www.segnalo.it - Società, politica cultura - Saggi e Articoli

HOME PAGE

FORMAZIONE    

BIBLIOTECA / CINETECA   

POLITICHE / LEGGI    

TRACCE / SENTIERI

Sindaco di Milano coinvolta con altri
quattro funzionari su alcuni incarichi
dati dal Comune a consulenti esterni

in La Stampa 30 novembre 2007

MILANO
Il sindaco di Milano Letizia Moratti avrebbe violato il rispetto di una serie di criteri previsti dalle legge nell’individuare le perosne da assumere come dirigenti del Comune di Milano e per questo secondo la procura deve rispondere di abuso in atti d’ufficio a scopo patrimoniale nell’inchiesta sugli «incarichi d’oro» che era stata avviata dopo la presentazione di un esposto alla corte dei conti, ma che poi sarebbe andata avanti in modo autonomo.

Gli altri indagati
Personale del nucleo di polizia tributaria della Gdf e i carabinieri della sezione di polizia giudiziaria della procura hanno visitato Palazzo Marino, perquisendo e acquisendo documenti negli uffici, comprendendo la segreteria del sindaco di Milano. L’abuso in atti d’ufficio della Moratti sarebbe stato commesso tra il luglio del 2006 e il febbraio del 2007. Per altri indagati ci sono accuse più pesanti.

C'è anche l'ex sindaco Borghini
Giampiero Borghini, ex dirigente del Pci, che fu sindaco di Milano negli anni ’80 su indicazione esplicita di Bettino Craxi e ora è direttore generale del Comune è accusato di concussione, abuso d’ufficio e a livello di mera ipotesi, ancora tutta da verificare, di truffa aggravata. Borghini infatti è anche consigliere regionale. E l’inchiesta coordinata dal pm Alfredo Robledo deve accertare se Borghini abbia o meno dichiarato di far parte del Pirellone. Per accertarlo gli investigatori sono andati a prendere le carte e per farlo c’era stato bisogno di inserire il nome di Borghini tra gli indagati. La vice di Borghini, Rita Amabile, risponde di concussione fino al 6 settembre del 2006, al pari del suo capo. Federico Bordogna, all’epoca dei fatti direttore centrale responsabile risorse umane, ora al decentramento, è sospettato anche lui di concussione. Alberto Bonetti Baroggi, capo di gabinetto di Letizia Moratti, è indagato per truffa aggravata. Anche lui come Borghini è consigliere regionale.

Le indagini della Procura di Milano
L’accusa di concussione per alcuni indagati prende le mosse da una serie di testimonianze rese in procura da dirigenti che sarebbero stati costretti a dimettersi. «Dimissioni frutto indebito di costrizioni» si legge nel decreto di perquisizione. L’amministrazione in pratica comunicava di non avere intenzione di rinnovare l’incarico a una decina di alti dirigenti che avrebbero così perso una parte consistente dello stipendio. «Avete 3 giorni per decidere» sarebbe stato l’ultimatum partito dal Comune di Milano tra fine agosto e settembre dell’anno scorso. Vite distrutte da un momento all’altro, depressioni, malattie varie. L’inchiesta riguarda sia le partenze forzate dall’amministrazione, anche incentivate con somme varianti dalle 4 alle 15 mensilità, sia le nuove nomine. Chi entrava però lo faceva a condizioni comntrattuali migliori, intanto perchè aumentavano i posti da dirigente e pure lo stipendio in molti casi quasi triplicato rispetto ai predecessori.

L'inchiesta di Report e gli stipendi d'oro
Domani a Palazzo Marino cci sarà la cerimonia di ringraziamento degli ex dipendenti, programmata da tempo dal sindaco, alla quale, chissà se parteciperà anche chi è stato «silurato». Degli incarichi d’oro al Comune di Milano si sapeva da alcuni mesi anche perchè se n’era occupata la trasmissione di Rai 3 Report che aveva intervistato un paio delle persone poi sentite a verbale al quarto piano del palazzo di giustizia. Gli organi di informazione avevano parlato molto del caso di Carmela Madaffari, ex dirigente di una asl calabrese, poi approdata a Milano a Palazo Marino come dirigente responsabile di famiglia, scuola e politiche sociali e a interim responsabile del settore servizi per fasce deboli. Stipendio annuo oltre 217 mila euro. Sul punto Borghini in tv aveva detto: «È bravissima, evidentemente l’aria di Milano le fa bene».

