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Approvati alla Camera i primi sei articoli della legge, bocciata l’inseminazione eterologa
Fecondazione, no ai donatori
Procreazione assistita solo all’interno della coppia. Diritto alla terapia per i conviventi, single esclusi Muro dei cattolici, il ruolo di Casini. Protestano le donne. Il Vaticano: errore sulle famiglie di fatto

 

dal Corriere - 13 giugno 2002


Non sarà più possibile, per le coppie sterili, ricorrere a un donatore esterno. La Camera, che ha approvato i primi sei articoli della legge sulla fecondazione, ha infatti bocciato l’inseminazione eterologa. La procreazione assistita sarà consentita solo all’interno della coppia. Una decisione duramente contestata dall’opposizione, che teme i «viaggi della speranza» all’estero. Anche le «coppie di fatto» potranno ricorrere alle tecniche di procreazione assistita «omologa», mentre sono esclusi i single e gli omosessuali. Per il Vaticano, il riconoscimento del diritto dei conviventi a ricorrere alla terapia è un errore, un via libera indiretto alla legalizzazione delle famiglie di fatto. La seconda giornata di votazioni ha di nuovo spaccato i Poli. I cattolici hanno fatto muro. Il ruolo di Casini. Protesta delle donne. Alle pagine 2 e 3

Accattoli, Folli, Guerzoni Porciani, Serra e Zuccolini


No della Camera alla fecondazione eterologa
Bocciata la tecnica che utilizza il seme estraneo alla coppia. Via libera all’omologa anche per le unioni di fatto. Esclusi gay e single

ROMA - «È vietato il ricorso a tecniche di procreazione medicalmente assistita di tipo eterologo». Tre righe appena, approvate dalla Camera dei deputati al culmine di una giornata tra le più tormentate di questa legislatura. Dopo il riconoscimento dei diritti del «concepito», il blocco cattolico trasversale ai Poli ha raggiunto due obiettivi chiave. L’approvazione (con 276 sì e 150 no) dell’articolo 4 della legge sulla fecondazione artificiale, che vieta il ricorso a un donatore estraneo alla coppia. E l’esclusione dei «single» dalle tecniche per la procreazione assistita, che dovranno essere applicate con gradualità e nel modo meno invasivo possibile. È consentita solo la fecondazione omologa, che utilizza gameti provenienti dalla coppia: una tecnica cui si potrà ricorrere solo quando sia stata accertata l’impossibilità di risolvere la sterilità. Alla fecondazione omologa potranno accedere le coppie maggiorenni, sposate o conviventi. Ma se i centri specializzati apriranno le porte alle «coppie di fatto», dovranno dire no a quelle omosessuali. La legge, che potrebbe essere approvata martedì alla ripresa del voto, appare più restrittiva rispetto alle norme in vigore in altri Paesi: l’opposizione denuncia il rischio dei «viaggi della speranza» all’estero. Ultimo nodo cruciale, le misure di tutela dell’embrione.


LO SCONTRO - La battaglia ha visto maggioranza e opposizione dividersi secondo coscienza (anche il governo ha lasciato libertà di voto). Otto ore di contraddittorio appassionato, a tratti infuocato, non hanno mutato le posizioni di partenza. Laici contro cattolici, alleanze politiche lacerate da convinzioni etiche e religiose. La maggioranza dei Ds ha votato a favore dell’eterologa, la componente cristiano-sociale contro. Le donne della Margherita si sono fronteggiate a colpi di citazioni bibliche. Unici gruppi compatti: Udc e Lega, contrari alla fecondazione eterologa. E, sul fronte opposto, Prc e Pdci, contrari a una legge definita «orrenda» e «oscurantista».


ETEROLOGA - Per due volte il fronte trasversale dei cattolici ha rischiato di finire in minoranza. Tutti gli emendamenti all’articolo 4 con cui Ds, Rifondazione, Pdci, Verdi e popolari della Margherita speravano di consentire il ricorso alla fecondazione eterologa, sono stati respinti. Non hanno avuto miglior fortuna alcuni emendamenti firmati da esponenti laici della Cdl. Alessandra Mussolini di An, Bobo Craxi e Chiara Moroni del Nuovo Psi si son visti bocciare un emendamento che avrebbe consentito la fecondazione eterologa caso per caso, dopo il parere di una commissione scientifica. Sottoscritto «in corsa» dai forzisti Alfredo Biondi e Niccolò Ghedini e votato a scrutinio segreto, è stato respinto per otto voti di scarto. Un soffio.


