doveva salvare vite umane
La 194 non è stata applicata»
Nuova presa di posizione del Vaticano: «Poca prevenzione Volontari nei consultori? Era già stabilito, nessuno scandalo»
Luigi Accattoli

 

  dal Corriere - 22 novembre 2005


CITTÀ DEL VATICANO — L'Osservatore
Romano riafferma la posizione cattolica sull'aborto, intervenendo a difesa del cardinale Ruini, del ministro Storace e dell'Udc. E' la quarta volta in otto giorni che il quotidiano torna sulla questione, alla quale domenica aveva dedicato un forte titolo di prima pagina: «Difesa della vita misura della civiltà». «Una normativa ancora non applicata» è il titolo dell'articolo di oggi, mirato in particolare a rintuzzare le critiche alla proposta dell'Udc di una «indagine conoscitiva sull'attuazione della legge 194», nata per «legalizzare l'aborto», ma che «dovrebbe avere quale tendenziale obiettivo addirittura la prevenzione dell'aborto stesso».
Facendo eco al cardinale Camillo Ruini, che venerdì ad Assisi aveva segnalato la «carenza» dell'opera di prevenzione dell'aborto, pur prevista dalla legge, l'Osservatore afferma che «la 194 è stata mal applicata, fino ad ora, nella sua integrità, ne è stato violato lo spirito: si è ritenuto che l'unica forma di prevenzione all'interruzione volontaria della gravidanza fosse la contraccezione».
A questo punto il giornale vaticano oltre che il cardinale Ruini difende anche il ministro Storace, sottoposti a critica congiunta per la faccenda dei volontari cattolici nei consultori: «Si rimane altresì perplessi per chi si scaglia contro quanti hanno auspicato la presenza di volontari del Movimento per la vita nei consultori. Un'ipotesi prevista dalla legge 194, che indica un'esigenza profonda del collegamento organico tra strutture pubbliche demandate alla rimozione delle cause di aborto e quel volontariato che, in povertà di mezzi, ha dimostrato in questi trent'anni di attività di svolgere un servizio di altissimo valore sociale».
Il cardinale Ruini, da Assisi, aveva segnalato che quel Movimento, operando al di fuori delle strutture pubbliche, aveva «in questi anni» aiutato «settantamila donne a scegliere per la vita del bambino». «E ancora stupisce e ingenera sospetto — continua il quotidiano — la "laicità" di chiunque si oppone all'accertamento dell'applicazione di una legge. Così facendo pregiudica la stessa laicità dello Stato eleggendo a "totem" intoccabile una normativa. Ma ogni legge è migliorabile per il bene della comunità, per il bene della democrazia». La conclusione riafferma il motto sulla «misura della civiltà» che l'Osservatore ha scelto per questa battaglia: «Salvaguardare e promuovere la vita umana dovrebbe essere interesse primario di ogni consorzio civile. La tutela della vita costituisce la misura della civiltà e della democrazia. È misura dell'autentica libertà».


LA LEGGE SULL'ABORTO. I PARTITI
Inchiesta sull'aborto, è scontro tra i poli
Il centrodestra plaude all'Udc. I cattolici dell'Unione: strumentale. I Ds: offensiva integralista
Margherita De Bac