Il fotografo diventato addetto stampa del Comune
Dall’inchiesta inoltre emerge che il fotografo della campagna elettorale di Letizia Moratti è diventato addetto stampa del Comune e che tra i dirigenti assunti recentemente c’è un signora nel cui curriculum vitae spicca esclusivamente il fatto di essere stato impegnato nella comunità di San Patrignano da sempre frequentata e sostenuta dall’attuale sindaco di Milano.

Letizia Moratti indagata per abuso d'ufficio
Inchiesta sugli «incarichi d'oro» a consulenti esterni. Il sindaco: «Sono serena, abbiamo reso più efficiente la macchina del Comune»
 
Letizia Moratti e Giampiero Borghini (Newpress)
MILANO - Il sindaco di Milano Letizia Moratti è indagato per abuso d'ufficio a scopo patrimoniale nell’ambito dell’inchiesta sugli «incarichi d'oro» assegnati a consulenti esterni. Perquisizioni e acquisizioni di documenti a Palazzo Marino da parte della Guardia di finanza e dei carabinieri. I reati contestati sarebbero stati commessi tra il luglio 2006 e il febbraio 2007. La Procura contesta al primo cittadino di non aver rispettato i criteri di competenza e professionalità nella nomina dei consulenti violando i criteri della prioritaria pubblicità e della ricerca all'interno dell'amministrazione, della professionalità e della comparazione tra diversi curriculum. Nell'inchiesta è emerso che una decina di funzionari di alto livello sarebbero stati forzati a rinunciare alla propria carriera, andando in pensione con incentivi che andavano dalle 4 alle 15 mensilità, con decisioni prese nel giro di tre giorni. In seguito sarebbero stati nominati in totale una novantina di funzionari con stipendi a volte triplicati.
LA RICOSTRUZIONE - Secondo gli investigatori «è stata azzerata la memoria storica del Comune di Milano». L'indagine riguarda una decina di casi di concussione da parte di tre alti dirigenti di Palazzo Marino a danno di funzionari che sarebbero stati forzati ad andare in pensione nel 2006. Nell'inchiesta del pm Robledo è emerso da «testimonianze plurime e concordanti» che una decina di funzionari con ruoli di coordinamento, a fine agosto 2006, sono stati convocati dai vertici del Comune e messi davanti a un bivio: andare in pensione decidendo nel giro di tre giorni al massimo o essere demansionati con un taglio dello stipendio che poteva arrivare al 25%. Quegli stessi funzionari, con un lettera firmata dal sindaco il mese scorso, sono stati invitati per venerdì 30 novembre alle 18 a Palazzo Reale, dove, nella sala delle Cariatidi, riceveranno una medaglia di benemerenza in qualità di dipendenti del Comune per «la lunga e fattiva collaborazione».
«SONO SERENA» - «Sono serena e assolutamente certa che l'inchiesta si concluderà positivamente». È tranquilla e ottimista Letizia Moratti e si è detta pronta a collaborare con la magistratura e a fornire tutti gli elementi necessari. «L'attività di indagine riguarda i dirigenti nominati all'inizio del mio mandato». Una attività di cui la Moratti va fiera in quanto ha portato a «creare maggiore efficienza nella macchina del Comune, riuscendo a mettere più investimenti al servizio dei cittadini, 94 milioni di euro in due anni, e ad abbassare le tasse. Sono orgogliosa della riorganizzazione che ho fatto e la rifarei. Sono serena, tranquilla - ha ribadito - lasciamo che la magistratura possa compiere, come è giusto, le indagini. Noi collaboriamo pienamente». La Moratti si è detta anche disponibile a riferire dell'inchiesta in Consiglio comunale qualora giunga una richiesta in tal senso dall'assemblea.
LUNEDì IL CONSIGLIO - Una disponibilità subito accolta. L'ufficio di presidenza e la conferenza dei capigruppo si riuniranno lunedì per decidere il calendario dei lavori. «Ho parlato con il sindaco - ha detto il presidente Manfredi Palmeri - e seguiremo il percorso istituzionale. L'ufficio di presidenza e la conferenza dei capigruppo stabiliranno il programma dei lavori in cui sarà prevista la presenza del sindaco in aula». Giovedì il consiglio comunale, convocato per le 16.30, è stato sospeso e ha ripreso i lavori alle 17.30. Alla ripresa si è scoperto che il sindaco non sarebbe intervenuto. Una decisione duramente criticata dal consigliere della Lista Uniti per Dario Fo, Basilio Rizzo, firmatario di un esposto alla Procura. «Questo dimostra una scarsa sensibilità politica e istituzionale del sindaco - ha detto Rizzo - che parla con i giornalisti e non con il Consiglio».