SOLO LE COPPIE - L’articolo 5, approvato integralmente, prevede che possano accedere alle tecniche «coppie di maggiorenni di sesso diverso, coniugate o conviventi, in età potenzialmente fertile, entrambi viventi». Respinto invece, a larga maggioranza (356 no, 64 sì, 16 astenuti) un emendamento del leghista Alessandro Cè, che escludeva le coppie di fatto «in difesa della famiglia tradizionale». Contrario Ignazio La Russa, di An: «La convivenza ha pari dignità».


ALTRI NODI - Con gli articoli 2, 3 e 6 la Camera ha detto sì a uno stanziamento di due milioni di euro per la ricerca e sì al consenso informato. I consultori dovranno prospettare alle coppie la possibilità di un’adozione. Restano da discutere passaggi delicati: la possibilità di adottare embrioni già prodotti, il numero di embrioni che possono essere impiantati e l’aborto selettivo di gravidanze plurigemellari.
Monica Guerzoni


IL GINECOLOGO
«In Svezia la soluzione giusta: il registro dei padri biologici»
Giuseppe Benagiano: «Nella legge ci sono incongruenze, occorre tutelare la donna»

ROMA - In Gran Bretagna sono stati stabiliti i princìpi generali. I casi non contemplati dalla legge vengono sottoposti all’esame di una Commissione governativa che decide se autorizzare le procedure richieste. Giuseppe Benagiano, segretario della federazione mondiale dei ginecologi, ex direttore dell’Istituto Superiore di Sanità, guarda al modello inglese sulla procreazione medicalmente assistita come uno dei migliori in Europa. Secondo lei il divie t o di ricorrere alle tecniche eterologhe danneggerà le coppie sterili che saranno obbligate a rivolgersi a centri esteri?
«È un argomento che non mi convince. L’eterologa è ammessa in tutta Europa ma ciò non significa che l’Italia non abbia il diritto di escluderla. Certo è fatale che questo limite condurrà le coppie più danarose all’estero. Una discriminazione, ma non è l’elemento determinante in favore dell’eterologa».
E qual è la ragione per cui queste tecniche dovrebbero trovare asilo anche da noi?
« Diversi studi hanno dimostrato che i figli dell’eterologa sul piano psicologico e fisico non sono danneggiati, sono uguali ai figli dell’omologa. Quindi trovo che queste metodiche siano compatibili con una legge che si propone di tutelare tutti i soggetti, compreso il concepito».
Ha delle proposte?
«Era stata ipotizzata la creazione di un’ authority che decidesse caso per caso se permettere l’uso dell’eterologa quando altre strade fossero impraticabili. Era una buona ipotesi . Una soluzione condivisibile l’hanno trovata gli svedesi, non certo dei bigotti. L’eterologa è ammessa così come il diritto del figlio a conoscere una volta maggiorenne il genitore biologico. C’è un registro di donatori».
Come giudica la legge in discussione ?
« Temo che la formulazione iniziale risulti d’ostacolo alle coppie e alla donna. Si dovrebbe evitare di entrare nei dettagli, come hanno scelto gli inglesi. È una legge che segue un tipo di impostazione filosofica. E questo a mio parere è sbagliato. I parlamentari non dovrebbero lasciarsi guidare dalla loro etica personale ma dalla necessità di arrivare a norme che non danneggino donna e bambino . Il testo contiene alcune incongruenze».
Quali?
«Viene permessa la diagnosi preimpianto sugli embrioni ma poi è previsto che gli embrioni vadano comunque trasferiti in utero. E questo anche se sono portatori di anomalie genetiche che mettono a rischio la salute del bambino. Non ha senso procedere in questo modo. Di fronte alla prospettiva di un figlio seriamente malato la donna potrebbe decidere di abortire. Non le sembra una mostruosità?».
Margherita De Bac mdebac@corriere.it


L’AVVOCATO
«Stabilire i divieti e le sanzioni: questa sarà la sfida più delicata»
Annamaria Bernardini de Pace: «Come comportarsi con chi andrà a concepire all’estero?»

