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MEDIAZIONE FAMILIARE: SCHEDA

La mediazione familiare è un valido strumento
per la soluzione di controversie nate all'interno
della famiglia, purtroppo ancora poco conosciuto
ed applicato in Italia. Sebbene si tratti di un
utile sistema per comporre ogni disaccordo
familiare, la mediazione trova le sue più
frequenti applicazioni in caso di separazione e
divorzio. E' bene sottolineare (per sgomberare il
campo da un equivoco piuttosto frequente) che la
mediazione non ha lo scopo di condurre i coniugi
a una riconciliazione (compito, eventualmente,
della terapia di coppia), bensì di portare i
coniugi, che hanno già deciso di separarsi o di
divorziare, ad un accordo sulle condizioni della
loro separazione o del divorzio, evitando così
procedimenti giudiziari lunghi e costosi, tanto
dal punto di vista economico che emotivo.
Il mediatore familiare - figura professionale
qualificata, in genere un avvocato o uno psi cologo,
dotati di una specifica preparazione - gestisce il
processo di mediazione come un terzo imparziale,
aiutando la coppia a comunicare in maniera
costruttiva e ad assumere decisioni responsabili
e informate. L'ostacolo alla formazione di un
accordo per la separazione o il divorzio, infatti,
molto spesso non nasce da una insormontabile
diversità di esigenze o punti di vista, ma
innanzi tutto da un difetto di comunicazione: i
coniugi non riescono a parlare fra loro, o non
riescono a farlo in modo pacato e costruttivo, a
causa delle tensioni e incomprensioni esistenti fra
loro. Il mediatore, dunque, interviene sulla
comunicazione fra le parti, ma non fornisce pareri
o suggerimenti sulle decisioni da adottare, né
tanto meno si sostituisce alle parti - come un
giudice o un arbitro - nell'adottare tali
decisioni. Saranno i coniugi stessi a concordare
le condizioni della separazione o del divorzio
L'intervento del mediatore, dunque, consiste
nell'aiutare le parti a chiarire quali sono le
questioni sulle quali bisogna trovare un accordo,
fornire loro tutte le informazioni necessarie,
in primo luogo di tipo legale, valutare e tenere
presenti le esigenze dei figli, ponderare tutte
le possibilità di scelta esistenti, chiarire le
reciproche richieste per giungere a un accordo
giusto, duraturo e soddisfacente per entrambe.
Il processo di mediazione si svolge durante un
ciclo di incontri e, generalmente, si conclude
con la redazione di un documento scritto che
riassume tutti i punti sui quali si è raggiunto
un accordo. Le questioni oggetto dell'accordo
possono essere tanto quelle riguardanti l'affidamento
dei figli, quanto quelle patrimoniali relative al
mantenimento del coniuge e/o dei minori, o alla
divisione dei beni. Il documento redatto dal
mediatore non è legalmente impegnativo, ma gli
accordi raggiunti dalle parti e riassunti in tale
documento potranno formare il contenuto di contratti
o di atti redatti dagli avvocati che rappresenteranno
le parti nel procedimento di separazione consensuale
o di divorzio congiunto. Gli incontri con il
mediatore sono confidenziali: tutte le informazioni
apprese dal mediatore sono riservate e soggette al
segreto professionale. Qualunque sia l'esito della
mediazione svolta, il mediatore non può intervenire
nel successivo procedimento di separazione o divorzio:
se avvocato non potrà rappresentare uno solo dei coniugi,
se psicoterapeuta o assistente sociale non potrà
fornire consulenze di parte o d'ufficio.
I benefici della mediazione, identificati da
importanti studi sociologici condotti nei paesi
(Gran Bretagna e Stati Uniti) in cui quest'ultima
è molto più diffusa che in Italia, sono molteplici
e vanno da una notevole riduzion e dei costi per
le spese legali e della durata dei procedimenti,
al mantenimento di relazioni civili ed amichevoli
dopo la separazione o il divorzio.
Si constatano inoltre una maggiore facilità nel
raggiungere accordi - specialmente se riguardanti
la vita dei figli - ed un minore impatto traumatico
della separazione e del divorzio sui figli.
Un ulteriore, notevole beneficio, infine, consiste
in una migliore riorganizzazione della propria vita
sociale ed affettiva dopo la crisi del matrimonio,
determinata dal venir meno di sentimenti di rancore,
ostilità e fallimento.

Alla lettera risponde l'Avv. Wanda Lops
della Redazione di www.divorzionline.it

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