ritorna a  www.segnalo.it   selezione di TESTI NORMATIVI


INTESA Governo e Confederazioni sindacali Cgil, Cisl, Uil

su «RILANCIO DEL WELFARE, OCCUPAZIONE, SVILUPPO, TRASPARENZA E RIFORMA DEL SISTEMA PREVIDENZIALE»

 

1 novembre 1997

 

 

 

COMUNICATO STAMPA DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

 

 

            Il Governo, da un lato, e le Confederazioni sindacali Cgil, Cisl, Uil, dall’altro, al termine del confronto sulla riforma dello stato sociale convengono sui testi predisposti per ogni singola materia.

            Gli stessi soggetti si ritroveranno nei prossimi giorni, e comunque non oltre la fine di novembre, per una valutazione conclusiva fra tutte le parti sociali partecipanti al negoziato e per la firma conseguente.

            Il governo e la maggioranza si impegnano a presentare in Parlamento i contenuti dell’intesa per la parte rientrante nella legge finanziaria e a sostenerli al fine dell’approvazione della normativa conseguente.

 

 

 

Roma, 5 novembre 1997

 

 

RILANCIO DEL WELFARE, OCCUPAZIONE, SVILUPPO, TRASPARENZA.

 

3. STATO SOCIALE

 

3.2            Prestazioni dello Stato Sociale

 

Il governo e le parti sociali convengono sulla necessità di razionalizzare l’erogazione di interventi assistenziali e la eventuale compartecipazione alle spese per prestazioni sociali sulla base della sussistenza di determinate condizioni economiche e della capacità di accertarne l’effettiva consistenza.

 

L’obiettivo è  quello di evitare sprechi e abusi e di riservare esenzioni e agevolazioni  ai soggetti e ai nuclei familiari che ne abbiano effettivamente titolo. Lo strumento che si intende predisporre si configura come una sorta di misuratore di reddito convenzionale che opererà solo nei confronti di coloro che chiedono il riconoscimento di un beneficio (es. esenzioni ticket, integrazione al minimo pensioni, ecc.) e che opererà solo ai fini delle esigenze dello stato sociale, senza alcuna estensione o implicazione di ordine tributario.

 

Si intende prevedere un procedimento di calcolo che tenga conto di elementi reddituali e patrimoniali con abbattimenti specifici per la casa di abitazione o in locazione, nonché per i mutui immobiliari, prevedendo una franchigia relativamente al patrimonio finanziario.

 

Il Governo intende introdurre, nell’ambito della manovra di finanza pubblica per il 1998, la normativa relativa alla valutazione della condizione economica per l’ammissione alle prestazioni sociali, attraverso un’apposita delega legislativa che definisca principi e criteri direttivi, riservando alla normativa secondaria la definizione delle concrete modalità operative e procedurali.

 

3.3       Sanità

 

Il confronto tra Governo e parti sociali sui problemi della sanità si è dispiegato in questi mesi nella prospettiva di rafforzare il modello organizzativo del Servizio Sanitario Nazionale a partire dalla riconferma dei principi ispiratori di universalità ed equità.

 

Gli interventi di razionalizzazione e riqualificazione dell’intero comparto, prospettati nel corso della trattativa, hanno trovato una prima risposta nella proposta di Legge Finanziaria per il 1998.

 

Sul versante delle risorse, c’è innanzitutto da registrare l’incremento del Fondo Sanitario nazionale. Dopo dieci anni si interrompe la lunga stagione di sottostima del fabbisogno e di finanziamenti inadeguati. Una stagione accompagnata dalla progressiva formazione di disavanzi sommersi da ripianare a posteriori con il contestuale deterioramento delle capacità di innovazione e sviluppo del settore.

 

La Finanziaria 1998 assegna 8.000 miliardi in più al SSN, i finanziamenti passano infatti da 98.000 a 106.000 miliardi, e stanzia altri 3.000 miliardi per il ripiano dei debiti pregressi nel biennio 1995/’96. Un adeguamento significativo che consente di avviare una nuova fase di certezza delle risorse e quindi di sviluppo qualitativo del sistema, destinando alle Regioni finanziamenti adeguati per rispondere ai bisogni di salute dei cittadini ma anche per completare i necessari interventi di razionalizzazione e riqualificazione dell’offerta sanitaria nell’ambito di una più stringente e chiara responsabilizzazione finanziaria.