MILANO - Da donna, si sente sollevata. Da avvocato, si sente angosciata. Perché, in ogni caso, l’esclusione della fecondazione eterologa dalla legge a tutela del concepimento, che il Parlamento sta faticosamente approvando, nasconde una serie di insidie poi difficili da gestire. Almeno in assenza di regole lungimiranti. Proviamo a individuarle. Avvocato Annamaria Bernardini de Pace, chiariamo anzitutto una cosa. L’embrione è giuridicamente tutelato oppure no?
«Su questo punto è molto preciso l’articolo 1 del codice civile: la capacità giuridica si acquista con la nascita. Non prima. Altrimenti sarebbe impossibile abortire. Gli embrioni hanno dei limitatissimi "diritti": la capacità di ricevere donazioni e di essere destinatari di disposizioni testamentarie. Ma, di fatto, questi diritti si acquisiscono con la nascita».
Passiamo alla fecondazione assistita omologa. Quali sono i limiti da un punto di vista legislativo?
«I limiti stanno, appunto, nell’assenza di una legge. Perché finora i giudici hanno agito in mancanza di regole precise. Bisogna, invece, poter prevedere situazioni limite: come quello della donna che dopo la separazione decida l’impianto di un embrione, senza il consenso del padre. Ebbene, quella donna può intentare causa di riconoscimento e la vincerebbe anche».
Rappresenta un vantaggio o uno svantaggio l’aver vietato la fecondazione eterologa?
«Il tema è delicatissimo. Vietare una cosa implica sanzionarla. Che cosa fare, allora, con quanti andranno all’estero per concepire un bambino? E cosa fare nel caso di un padre che volesse disconoscere il figlio concepito con lo spermatozoo di un donatore? La sua argomentazione sarebbe inappuntabile: "Io non sono il genitore biologico e per giunta il bambino è nato illegalmente". Ora, è chiaro che si tratta di ipotesi fantascientifiche. Ma il senso è che bisogna adeguare la legislazione».
Ipotizziamo che una coppia vada all’estero. Il donatore può arrogarsi qualche diritto sul nascituro?
«Lo escludo. La donazione dello sperma è anonima e il principio vigente è lo stesso delle adozioni, che sono anonime».
La legge in discussione alla Camera non contempla l’utero in affitto.
«E per fortuna. Solo una volta, nel 2000, il tribunale di Roma ha autorizzato l’affitto dell’utero, come "manifestazione di solidarietà tra donne". Ma il nostro codice civile considera madre colei che partorisce il bambino. Inoltre, la madre biologica che non partorisce e comunque riconosce il figlio, commette un reato: quello dell’alterazione di stato».
Elvira Serra


Solo una ventina le strutture pubbliche che, per ora, offrono gratuitamente le tecniche più sofisticate. Liste d’attesa di due anni
I costi dell’intervento? Da 650 a 3.500 euro nelle cliniche private

MILANO - Una ventina, non di più. Sono gli ospedali pubblici in grado di offrire alla donna le tecniche di fecondazione assistita più sofisticate, purché con ovuli e spermatozoi della coppia (fecondazione omologa). Con un costo zero - situazione messa ora in pericolo dalla nuova legge - e una lista di attesa che oscilla da uno a due anni. Fornisce questa stima Eleonora Porcu, che dirige il centro di cura della sterilità e fecondazione assistita dell’Ospedale Sant’Orsola di Bologna. Il grande business , comunque, avviene nel privato. Con quali costi? «Un vero e proprio listino prezzi non c’è - risponde Elisabetta Chelo, già presidente dei Cecos Italia, responsabile del Tecnolab di Milano, centro privato di fecondazione assistita - perché le tariffe anche fra i centri aderenti al Cecos, 23, oscillano di circa mille euro. Esiste, comunque, un prezzo di riferimento». Inseminazione artificiale: con il seme del partner (detta omologa) costa 650 euro, con il seme di un donatore (definita eterologa) costa 750 euro. Si tratta del metodo più semplice: il seme dell’uomo viene iniettato in utero.
Fivet (dopo avere stimolato la produzione di ovuli, questi vengono prelevati e messi in provetta con gli spermatozoi e poi gli embrioni vengono trasferiti in utero): 3.000 euro, tutto compreso, dalla stimolazione ormonale fino al test di gravidanza. Oggi il 40% delle nascite da fecondazione assistita avviene con questa metodica.
Icsi (la microiniezione di un singolo spermatozoo all’interno di un ovulo; il procedimento avviene in provetta e, una volta fecondato, l’ovulo viene trasferito in utero): 3.500 euro. Questa tecnica, che sembra garantire la più alta percentuale di successi, viene oggi adottata nel 60% dei casi.
Congelamento di embrioni: 250 euro; il loro scongelamento e trasferimento in utero 750 euro.
Franca Porciani