ROMA — Lo scontro tra i poli sull'aborto prosegue senza sosta. Ora si litiga sull'ipotesi di istituire una commissione parlamentare d'inchiesta. Proposta che ieri l'Udc ha formalizzato chiedendo di raccogliere dati, oltre che sullo stato di applicazione della legge 194, anche sulla pillola abortiva. Il ministro della Salute, Francesco Storace, non intende rassegnarsi al fatto che venga utilizzata in Italia con procedure alternative, anche se non in commercio: in una riunione tecnica è stato deciso di sottoporre al Consiglio Superiore di Sanità le questioni legate all'acquisto all'estero. Storace va avanti anche sulla proposta di mettere volontari nei consultori.
COMMISSIONE — Ci si interroga sulla fattibilità della commissione.
«Non potrebbe partire prima di metà gennaio — dice il presidente della Commissione Affari Sociali, Giuseppe Palumbo, Fi —. Sulla carta in due settimane ce la potremmo fare.
Chiederò di limitarci all'indagine sui consultori». Anche il ministero si muove. Verrà preparata una bozza da proporre alle Regioni, per il monitoraggio dell'attuazione dei primi 5 articoli «con particolare riferimento al ruolo dei consultori e delle associazioni di volontariato». In quanto alla pillola, oggi alcune Asl la importano sfruttando un decreto ministeriale del '97 che prevede la possibilità di comprare all'estero un farmaco non registrato in Italia dopo prescrizione per singola paziente. Ma è un sistema che vale solo in casi eccezionali.
UNIONE ALL'ATTACCO — Il leader di Rifondazione Fausto Bertinotti scende in campo: «La 194 non si tocca, anche la rinuncia a ogni atteggiamento anticlericale rafforza la necessità di una difesa intransigente di una delle non molte leggi che fanno onore al Paese. L'esperienza ne ha confermato utilità ed efficacia». Per Barbara Pollastrini, Ds, «è in atto un'offensiva pesante e integralista contro la libertà e la responsabilità femminili. Una destra disperata cerca di rilanciarsi facendo da sponda alle posizioni più estreme». Ma anche ai cattolici dell'Unione non piace l'atteggiamento della Cdl, e ritengono l'iniziativa «strumentale». «Smettiamola con le contrapposizioni ideologiche e consentiamo alla legge di essere correttamente applicata — afferma Beppe Fioroni (Margherita) —. I consultori devono rappresentare un elemento fondamentale nel quale la donna possa esprimere liberamente la propria scelta».
CDL An si schiera compatta con Storace. Il portavoce Andrea Ronchi ribadisce che non è in gioco la legge 194 in quanto tale, ma la possibilità di «un pluralismo nei consultori che fa bene quando si affronta un problema come questo». Da Fabrizio Cicchitto, vice coordinatore di Fi, una riflessione pacata: «Un'inchiesta conoscitiva è ragionevole,è sbagliato respingerla con pregiudizi. Bisognerebbe rafforzare la parte della legge sulla prevenzione perché l'aborto è comunque un dramma».


PAROLE E PENSIERI
A proposito di donne (cattoliche)
di MARIA LAURA RODOTA'

Quante divisioni femminili ha il Papa? Meglio, fuori dalle parafrasi di vecchie battute, lasciando fuori il Papa e il card. Ruini e la Cei, e tirando dentro il mondo politico: quante donne, quante donne cattoliche, e quante donne cattoliche praticanti sono favorevoli alla campagna antiabortista in corso? E poi: quante di loro — tra le cattoliche — sceglieranno di votare per uno schieramento o per l'altro in base all'impegno del Polo — o alla non belligeranza mostrata da alcuni dell'Unione — nella suddetta campagna?

Non tantissime, se si parla in giro. Anzi, viene fuori che: (1) Il tifo pro Papa, il vecchio e il nuovo, spesso convive con convinzioni private disapprovate da ambedue. Sul sesso, le unioni non benedette dalla Chiesa, e l'aborto. Tanti son tornati a messa, ma non cambiano stile di vita, per niente.
(2) Molte donne molto cattoliche (una minoranza in Italia ormai, comunque) non abortirebbero mai. Ma se interrogate rispondono che non cancellerebbero la legge 194, magari la modificherebbero, magari però non la considerano tanto una priorità; visto che (non avendo abortito) hanno tre figli, un mutuo, e scuole di zona che funzionano sempre peggio. E vorrebbero sentir parlare di quello nei programmi elettorali, grazie.
(3) Il « momentum » (direbbero i politologi americani) insomma lo slancio individuato dai neo-teo-conservatori in tema di religiosità e vita nel fallimento del referendum sulla fecondazione, forse è esagerato. Alla maggior parte degli italiani/e quel referendum non interessava. L'aborto è un'altra cosa.
Tutte conoscono qualcuna che ha abortito, o lo hanno fatto/dovuto fare.
Forse è un altro il referendum da ricordare, quello per l'abolizione della 194, nel 1981; quando le nonne e prozie beghinissime di molte di noi andarono a votare no, e per la prima volta pronunciavano la frase «è un diritto delle donne». Non abortire clandestinamente, ché se ne sapeva qualcosa.
(4) Per l'Unione, la campagna antiaborto rischia di essere un trappolone; per portare il dibattito lontano da economia, mutui, scuole ecc.
(oddio, può far comodo anche all'Unione, laddove non ha idee chiarissime). Però: come gli Storace e i Cesa del partito devoto si accaniscono contro la 194 e la Ru486 dando per scontate le cattoliche, i cauti — non necessariamente cattolici — dell'opposizione reagiscono poco, dando per scontate le laiche di sinistra; tanto si sa che li voteranno lo stesso. E' triste essere date per scontate, o fa arrabbiare o deprime. Anche se si è cattoliche, pie, ratzingeriane, storaciane (!), cesiane (?), giovanardiane (!?). No, davvero, perché nessuno chiede alle donne cattoliche cosa ne pensano?