GLI ALTRI INDAGATI - Altri quattro dipendenti comunali devono rispondere di vari reati; tra loro ci sono anche Giampiero Borghini, ex sindaco del capoluogo lombardo e attuale direttore generale del Comune, e la sua vice Rita Amabile. Borghini è accusato di corruzione, abuso d'ufficio e truffa aggravata, la Amabile di concussione. Gli altri due indagati sono Alberto Bonetti Baroggi, capo di Gabinetto, accusato di truffa aggravata e Federico Bordogna, ex direttore centrale delle risorse umane, che deve rispondere del reato di concussione. L'indagine era sta avviata dalla Procura di Milano ed è condotta dal pm Alfredo Robledo.
FORMIGONI - «Esprimo piena solidarietà a Letizia Moratti: sono assolutamente convinto che presto potrà dimostrare la sua totale estraneità ai fatti che le vengono contestati» è stato il commento del presidente lombardo Formigoni. Appoggio anche vice commissario milanese di Forza Italia Maurizio Lupi, intervistato dal quotidiano online Affaritaliani.it. «Chiunque ha fatto l'amministratore e fa l'amministratore sa che i cittadini chiedono a un sindaco di amministrare bene la propria citta. Letizia sta svolgendo questo ruolo in coerenza con quello che le è stato chiesto. Cosa che sta facendo nella scelta dei propri collaboratori e della macchina amministrativa. Sono preoccupato che la magistratura diventi uno strumento del confronto politico».
BASILIO RIZZO - «Milano non merita di avere un sindaco che non sia più che al di sopra di ogni sospetto - ha detto Basilio Rizzo -. Non possiamo avere una struttura amministrativa sotto, e lo dico tra molte virgolette, ricatto della politica perché questo non aiuta il funzionamento della macchina comunale. Non siamo contenti che arrivi la magistratura, avremmo preferito una soluzione politica». Ma la reazione della giunta, «nonostante più volte abbiamo chiesto chiarezza», sarebbe sempre stata «tra il sicuro e l'arrogante». Chiede un chiarimento anche Emanuele Fiano, deputato milanese del Pd. «Non c'è dubbio che da un punto di vista politico il sindaco debba, innanzitutto alla città, una spiegazione plausibile del suo comportamento in relazione all'abnorme numero di consulenze attivate sin dall'inizio del proprio mandato, che da tempo sono state criticate e denunciate dall'opposizione in Consiglio comunale».
GUERRA (PDCI) - Chi va oltre e chiede le dimissioni del primo cittadino è Luca Guerra, capogruppo dei Comunisti italiani alla provincia di Milano. «È davvero singolare il comportamento del sindaco: ha chiesto l'intervento dell'esercito per garantire la sicurezza della città e la Guardia di finanza è entrata a Palazzo Marino per raccogliere i documenti utili all’indagine. Ha chiesto il rispetto della legge e della legalità, però ci ha dato un pessimo esempio attraverso i suoi dirigenti, oggi indagati. Ha urlato "al lupo al lupo" pensando che questo fantomatico lupo fosse nella città e tra i campi rom, mentre il lupo è proprio dentro il palazzo che conta. Chiediamo un gesto di rispetto verso i milanesi: le dimissioni da sindaco». Una richiesta simile arriva dal capogruppo dell'Ulivo Marilena Adamo. «Per il buon funzionamento dell'amministrazione sarebbe auspicabile che i due massimi dirigenti indagati per i fatti che riguardano la loro responsabilità si astenessero nel periodo delle indagini dall'esercitare la loro funzione». Il riferimento è a Giampiero Borghini e Rita Amabile.
CASTELLI - «La notizia sarebbe se qualche amministratore, ministro o sindaco di grandi città, non fosse mai indagato per abuso d’ufficio - ha detto l'ex ministro della Giustizia, il leghista Roberto Castelli -. Faccio l’esempio del ministero di Giustizia. Diliberto, Fassino, Castelli e Mastella: quattro persone completamente diverse per origine, studi, cultura ed esperienza politica, tutti e quattro accomunati da un’unica cosa. Tutti e quattro sono stati indagati per abuso d’ufficio. Secondo me il sindaco di Milano reagirà con grande misura ed equilibrio anche se dentro di sé ribollirà perché si sentirà colpita da una grande ingiustizia. Conosco Letizia Moratti e credo che sia una persona adamantina».
Corriere della Sera
30 novembre 2007

