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DIBATTITO SULLA LAICITÀ
La ragione illuminista e i fanatici del dogma
RALF DAHRENDORF
 

  da Repubblica - 18 novembre 2004


EUGENIO Scalfari ha aperto un dibattito importante. I valori laici della ragione illuminista e della società aperta sono davvero in via di arretramento, per aprire la strada a un nuovo periodo di fervore religioso e di dogmatismo, a una nuova era ideologica? La "fine delle ideologie" è stata dunque un mero episodio?
L´occasione immediata della difesa dei valori secolari sostenuta da Scalfari contro il nuovo evangelismo è data ovviamente ? com´è facile comprendere ? dalle elezioni americane. Tutti i commentatori sembrano infatti concordi nel concludere che in queste elezioni i temi determinanti sono stati quelli di ordine culturale. In un mio precedente articolo per Repubblica ho trattato la questione del conflitto tra le culture conservatrice e liberale. Non è il caso però di estremizzare l´interpretazione delle elezioni americane. George W. Bush ha vinto, ma di stretta misura; e i motivi che hanno spinto gli elettori a optare per l´uno o l´altro dei candidati sono molteplici e talvolta oscuri. Bush non è stato votato solo dai cristiani evangelici, ma anche dai liberisti, dai nazionalisti, dai repubblicani tradizionali e da molti altri.
Ma in effetti, l´interpretazione di una consultazione elettorale è importante quasi quanto il suo esito ? e questa considerazione ci riporta al tema trattato da Scalfari. Certo, le cose sono cambiate in questi ultimi dodici anni, da quando il candidato Clinton si era detto: «È l´economia, stupido!». Se oggi la questione cruciale fosse stata quella economica, la vittoria sarebbe andata a Kerry. Mentre gli americani, nonostante il deficit e il calo dei nuovi posti di lavoro, hanno optato per Bush. In lui hanno visto qualcosa che veniva incontro a una loro esigenza profonda. Bush ha fatto appello alla passione, non alla ragione, offrendo quelle certezze che un uomo culturalmente liberale come Kerry non ha voluto dare. Certezze che nel caso di Bush vanno attribuite in parte al carattere, a una sua coerenza di natura semplice se non sempliciotta, e in parte anche dall´esibizione di un senso fideista della religione.

La ragione illuminista e i fanatici del dogma

Si apre qui una questione cruciale per il mondo postmoderno, a lungo caratterizzato dall´affermarsi di un atteggiamento aperto, pronto alla sperimentazione e all´uso fiducioso della ragione. È stato quest´atteggiamento a far avanzare le cose, con la forza propulsiva dell´innovazione, della crescita, del progresso - tutta la gamma dei valori associati alla modernità. Le certezze semplici, ivi comprese quelle della religione, venivano associate al passato, al pessimismo culturale, all´oscurantismo e a tutto ciò che ha ostacolato il progresso.
Ma non sempre la ragione illuminista ha prevalso. I totalitarismi del XX secolo, di certo nelle versioni fascista e nazional-socialista, hanno fatto rimbalzare indietro la società in quella che lo storico americano Fritz Stern definisce "la politica della disperazione culturale". Ma i fanatici di quei movimenti erano i soli a credere che fosse quella la via del futuro. E in ogni caso, nel 1945 e poi nel 1989, queste ideologie regressive sono state sconfitte.
Da allora hanno dominato la scena i valori illuministi della società aperta. Potrebbe darsi però che siano andati al di là del segno. Troppi vincoli e riferimenti della vita sociale si sono lasciati cadere cammin facendo; e molti hanno smarrito i legami con la famiglia, la comunità locale e persino con l´ambiente di lavoro e la società civile. Nel corso di questo processo, la religione era diventata un elemento marginale e facoltativo, un optional, e per molti aveva perduto ogni importanza. La separazione tra Chiesa e Stato, o tra la fede e la vita quotidiana, ha reso sempre più irrilevante la religione e le sue istituzioni. Si è diffuso un crescente senso di smarrimento, con l´instaurarsi di quella che Emil Durkheim ha definito l´anomia - un venir meno delle leggi, con tutto ciò che ne consegue per l´individuo e per la società.
Ma un altro elemento ci riporta al tema delle elezioni americane: la questione mediorientale. È cessato il primato decennale dell´economia, che sembrava fornire la prova di un futuro sempre più improntato alla razionalità. La grande bolla del 2000 è esplosa lasciando dietro di sé un profondo senso di dubbio. Nei paesi sviluppati la povertà è andata aumentando, e nel resto del mondo - in particolare in Africa e in molte nazioni ove l´Islam è la religione dominante - le prospettive di progresso economico si sono sempre più allontanate.
È questo il clima in cui prospera il fondamentalismo: un fenomeno che in Europa sembra mantenere per ora dimensioni relativamente modeste. Ma in campo politico regna la confusione. Si vedono crescere strani partiti, i cui successi sono spesso temporanei ma nondimeno significativi. In molti casi questi schieramenti fanno appello a un diffuso bisogno di appartenenza, come nel caso della Lega Nord in Italia, dell´United Kingdom Independence Party in Gran Bretagna o dei cosiddetti partiti neonazisti in Germania. È possibile che anche gli europei si attendano dal ritorno delle ideologie un appiglio, un punto fermo a cui fare riferimento, per non sentirsi più abbandonati unicamente alle proprie risorse individuali.
Chiaramente, è in atto una fondamentale mutazione degli atteggiamenti: un fenomeno forse temporaneo, che però potrebbe essere anche il segnale di uno sconvolgimento tettonico. Sul futuro non possiamo avere certezze. Ma proprio in tempi come questi, chi come noi è legato ai valori illuministi deve tener duro e difendere i propri convincimenti, sia in privato che in pubblico. Viviamo in un mondo incerto, in cui nulla è più importante della libertà di sperimentare vie nuove e di rettificare la rotta qualora si riveli sbagliata. Il dogmatismo è l´opposto della libertà, e il diniego della libertà è il segno dell´abbandono di ogni speranza. Perciò, se la ragione esce sconfitta in una o anche in più elezioni, non è il caso di disperare, ma piuttosto di riaffermare, con Scalfari e fortunatamente con moltissimi altri, i valori illuministi che ci guidano.
I precedenti articoli sulla laicità sono stati pubblicati il 7, 8, 10, 15 e 16 novembre
(Traduzione di Elisabetta Horvat)