 

Chiusa la prima fase del programma straordinario per l’edilizia sanitaria, il Governo ha stanziato per 1998/’99, i primi 2.500 miliardi della seconda fase destinati al completamento o alla ristrutturazione di reparti ospedalieri, laboratori, Residenze Sanitarie Assistite. Nuove procedure permetteranno un accesso più agile ai fondi. Si tratta di un capitolo importante della politica di investimenti in Sanità finalizzato a ridisegnare la rete dei servizi in modo più funzionale alle esigenze del territorio.

 

Nuove risorse –600 miliardi per il 1998- sono state infine individuate per la creazione di un Fondo progetti di innovazione, finalizzato a rafforzare l’offerta di servizi sanitari alternativi al ricovero ospedaliero, l’assistenza domiciliare agli anziani, ai malati cronici e terminali, e ad avviare l’introduzione della Carta sanitaria magnetica nella quale saranno raccolti i dati e notizie sulla «vita sanitaria» di ciascun cittadino e nella quale sarà certificato anche il diritto all’esenzione. Un progetto destinato, tra l’altro a rendere più trasparente il rapporto tra cittadino e SSN.

 

Nel complesso, le misure contenute nella Finanziaria, sono rivolte a favorire un uso più corretto delle risorse sia a livello regionale che aziendale con una riduzione degli sprechi e una maggiore responsabilizzazione di tutti i soggetti pubblici interessati alla programmazione, organizzazione e gestione dei servizi.

 

Sul piano normativo, le proposte del Governo si muovono lungo le seguenti linee d’azione di carattere strutturale che si accompagnano alla definizione del nuovo Piano Sanitario Nazionale per il triennio 1998-2000:

 

a.      completamento del processo di riforma avviato con la regionalizzazione e la aziendalizzazione, con il disegno di legge delega di modifica e integrazione dei decreti legislativi 502 e 517, collegato alla Finanziaria 1998;

b.   lotta alla disoccupazione ed eliminazione del precariato nelle professioni sanitarie;

c.   riordino dell’attuale sistema della compartecipazione alla spesa e delle esenzioni;

d.   politica del farmaco.

 

a.   Il Disegno di Legge delega di modifica e integrazione dei decreti legislativi 502 e 517 risponde all’esigenza, avanzata anche dalle parti sociali, di adeguare il processo di riforma sanitaria alla finalità del SSN e agli obiettivi di equità, efficacia e qualità del sistema.

 

La Delega prevede infatti di:

 

-            rafforzare il ruolo dei Comuni nella programmazione e nella verifica dell’efficienza dei servizi;

-     definire il processo di integrazione socio- sanitaria con una chiara distinzione delle responsabilità finanziarie tra i diversi soggetti istituzionali coinvolti;

-            prevedere un modello generale di accreditamento delle strutture sanitarie che definisca  il rapporto tra pubblico e privato in termini di competizione per la qualità, nel rispetto della programmazione del tetto di spesa e della sicurezza delle prestazioni;

-            rafforzare il ruolo dei medici e dei pediatri di famiglia, integrandoli nella programmazione del lavoro del distretto, in base agli obiettivi del Piano sanitario nazionale;

-     definire le finalità delle forme integrative di assistenza sanitaria disciplinandone il rapporto con i livelli essenziali, efficaci ed uniformi di assistenza previsti dal Piano sanitario nazionale e riformando il trattamento fiscale dei contributi;

-            introdurre elementi di maggiore flessibilità nella gestione dei rapporti di lavoro dirigenziale, da definire attraverso la contrattazione collettiva;

-            coordinare la ricerca in campo sanitario e farmaceutico agli obiettivi di salute del SSN, anche sulla base del piano sanitario nazionale, prevedendo il rigoroso rispetto dei diversi livelli programmatori con una costante azione di monitoraggio e verifica dei risultati raggiunti.

 

b. La disoccupazione e il precariato nel settore sanitario hanno assunto dimensioni ormai insostenibili che richiedono un intervento organico al quale il governo non intende sottrarsi. Il Ministero ha già pronto un disegno di legge per un intervento immediato atto a sanare alcune situazioni di precariato che si trascinano da tempo.