Il Giorno Milano, 29 novembre 2007 - Perquisizioni e acquisizioni di documenti sono in corso a Palazzo Marino nell'ambito dell'inchiesta sulle consulenze d'oro su cui indaga il pm Alfredo Robledo. Il sindaco di Milano Letizia Moratti è indagato per abuso d'ufficio a scopo patrimoniale. Nell'indagine altri dipendenti comunali risultano indagati per concussione.

 

''Sono orgogliosa dell' organizzazione che ho fatto e la rifarei'': ha detto la Moratti, a margine di un convegno e commentando l'inchiesta della Procura.  ''Sono serena e tranquilla - ha aggiunto - lasciamo che la magistratura possa compiere, come e' giusto, le sue indagini. Collaboriamo pienamente. Sono certa che si concludera' positivamente''.

Moratti si è detta pronta a riferirie in consiglio comunale in merito all'inchiesta della procura milanese che la vede indagata insieme ad altre quattro persone di abuso d'ufficio. «Se il consiglio lo riterrà, naturalmente sì», ha risposto Moratti ai giornalisti che le chiedevano se aveva in programma di riferire l'accaduto in consiglio comunale. Tutta l'indagine è, tra l'altro, partita proprio da due esposti fatti dal consiglio, uno alla Corte dei conti e uno che porta la firma del consigliere Basilio Rizzo, alla procura.

 

L'ACCUSA
Letizia Moratti dovrà rispondere di abuso
d'ufficio nell'ambito dell'inchiesta su incarichi d'oro affidati dalla Giunta comunali ad alti dirigenti. Un reato che, secondo l'accusa, è andato avanti dal luglio 2006 al febbraio scorso, quando termina la nomina delle nuove consulenze.
Al primo cittadino di Milano spetta l'individuazione delle persone da nominare. Nomine che secondo gli inquirenti avvengono in base a «criteri disattesi». Non si tiene conto dei curricula, della professionalità e della pubblicizzazione interna. Ad esempio, sostiene l'accusa, il fotografo utilizzato dalla Moratti nella sua campagna elettorale diventa parte dell'ufficio stampa.
Un nuovo elemento esterno entra nell'organico di Palazzo Marino.
L'inchiesta, nata anche attraverso anche l'esporto della corte dei conti, ha permesso di scoprire come gli alti dirigenti, in un solo anno, hanno visto triplicato il proprio stipendio: da 50 anche a 140 mila euro. Un meccanismo di nomina che ha visto inoltre, secondo gli inquirenti, una moltiplicazione degli incarichi.