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L’Authority che non parte
CHI HA PAURA DEI VOLONTARI
di WALTER PASSERINI

 

 

 

dal Corriere - 20 febbraio 2002

 

 

Chi ha paura del non profit? La domanda è d’obbligo, se si osservano le vicende che ancora oggi impediscono la nascita a Milano della cosiddetta Authority del Terzo settore. Una vita travagliata davvero quella della futura agenzia, che stenta a decollare. All’appello manca ancora il decimo componente della squadra: sono le Regioni a doverlo nominare, ma non trovano un accordo. Roba da non credere. Eppure la designazione di Milano come sede non è in discussione. C’è un presidente nominato, Lorenzo Ornaghi, pro-rettore dell'Università Cattolica, persona autorevole e competente. Ci sono altri otto componenti individuati, tra i quali spiccano alcune nomine di chiara matrice politica, insieme ad altre che denotano una scelta di competenza (due tra tutte, quelle di Gian Paolo Barbetta e di Salvatore Pettinato). Ma manca il decimo uomo, anche se nel convegno che si è tenuto lunedì a Milano, lo stesso ministro del Welfare, Roberto Maroni, a cui spetta la competenza del volontariato, è stato costretto a precisare che, in assenza della nomina delle Regioni, entro i primi giorni di marzo l’Authority verrà comunque insediata.
La tormentata vicenda dell’Authority è la metafora della nostra qualità amministrativa e politica, che la scelta di Milano capitale del volontariato dovrebbe sancire. Riusciranno i componenti dell’Authority, con il sostegno di tutto il mondo del non profit, milanese e non, a farla diventare davvero una esperienza di eccellenza?
Si sa, infatti, dopo un tormentato dibattito, a che cosa finalmente dovrebbe servire l’agenzia. Nata con un vizio genetico minimalista (sarebbe dovuta servire, secondo alcuni, esclusivamente a verificare la conformità dei requisiti delle cosiddette Onlus, le organizzazioni non lucrative, per avere diritto ai vantaggi fiscali previsti dalla legge) sotto l’egida del ministero delle Finanze, la nascente Authority ha arricchito via via i suoi compiti, per assumere una funzione non di puro controllo fiscale, ma di animazione, promozione e sviluppo del non profit. Una doppia funzione, quindi, che potrebbe non piacere a qualcuno.
In parallelo al dibattito sull’Authority, infatti, si è sviluppato da un lato un aumento di attenzioni e di interessi intorno al Terzo settore, e dall’altro la consapevolezza dell’enorme flusso di risorse economiche che, su questo mondo, dovrebbe rovesciarsi, secondo quanto previsto dalla altrettanto tormentata vicenda dele Fondazioni bancarie. Centinaia di milioni (di euro) che andranno devoluti per legge in iniziative a sostegno del non profit.
Proprio per questo, sarebbe quindi indispensabile e non più dilazionabile l’effettivo decollo di un’Authority forte e competente, in grado non solo di individuare gli eventuali «abusivi», ma anche e soprattutto di indicare linee- guida e principi di efficacia nel deflusso di risorse cospicue.
Milano sede dell’Authority ha quindi un compito importante ed emblematico. Un compito di buon governo. Perché il mondo del volontariato e della sussidiarietà possa crescere e svilupparsi senza ipoteche e senza trasformarsi necessariamente in business.