www.segnalo.it - Società, politica cultura - Saggi e Articoli

HOME PAGE

FORMAZIONE    

BIBLIOTECA / CINETECA   

POLITICHE / LEGGI    

TRACCE / SENTIERI

In prima pagina e a pagina 2 dell'inserto IL FOGLIO pubblica i discorsi tenuti durante la fiaccolata da tre oratori: Magdi Allam, Emila Guarnieri, e Riccardo Di Segni.

Ecco il testo del coraggioso intervento di Magdi Allam:
 

Cari amici, non vi nascondo la mia profonda emozione da cittadino italiano, musulmano, laico, nel testimoniare la mia strenua difesa del diritto inequivocabile all’esistenza di Israele.

Cari amici israeliani e ebrei, la vostra battaglia per il diritto di Israele all’esistenza è anche la mia battaglia per il diritto alla vita di tutti, compresi i palestinesi che aspirano legittimamente
a un proprio Stato indipendente, compresi i troppi musulmani vittime del barbaro terrorismo di matrice islamica. Sul terreno del diritto alla vita, tutti noi giochiamo in casa. Ed è una battaglia di civiltà
e per la vita che dobbiamo affrontare insieme e che vinceremo insieme.
Quanto sta avvenendo questa sera a Roma rappresenta a mio avviso una svolta rilevante nell’atteggiamento dell’Italia sul tema cruciale della lotta al terrorismo globalizzato
di matrice islamica e dell’ideologia manichea, nichilista, negazionista che lo alimenta disconoscendo il diritto alla vita propria e altrui. Ed è la stessa ideologia che sottostà alla negazione del diritto di
Israele all’esistenza.  Negazione elevata a strategia di stampo nazista dal presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad, da perseguire con la minaccia delle armi di distruzioni di massa di cui l’Iran è già in
possesso mentre rincorre il sogno dell’atomica.
Grazie alla vostra massiccia partecipazione a questa fiaccolata promossa dal Foglio di Giuliano Ferrara, avete riscattato l’onta che si è abbattuta sulla nostra Italia quando, all’indomani delle efferati
stragi di Madrid e Londra, poco più di un centinaio di persone raccolsero l’invito del sindaco di Roma Walter Veltroni a manifestare in Campidoglio contro un terrorismo che è simile nella sua efferatezza
a quello che insanguina Israele, l’Iraq e molti altri paesi musulmani.
E’ triste constatare che ci sia voluta la minaccia nazista di Ahmadinejad per compattare un fronte interno italiano che non perde occasione per dividersi su tutto.
Questa volta ha prevalso il buon senso e la nostra Italia ne ha tanto bisogno. Così come dopo la seconda guerra mondiale riconoscere de facto lo Stato di Israele è
stato il parametro per vagliare l’eticità di quanti si resero responsabili, complici o conniventi dell’Olocausto, oggi nell’era del terrorismo globalizzato di matrice islamica il riconoscimento del diritto di
Israele all’esistenza è il parametro per vagliare l’eticità di quanti si sono resi responsabili, complici o conniventi dell’ideologia che legittima il massacro di innocenti
strumentalizzando e offendendo l’islam.
Ecco perché chiedo alla classe politica italiana che questa sera ha dato una formidabile prova di maturità etica e politica,
di continuare ad assumere degli atteggiamenti coerenti. Il che significa che non è più possibile stringere la mano e sottoscrivere accordi con chi disconosce il
diritto di Israele all’esistenza. Nella consapevolezza che legittimando e rafforzando i nemici del diritto alla vita di tutti, si continuerà a fomentare insicurezza e con
flittualità ovunque nel mondo.
Noi tutti questa sera dobbiamo ringraziare Israele, faro di democrazia e àncora di libertà in medio oriente. La tenace e risoluta battaglia di Israele per la vita è un
fulgido esempio che deve ispirarci. E si tratta di una battaglia per la vita di Israele ma anche dei palestinesi e dei popoli
arabi circostanti.
Piaccia o meno ma è una realtà storica che i palestinesi hanno potuto incamminarsi sulla via della realizzazione del sogno
di uno Stato indipendente soltanto grazie alla volontà e alla disponibilità di Israele, quando il 13 settembre 1993 Rabin
strinse la mano ad Arafat. Per contro, piaccia o meno, gli stati arabi hanno sempre ostacolato la nascita di uno Stato palestinese.
Da quando, dichiarando guerra al neonato Stato ebraico nel 1948, seppellirono la risoluzione 181 dell’Onu che contemplava
la contemporanea nascita di una entità palestinese. E poi spartendosi i territori palestinesi con l’annessione della Cisgiordania
da parte della Giordania nel 1949 e il passaggio sotto amministrazione egiziana di Gaza fino al 1967. Perché mai gli arabi non consentirono che su quei territori
si desse vita a uno Stato palestinese?
Perché mai sono morti più palestinesi massacrati dagli eserciti arabi che non palestinesi caduti nelle rappresaglie dell’esercito israeliano per contrastare il terrorismo?
Sbagliano quelle forze politiche italiane che hanno disertato questo nostro stupendo incontro immaginando che il riconoscimento senza se e senza ma del diritto
di Israele all’esistenza possa essere
considerato come lesivo del diritto dei
palestinesi a un proprio Stato. La verità è
esattamente opposta. Perché a impedire
la nascita di uno Stato palestinese sono
proprio coloro che disconoscono il diritto
di Israele all’esistenza. Lo prova il fatto
che il terrorismo suicida palestinese
esplose nell’ottobre del 1993 proprio all’indomani
della storica stretta di mano
tra Rabin e Arafat. Da allora con una lunga
scia di sangue israeliano innocente si
vuole in primo luogo impedire il successo
del processo di pace, da parte di gruppi
estremisti palestinesi che disconoscendo
il diritto di Israele all’esistenza di fatto
impediscono la nascita di uno Stato palestinese.
Oggi più che mai tutti coloro che sinceramente
vogliono uno Stato per i palestinesi,
devono anzitutto sostenere senza se
e senza ma il diritto di Israele all’esistenza.
Oggi più che mai tutti coloro che sinceramente
vogliono un mondo arabo e islamico
libero e democratico, devono anzitutto
sostenere senza se e senza ma il diritto
di Israele all’esistenza. Oggi più che
mai tutti coloro che hanno a cuore una comune
civiltà dell’uomo dove trionfi il valore
della sacralità della vita di tutti, devono
sostenere senza se e senza ma il diritto
di Israele all’esistenza.