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"In Giappone si racconta di certi grandi poeti zen 

che scrivevano bellissimi haiku, 

e poi li mettevano in una bottiglia 

per abbandonarli alla corrente di un fiume. 

Per chiunque sia scrittore, questo è un profondo esempio di
mancanza di attaccamento...

E' un esercizio di disinvoltura e di generosità.
Uno scrive, non rilegge, abbandona al mondo ciò che ha scritto."

 

Natalie Goldberg, Scrivere Zen, Ubaldini editore, 1987

Messaggi  nella  bottiglia

"salvataggi":   "si può anche ri - trovare"


Un buon pensiero che abbiamo letto, una cosa che ci abbia colpito nell'ascoltarla, li riportiamo volentieri nel nostro diario. Se ci prendessimo però ugualmente la pena di annotare dalle lettere dei nostri amici osservazioni, caratteristiche, garbati giudizi, detti fugaci e arguti, potremmo divenire molto ricchi. Ci sono lettere che si conservano per non rileggerle mai più, infine viene il giorno che si distruggono per discrezione, e così ne scompare il più bello e più immediato alito di vita, e non sarà possibile né per noi né per altri riprodurlo mai più. Io mi propongo di riparare a questa negligenza...

Johann Wolfgang Goethe - Le affinità elettive


Noi riteniamo che le seguenti verità siano [sacre e innegabili] self-evident (di per sé evidenti): che tutti gli uomini sono creati eguali e indipendenti, che da questa creazione su basi di eguaglianza derivino dei diritti intrinseci e inalienabili, fra i quali la preservazione della vita, la libertà e la ricerca della felicità; che allo scopo di garantire questi diritti, sono istituiti fra gli uomini i governi, i quali ottengono i loro giusti poteri dal consenso dei governati; che ogni qualvolta una qualsiasi forma di governo tenda a distruggere tali fini, è diritto del popolo modificarla o abolirla, e istituire un nuovo governo, che si fondi su principi e che abbia i propri poteri ordinati in modo che appaia maggiormente idoneo al raggiungimento della sicurezza e della felicità

 

Thomas  Jefferson (Stati Uniti d'America, 1743-1826)


Tirannide indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzioni delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno o molti; e a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.

E, viceversa, tirannide parimente si dèe riputar quel governo, in cui chi è proposto al creare le leggi, le può egli stesso eseguire.

 

Vittorio Alfieri, Della tirannide, Biblioteca Universale Rizzoli, 1949, p. 12


MESSAGGI DI BUON ANNO NEL CORSO DEL TEMPO: