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RECENSIONE: LA CECITA’ NON E’ UGUALE IN OGNI PAESE DEL MONDO.

 

Si dice comunemente che l’Unione Europea è e sarà sempre presente nella vita del cittadino medio residente nei Paesi che ne fanno parte.

Sono state abbattute le barriere doganali, armonizzati i vari sistemi fiscali, abbiamo raggiunto l’ambito traguardo della moneta unica, qualcuno, con un pizzico di sarcasmo, talvolta si lamenta perché la burocrazia di Bruxelles giunge a disciplinare minuziosamente anche particolari insignificanti come la lunghezza degli zucchini commercializzabili o il peso minimo dei cetrioli.

Eppure, se tutto ciò resta indiscutibilmente vero, non mancano ancora importanti “buchi neri” in questo processo di omogeneizzazione continentale. L’assistenza, assieme ai settori della scuola e della sanità, rappresenta certamente un eloquente esempio di questa mancata integrazione sia a livello legislativo che amministrativo.

Non esistono infatti, negli attuali 15 paesi U.E., ed ovviamente ancora di più tra i 10 nuovi Membri attesi nel 2004, né parametri comuni per la definizione di invalidità e disabilità, né tanto meno la predisposizione di un pacchetto di interventi univoci sul piano qualitativo.

Risulta pertanto quanto mai apprezzabile lo studio recentemente realizzato dal giovane giurista non vedente Marco Pronello intitolato: “Cecità e Ordinamenti Giuridici”.

L’agile e interessante documento si propone, se pur partendo da un settore specifico come quello della disabilità visiva, di evidenziare tutta una serie di squilibri e lacune nella legislazione continentale a favore di questa categoria di portatori di handicap sensoriale.

L’interesse di Pronello si estende comunque anche al di là del ristretto ambito europeo. Egli analizza con attenzione anche tutta una serie di problematiche relative ai paesi extracomunitari ed in particolare al terzo mondo.

Gli aspetti che egli prende principalmente in considerazione sono: eventuali limitazioni alla capacità di agire da esse causate, gli interventi di natura assistenziale e previdenziale ed infine la complessa questione relativa ai diritti degli editori sui testi messi a disposizione dei non vedenti in forma digitale come CD-room, Internet, libri sonori, ecc. Dalla sua ricerca, sempre peraltro condotta utilizzando un linguaggio accessibile a tutti, emerge un quadro riflettente una realtà assai variegata e bisognosa di intervento. Tanto per fare un esempio: la medesima persona giudicata disabile visiva magari in Olanda, potrebbe non ottenere il medesimo grado di invalidità sul territorio italiano. Vale dunque la pena di approfondire non pochi aspetti di questo interessante lavoro.

Il volume è pubblicato dall’Associazione Piemontese Retinopatici e Ipovedenti (A.P.R.I.) per i tipi dell’editore torinese “Elena Morea”, pagine 112.

Il prezzo è di 4 Euro, ma l’A.P.R.I. è lieta di mettere a disposizione degli interessati un certo numero di copie in omaggio.

Per informazioni e ordinativi tel. 011/6648636.

Marco Bongi.