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in La Stampa 30 novembre 2007
Letizia Moratti indagata per
abuso d'ufficio
Inchiesta sugli «incarichi d'oro»
a consulenti esterni. Il sindaco: «Sono serena,
abbiamo reso più efficiente la macchina del
Comune»
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LA
RICOSTRUZIONE - Secondo
gli investigatori «è stata azzerata la memoria
storica del Comune di Milano». L'indagine riguarda
una decina di casi di concussione da parte di tre
alti dirigenti di Palazzo Marino a danno di
funzionari che sarebbero stati forzati ad andare in
pensione nel 2006. Nell'inchiesta del pm Robledo è
emerso da «testimonianze plurime e concordanti» che
una decina di funzionari con ruoli di coordinamento,
a fine agosto 2006, sono stati convocati dai vertici
del Comune e messi davanti a un bivio: andare in
pensione decidendo nel giro di tre giorni al massimo
o essere demansionati con un taglio dello stipendio
che poteva arrivare al 25%. Quegli stessi
funzionari, con un lettera firmata dal sindaco il
mese scorso, sono stati invitati per venerdì 30
novembre alle 18 a Palazzo Reale, dove, nella sala
delle Cariatidi, riceveranno una medaglia di
benemerenza in qualità di dipendenti del Comune per
«la lunga e fattiva collaborazione».
«SONO SERENA» - «Sono
serena e assolutamente certa che l'inchiesta si
concluderà positivamente». È tranquilla e ottimista
Letizia Moratti e si è detta pronta a collaborare
con la magistratura e a fornire tutti gli elementi
necessari. «L'attività di indagine riguarda i
dirigenti nominati all'inizio del mio mandato». Una
attività di cui la Moratti va fiera in quanto ha
portato a «creare maggiore efficienza nella macchina
del Comune, riuscendo a mettere più investimenti al
servizio dei cittadini, 94 milioni di euro in due
anni, e ad abbassare le tasse. Sono orgogliosa della
riorganizzazione che ho fatto e la rifarei. Sono
serena, tranquilla - ha ribadito - lasciamo che la
magistratura possa compiere, come è giusto, le
indagini. Noi collaboriamo pienamente». La Moratti
si è detta anche disponibile a riferire
dell'inchiesta in Consiglio comunale qualora giunga
una richiesta in tal senso dall'assemblea.
LUNEDì IL CONSIGLIO - Una
disponibilità subito accolta. L'ufficio di
presidenza e la conferenza dei capigruppo si
riuniranno lunedì per decidere il calendario dei
lavori. «Ho parlato con il sindaco - ha detto il
presidente Manfredi Palmeri - e seguiremo il
percorso istituzionale. L'ufficio di presidenza e la
conferenza dei capigruppo stabiliranno il programma
dei lavori in cui sarà prevista la presenza del
sindaco in aula». Giovedì il consiglio comunale,
convocato per le 16.30, è stato sospeso e ha ripreso
i lavori alle 17.30. Alla ripresa si è scoperto che
il sindaco non sarebbe intervenuto. Una decisione
duramente criticata dal consigliere della Lista
Uniti per Dario Fo, Basilio Rizzo, firmatario di un
esposto alla Procura. «Questo dimostra una scarsa
sensibilità politica e istituzionale del sindaco -
ha detto Rizzo - che parla con i giornalisti e non
con il Consiglio».
GLI
ALTRI INDAGATI - Altri
quattro dipendenti comunali devono rispondere di
vari reati; tra loro ci sono anche Giampiero
Borghini, ex sindaco del capoluogo lombardo e
attuale direttore generale del Comune, e la sua vice
Rita Amabile. Borghini è accusato di corruzione,
abuso d'ufficio e truffa aggravata, la Amabile di
concussione. Gli altri due indagati sono Alberto
Bonetti Baroggi, capo di Gabinetto, accusato di
truffa aggravata e Federico Bordogna, ex direttore
centrale delle risorse umane, che deve rispondere
del reato di concussione. L'indagine era sta avviata
dalla Procura di Milano ed è condotta dal pm Alfredo
Robledo.
FORMIGONI - «Esprimo piena
solidarietà a Letizia Moratti: sono assolutamente
convinto che presto potrà dimostrare la sua totale
estraneità ai fatti che le vengono contestati» è
stato il commento del presidente lombardo Formigoni.
Appoggio anche vice commissario milanese di Forza
Italia Maurizio Lupi, intervistato dal quotidiano
online Affaritaliani.it. «Chiunque
ha fatto l'amministratore e fa l'amministratore sa
che i cittadini chiedono a un sindaco di
amministrare bene la propria citta. Letizia sta
svolgendo questo ruolo in coerenza con quello che le
è stato chiesto. Cosa che sta facendo nella scelta
dei propri collaboratori e della macchina
amministrativa. Sono preoccupato che la magistratura
diventi uno strumento del confronto politico».