LE DONNE DELLA CDL
Prestigiacomo: rischiamo i picchetti come negli Usa
Beccalossi (An): una figlia adolescente incinta? Penserei all'interruzione di gravidanza
Angela Frenda

«Qui vogliono tornare a una condizione medioevale della donna. Di questo passo arriveremo ai picchettaggi, come in America». Stefania Prestigiacomo è indignata dal dibattito che è maturato intorno alla 194, sia per la proposta di Storace di introdurre i volontari cattolici nei consultori, sia per il clima di polemica su questa legge: «L'idea dell'udc Cesa di sottoporla a una commissione? Non è una cosa che può interessare questa legislatura».
Ma la ministra per le Pari opportunità nel Polo non è sola. Come lei, nel ruolo di pasionaria, anche l'esponente di An Viviana Beccalossi, vicepresidente della giunta regionale in Lombardia, che si interroga: «Che senso ha, e lo dico da antiabortista, ridiscutere a oltre 20 anni di distanza dalla sua approvazione la 194? Vogliono prendersi beffe di nuovo di un referendum?». E poi provoca: «Se io fossi stuprata e rimanessi incinta, abortirei. E se avessi una figlia adolescente che rimanesse incinta, beh, ci rifletterei anche in questo caso. Ecco perché, pur essendo personalmente contraria, sono per la libertà di scelta».
C'è da dire che Stefania Prestigiacomo aveva avvisato tutti già durante la campagna referendaria sulla fecondazione: «Vedrete, il secondo passo sarà quello di mettere le mani sulla 194». E adesso incassa mestamente: «Detto, fatto. Sono stata profetica. Era prevedibile che questo pericoloso tormentone sarebbe stato riproposto. Ma io avviso tutti: questa legge non si tocca.
È una forzatura parlare, ad esempio, di volontari cattolici nei consultori. E lo dico da cattolica: perché una donna dovrebbe trovarseli quando va lì? La legge parla di volontari per assistere le madri in difficoltà dopo il parto, e non di volontari cattolici. Mi spiace dirlo, ma questa visione della donna mi sembra greve. Per carità, è nel diritto del ministro della Sanità, di Storace, avere una sua linea. Solo che io non la condivido».
Come governo, secondo la ministra, ci si dovrebbe impegnare su tutt'altro: «Dare sostegno alle donne che hanno avuto un bambino, non solo con il bonus. Ricordo la nostra campagna contro l'abbandono nei cassonetti e, nell'ultima Finanziaria, l'introduzione della deducibilità fiscale delle rette per gli asili nido». Per Prestigiacomo, comunque, questa linea «è un grande errore politico: così i voti si perdono, non si guadagnano. Se qualcuno pensa di usare questo tema ai fini della propaganda, commette uno sbaglio impopolare. Lo ha capito bene Pier Ferdinando Casini, che infatti ha avvertito subito che la 194 non sarà toccata». Tra l'altro, «sono contraria anche a tutta questa storia dell'adozione degli embrioni. Porterà inevitabilmente a situazioni paradossali: una single non potrà adottare un bimbo abbandonato, ma potrà farsi impiantare un embrione».
A sua volta, su questo dibattito scoppiato intorno alla 194, Viviana Beccalossi prova a dare una sua interpretazione: «È chiaro che qualcuno, nel fare queste proposte, punta a portare a casa quei voti moderati così ambiti. Insomma, c'è una forma di prostrazione verso la Chiesa».