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TERRORISTI ISLAMICI HANNO PIANI CONTRO INTERESSI IN ITALIA,

RELAZIONE SEMESTRALE DEI SERVIZI DI SICUREZZA  AL PARLAMENTO 2005

 

ROMA - Cellule del radicalismo islamico, composte da soggetti preparati ideologicamente e militarmente nei campi di addestramento in Afghanistan, che si dedicano al reclutamento e all'invio di mujaheddin verso aree di conflitto, sono sempre attive in Italia, specialmente nelle regioni settentrionali dove restano attive anche 'guide spirituali' che diffondono orientamenti radicali. A sottolinearlo sono i Servizi di sicurezza che, nella relazione semestrale al Parlamento, rilevano come per questo e' da considerarsi ''elevato il rischio che grava sul nostro Paese e specialmente sulla presenza italiana all'estero''.
I centri di culto in Italia, in aumento crescente dal 2000, sono 343 al nord, 132 al sud e nelle isole e 88 al centro. L'intelligence, inoltre, guarda con attenzione al fenomeno degli 'imam itineranti', ''sovente di provenienza pachistana, operanti in seno a formazioni transnazionali gia' indicate per la possibile infiltrazione di estremisti in Europa'', e alle loro attivita'in Italia.

Infine, il monitoraggio informativo ha riguardato i convertiti, coloro che ''hanno trovato nell'ultrafondamentalismo islamico una cornice ideologica in cui trasferire una pregressa vocazione militante antimperialista ed antisemita, maturata sia nella destra che nella sinistra extraparlamentare''. E' in questo ambito, secondo gli 007, che si possono realizzare ''le temute sinergie tra attori eversivi endogeni e militanti islamisti''.

TERRORISTI ISLAMICI CERCANO MILITANTI DONNE
L'estremismo islamico cerca nuovi adepti alla causa integralista e li cerca tra le donne. A sottolinearlo sono i Servizi di informazione e sicurezza che, nella relazione semestrale al Parlamento, rilevano come la jihad continua ad utilizzare il web per ''coltivare e diffondere una cornice ideologica radicale'' per guadagnare militanti alla causa integralista. Questi, dicono gli 007, sono ora ricercati tra le donne e per questo e' stata varata nei mesi scorsi ''un'apposita rivista telematica 'Al Khansa' ''.

TERRORISMO INTERNO IN PIENO FERMENTO
Il terrorismo interno e' ''in pieno fermento''. ''L'eterogeneita' delle componenti oltranziste'' dell'eversione in Italia, e ''il confronto dialettico che le attraversa non ne hanno ridotto il fervore operativo e le spinte antisistema''. Questo lo scenario delineato dalla relazione semestrale dei Servizi di sicurezza al Parlamento.

''Solo un esiguo numero di brigatisi'', in Toscana e nel Lazio, e' sfuggito all'azione di contrasto delle forze dell'ordine. ''E' a questi che si rivolgono i proclami dei militanti in carcere, in un contesto di piena sinergia tra vecchio e nuovo brigatismo''.

Le segnalazioni di minaccia raccolte dall'intelligence italiana riguardano la possibilita' che il terrorismo internazionale metta a segno azioni per via marittima e di tipo non convenzionale, sottolinea inoltre la relazione.

JIHAD GLOBALE MINACCIA DI PRIMA GRANDEZZA
''Le attivita' della jihad globale rappresentano a tutt'oggi una minaccia di prima grandezza per la sicurezza nazionale e internazionale''. Lo sottolinea la relazione semestrale dei Servizi di informazione al Parlamento che evidenzia la complessita' del contrasto ad un pericolo, quello del terrorismo islamico, ''polverizzato quanto ai soggetti eversivi e ai territori interessati''.

Inoltre, dice la relazione, la strategia dei sequestri, che il jihadismo ha contribuito a ''spettacolarizzare e politicizzare'' inaugurando una stagione in cui ''tale modalita' operativa ha via via assunto fisionomia strategica, mirando ad indebolire la Coalizione multinazionale e ad ostacolare la normalizzazione del Paese'' preoccupa l'intelligence italiana.

E' allarme tra i servizi segreti, non solo italiani, per il fenomeno del 'reducismo' che, come sottolinea la Relazione semestrale al Parlamento, ''potrebbe far registrare nel medio periodo il rientro in Occidente di mujaheddin, provenienti dal teatro iracheno, con propositi offensivi'', aggiungono i servizi.

Su questo pericolo si e' svolta una riunione ad hoc del 'tavolo tecnico' sul terrorismo, creato dal Cesis, d' intesa con Sismi e Sisde, a cui partecipano rappresentanti del ministero degli Esteri e delle amministrazioni dello Stato interessate. Il dopo tsunami mette a rischio terrorismo l'area piu' colpita, dicono inoltre i Servizi di sicurezza.
Accanto alle acquisizioni relative al perdurante attivismo e all'interazione delle principali formazioni indonesiane e filippine, si registra anche un allarmante acuirsi del confronto 'religioso' in Thailandia.