BASILIO RIZZO - «Milano
non merita di avere un sindaco che non sia più che
al di sopra di ogni sospetto - ha detto Basilio
Rizzo -. Non possiamo avere una struttura
amministrativa sotto, e lo dico tra molte
virgolette, ricatto della politica perché questo non
aiuta il funzionamento della macchina comunale. Non
siamo contenti che arrivi la magistratura, avremmo
preferito una soluzione politica». Ma la reazione
della giunta, «nonostante più volte abbiamo chiesto
chiarezza», sarebbe sempre stata «tra il sicuro e
l'arrogante». Chiede un chiarimento anche Emanuele
Fiano, deputato milanese del Pd. «Non c'è dubbio che
da un punto di vista politico il sindaco debba,
innanzitutto alla città, una spiegazione plausibile
del suo comportamento in relazione all'abnorme
numero di consulenze attivate sin dall'inizio del
proprio mandato, che da tempo sono state criticate e
denunciate dall'opposizione in Consiglio comunale».
GUERRA (PDCI) - Chi va
oltre e chiede le dimissioni del primo cittadino è
Luca Guerra, capogruppo dei Comunisti italiani alla
provincia di Milano. «È davvero singolare il
comportamento del sindaco: ha chiesto l'intervento
dell'esercito per garantire la sicurezza della città
e la Guardia di finanza è entrata a Palazzo Marino
per raccogliere i documenti utili all’indagine. Ha
chiesto il rispetto della legge e della legalità,
però ci ha dato un pessimo esempio attraverso i suoi
dirigenti, oggi indagati. Ha urlato "al lupo al
lupo" pensando che questo fantomatico lupo fosse
nella città e tra i campi rom, mentre il lupo è
proprio dentro il palazzo che conta. Chiediamo un
gesto di rispetto verso i milanesi: le dimissioni da
sindaco». Una richiesta simile arriva dal capogruppo
dell'Ulivo Marilena Adamo. «Per il buon
funzionamento dell'amministrazione sarebbe
auspicabile che i due massimi dirigenti indagati per
i fatti che riguardano la loro responsabilità si
astenessero nel periodo delle indagini
dall'esercitare la loro funzione». Il riferimento è
a Giampiero Borghini e Rita Amabile.
CASTELLI - «La notizia
sarebbe se qualche amministratore, ministro o
sindaco di grandi città, non fosse mai indagato per
abuso d’ufficio - ha detto l'ex ministro della
Giustizia, il leghista Roberto Castelli -. Faccio
l’esempio del ministero di Giustizia. Diliberto,
Fassino, Castelli e Mastella: quattro persone
completamente diverse per origine, studi, cultura ed
esperienza politica, tutti e quattro accomunati da
un’unica cosa. Tutti e quattro sono stati indagati
per abuso d’ufficio. Secondo me il sindaco di Milano
reagirà con grande misura ed equilibrio anche se
dentro di sé ribollirà perché si sentirà colpita da
una grande ingiustizia. Conosco Letizia Moratti e
credo che sia una persona adamantina».
Corriere della Sera
30 novembre 2007
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Il Giorno Milano, 29 novembre 2007 - Perquisizioni e acquisizioni di documenti sono in corso a Palazzo Marino nell'ambito dell'inchiesta sulle consulenze d'oro su cui indaga il pm Alfredo Robledo. Il sindaco di Milano Letizia Moratti è indagato per abuso d'ufficio a scopo patrimoniale. Nell'indagine altri dipendenti comunali risultano indagati per concussione.
''Sono orgogliosa dell' organizzazione che ho fatto e la rifarei'': ha detto la Moratti, a margine di un convegno e commentando l'inchiesta della Procura. ''Sono serena e tranquilla - ha aggiunto - lasciamo che la magistratura possa compiere, come e' giusto, le sue indagini. Collaboriamo pienamente. Sono certa che si concludera' positivamente''.
Moratti si è detta pronta a riferirie in consiglio comunale in merito all'inchiesta della procura milanese che la vede indagata insieme ad altre quattro persone di abuso d'ufficio. «Se il consiglio lo riterrà, naturalmente sì», ha risposto Moratti ai giornalisti che le chiedevano se aveva in programma di riferire l'accaduto in consiglio comunale. Tutta l'indagine è, tra l'altro, partita proprio da due esposti fatti dal consiglio, uno alla Corte dei conti e uno che porta la firma del consigliere Basilio Rizzo, alla procura.
L'ACCUSA
Letizia Moratti dovrà rispondere di abuso
d'ufficio nell'ambito dell'inchiesta su incarichi d'oro affidati dalla
Giunta comunali ad alti dirigenti. Un reato che, secondo l'accusa, è andato
avanti dal luglio 2006 al febbraio scorso, quando termina la nomina delle
nuove consulenze.
Al primo cittadino di Milano spetta l'individuazione delle persone da
nominare. Nomine che secondo gli inquirenti avvengono in base a «criteri
disattesi». Non si tiene conto dei curricula, della professionalità e della
pubblicizzazione interna. Ad esempio, sostiene l'accusa, il fotografo
utilizzato dalla Moratti nella sua campagna elettorale diventa parte
dell'ufficio stampa.
Un nuovo elemento esterno entra nell'organico di Palazzo Marino.
L'inchiesta, nata anche attraverso anche l'esporto della corte dei conti, ha
permesso di scoprire come gli alti dirigenti, in un solo anno, hanno visto
triplicato il proprio stipendio: da 50 anche a 140 mila euro. Un meccanismo
di nomina che ha visto inoltre, secondo gli inquirenti, una moltiplicazione
degli incarichi.