 

E’ stato avviato un Tavolo permanente Sanità – Murst – Regioni – Ordine dei medici – Sindacati – per affrontare il fenomeno nei suoi diversi aspetti e sono già state individuate alcune linee di approfondimento:

 

-            formazione universitaria, con una riforma della Facoltà di medicina e la regolamentazione per legge degli accessi;

 

-            uniformità dell’età pensionabile;

 

-            organizzazione del lavoro.

 

c. Il governo intende perseguire gli obiettivi di una revisione dell’attuale sistema di compartecipazione alla spesa e di esenzioni che, senza aumentare gli oneri complessivi a carico dell’insieme degli utenti, consentano:

 

-            l’accesso comunque gratuito ai programmi di prevenzione e diagnosi precoce; alla medicina di base e ai trattamenti in ricovero ospedaliero;

 

-     una redistribuzione degli oneri a carico degli utenti in modo da tener conto delle condizioni economiche del nucleo familiare, dell’età dell’assistito e della gravità di particolari patologie;

 

-     la determinazione del diritto all’esenzione che prenda in considerazione il nucleo familiare – prevedendo l’introduzione di fattori di correzione volti a mantenere l’autonomia del nucleo anziano convivente -, gli elementi di reddito e patrimonio, la composizione quali-quantitativa della famiglia, le patologie con particolare attenzione a quelle rare;

 

-     la ridefinizione delle patologie esenti più coerente con il quadro epidemiologico nazionale.

 

d. Per quanto riguarda la politica del farmaco il governo è impegnato nella ridefinizione dei prezzi ai fini dell’adeguamento del prezzo medio europeo, con la conseguente opportuna maggiore stabilità per le imprese, non deve mettere in discussione le garanzie di efficacia ed efficienza dei livelli di assistenza per il cittadino e deve tradursi in maggiore qualità, nel quadro delle coerenze con le finalità del SSN.

 

1)   Istituzione del Fondo per le politiche sociali

 

Presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri è istituito il Fondo per le politiche sociali.

 

In attesa dell’entrata in vigore della legge generale di riforma dell’assistenza, obiettivo del Fondo è quello di contrastare le diverse forme di povertà.

 

Finalità del Fondo sono dunque:

 

-            promozione di interventi per la realizzazione di standard essenziali ed uniformi di prestazioni sociali su tutto il territorio dello stato concernenti i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, la condizione degli anziani, l’integrazione e l’autonomia dei portatori di handicap, il sostegno alle famiglie, la prevenzione e il trattamento delle tossicodipendenze, l’inserimento e l’integrazione dei cittadini stranieri;

 

-            sostegno a progetti sperimentali attivati dalle Regioni e dagli enti locali;

 

-            promozione di azioni concertate ai livelli nazionale, regionale e locale per la realizzazione di interventi finanziati dal Fondo sociale europeo;

 

-            sperimentazione di misure di contrasto della povertà;

 

-            promozione di azioni per lo sviluppo delle politiche sociali da parte di enti, associazioni, organismi operanti nell’ambito del volontariato e del terzo settore.

 

Nella fase attuale si conviene sull’ipotesi di sperimentare su scala locale l’introduzione del reddito minimo di inserimento, gestito nell’ambito del Fondo delle politiche sociali che, a differenza degli ammortizzatori sociali, si riferisce a forme di povertà non riconducibili solo alla perdita del lavoro.

 

Trattandosi di una misura sperimentale si propone che essa sia riferita a una platea definita e limitata: le famiglie che hanno figli minori e hanno un reddito sotto la linea della povertà effettivamente accertata.

 

A decorrere dall’anno 1998 gli stanziamenti previsti per gli interventi disciplinati dalle leggi 19 novembre 1987, n. 476, 19 luglio 1991, n. 216, 11 agosto 1991, n. 266, 5 febbraio 1992, n. 104, 28 agosto 1997, n. 284, 28 agosto 1997, n. 285 e dal D.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309 sono destinati al Fondo di cui al comma 1. Il Ministro per la Solidarietà Sociale ripartisce annualmente con proprio decreto, sentiti i ministri interessati, le complessive risorse finanziarie confluite nel Fondo. Sulla base di tale riparto, il Ministro del tesoro apporta le occorrenti variazioni di bilancio.

 

Un apposito decreto legislativo disciplinerà la fase di avvio della sperimentazione.

 

Le somme stanziate per le finalità di cui sopra possono essere utilizzate quale copertura della quota di finanziamento nazionale di programmi cofinanziati dall’Unione Europea.