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AL QAEDA E HAMAS
I DUE TERRORISMI
di MAGDI ALLAM
 

  dal Corriere - 6 marzo 2006


Di primo acchito può lasciarci increduli il fatto che un notissimo leader del terrorismo globalizzato quale Al Zawahiri, che si è auto-attribuito la missione di riesumare il califfato islamico nel mondo, si scagli contro un personaggio poco conosciuto all'estero, e che tutt'al più aspira alla Padania come il nostro Calderoli.

Non si può scegliere tra due terrorismi

Così come lascia perplessi la drastica scelta tra due terrorismi a cui vorrebbe costringerci Al Zawahiri, quasi dovessimo in definitiva schierarci con i massacratori di israeliani di Hamas perché sarebbero il male minore rispetto agli stragisti di Al Qaeda che seminano morte indiscriminatamente ovunque nel mondo.
Sono due aspetti significativi dell'ultimo discorso del vice di Osama bin Laden che delineano una nuova strategia di Al Qaeda. Che, da un lato, si pone in modo spregiudicato come soggetto politico internazionale rispetto alle tematiche che di volta in volta si prestano alla strumentalizzazione ideologica e, dall'altro, si pone in modo inflessibile come soggetto terroristico globale al punto da mirare a egemonizzare la «guerra santa islamica» contro Israele per colmare il vuoto che Hamas lascerebbe qualora sottoscrivesse una tregua.
L'obiettivo dichiarato di Al Qaeda è di aprire un nuovo fronte del terrore in Israele, individuato insieme all'Iraq e all'Afghanistan come «la principale linea difensiva dell'islam e dei musulmani». «Dobbiamo espellere il nemico crociato-sionista dai Paesi dell'islam in particolare l'Iraq, l'Afghanistan e la Palestina», ha tuonato Al Zawahiri, «le forze che hanno invaso l'islam devono pagare un prezzo esorbitante, devono andarsene sconfitte, devono crollare le loro economie affinché noi si possa edificare sul nostro suolo lo Stato del Califfato islamico se lo vorrà Allah».
Negli scorsi giorni, per la prima volta, il presidente palestinese Abu Mazen ha rivelato la scoperta di un piano di Al Qaeda per compiere attentati terroristici contro Israele a partire dal territorio palestinese. Mentre in passato i responsabili per la sicurezza palestinesi erano arrivati a denunciare che lo Shin Bet israeliano si inventava la presenza di Al Qaeda per poter raccogliere il sostegno internazionale alla lotta contro il terrorismo palestinese. Per un altro verso colpiscono la similitudine e la sintonia nella percezione dell'Occidente come «civiltà degenere», che accomuna Al Qaeda e i leader spirituali dei Fratelli Musulmani.
«Il più nobile dei profeti (Maometto) e nostro Signore Gesù non sono più sacri, mentre il semitismo, l'Olocausto e la perversione sessuale sono diventati sacri», questo è il ritratto fatto da Al Zawahiri dell'Occidente. Lo scorso 3 febbraio nel sermone tenuto nella moschea di Doha, lo sheikh
Youssef Qaradawi, guida giuridica dei Fratelli Musulmani d'Europa, disse: «I danesi e i loro simili non sono né cristiani né Gente del Libro. La gran parte di loro è senza Dio, la loro religione è rincorrere i piaceri sensuali e fare una vita peccaminosa, a partire dal vizio dell'omosessualità».
La predicazione d'odio contro la civiltà occidentale è la stessa. L'obiettivo dello Stato islamico è lo stesso. Cambiano talvolta i mezzi per mera opportunità, anche se non sempre come insegna Hamas. Eppure l'Occidente combatte Al Qaeda e promuove l'ascesa al potere dei Fratelli Musulmani. Loro sanno sfruttare al meglio un caso minuto come l'esibizione della maglietta di Calderoli per ricattare e minacciare l'Occidente. Noi ci cacciamo per ignoranza, viltà e collusione ideologica nella trappola di quelli che consideriamo il «male minore». Questo nostro Occidente rassomiglia alla definizione data da Churchill di una persona conciliante: «Uno che nutre un coccodrillo nella speranza che questo lo mangi per ultimo».