torna a: REGIONE LOMBARDIA


Da gennaio il piano regionale assegna nuove competenze. I sindacati: aumentano gli anziani a rischio
L’Asl lascia l’assistenza ai privati
I servizi saranno appaltati, in arrivo i «buoni» per gli istituti convenzionati

 

dal Corriere - 31 ottobre 2002


Sono 83.400 gli anziani a Milano con gravi problemi di salute, spesso non autosufficienti. Il loro primo problema è la solitudine: il 41 per cento, infatti, vive da solo. Poi bisogna fare i conti con il bilancio familiare: secondo un’indagine Irer-Università Cattolica, uno su quattro con il proprio reddito fatica ad arrivare alla fine del mese. In questo contesto si inserisce la riforma regionale dei servizi socio-sanitari e socio-assistenziali. Che dal 2003 verranno «appaltati» ai privati. La novità vale per gli anziani, ma non solo.
Il piano sociosanitario della Regione Lombardia, infatti, stabilisce che dal primo gennaio dell’anno prossimo i servizi a domicilio garantiti dalle Asl vengano «appaltati» all’esterno, a società accreditate (pubbliche, private o non profit). A operare l’accreditamento sarà direttamente l’unità sanitaria locale. La responsabilità passa alla Regione su proposta dalle Asl, invece, nel caso dei servizi residenziali o semiresidenziali (è il caso del ricovero degli anziani in case di riposo).
Intanto il consiglio comunale di Milano si prepara ad approvare il Piano di zona per le politiche sociali. Che comporterà anch’esso una forte delega ai privati: il 70 per cento dei fondi gestiti da Palazzo Marino verrà assegnato tramite buoni o voucher da spendere nelle strutture convenzionate direttamente dal Comune.
Querzè e Vecchi a pagina 51


Centomila anziani ogni giorno in difficoltà
Da gennaio l’assistenza passa dalle Asl ai privati. I sindacati: i servizi oggi sono insufficienti

Tantissimi, eppure invisibili. Sono gli 83.400 anziani di Milano con seri problemi di salute. Spesso non autosufficienti. Per loro l’appartamento è una tana in cui chiudersi in solitudine: il 41 per cento, infatti, vive da solo. Con un opprimente assillo a far da compagno: la difficoltà dell’arrivare alla fine del mese. Il problema-anziani è molto sentito dall’assessore alle Politiche sociali, Tiziana Maiolo. Che dice: «Continuo a sperare che il taglio ai trasferimenti deciso dal governo non pesi su tutti gli assessorati allo stesso modo. Il sindaco è molto sensibile a queste problematiche...».
In questo contesto si inserisce la rivoluzione regionale dei servizi assistenziali e sanitari per gli anziani (ma non solo). Dal 2003, infatti, Regione e Comune passano la palla ai privati. Su questo risultato convergono due provvedimenti. Da una parte la Asl di Milano, dal primo gennaio dell’anno prossimo, sarà tenuta ad appaltare all’esterno i servizi socio-sanitari. Meccanismo diverso ma stesso risultato per ciò che riguarda i servizi socio-assistenziali garantiti dal Comune: una norma regionale obbliga Palazzo Marino ad assegnare il 70 per cento dei fondi direttamente ai cittadini tramite buoni o voucher. Da spendere presso istituti convenzionati.


I SERVIZI DEL COMUNE - «A oggi il Comune fornisce servizi socio-assistenziali a poco più di 4.500 persone. Un numero, secondo noi, insufficiente. Vista la crescita degli over 65 in città, bisognerebbe almeno raddoppiare», lamenta Ardemia Oriani, segretario generale dello Spi-Cgil di Milano. La maggiore novità, per questo tipo di servizi, riguarda il coinvolgimento dei privati. La prima tappa dell’esternalizzazione sarà l’approvazione in consiglio comunale di un «Piano di zona del Comune di Milano» per le politiche sociali. Approvazione prevista entro il 15 novembre, pena il rischio di perdere i fondi triennali stanziati dalla legge 328/ 2000. Una norma regionale ha stabilito che la maggior parte di questi fondi (il 70 per cento, per l’esattezza) siano garantiti ai cittadini attraverso buoni (assegni veri e propri) o voucher che danno diritto a un servizio all’interno di strutture accreditate. «Il processo di accreditamento deve ancora partire, ma contiamo di essere pronti dal 2003», assicura l’assessore Tiziana Maiolo.


I SERVIZI DELL’ASL - «A oggi sono circa 6.100 gli anziani che possono contare sull’assistenza socio-sanitaria della Asl - continua Ardemia Oriani dello Spi- Cgil -. Anche in questo caso, dal primo gennaio la maggior parte del servizio sarà assegnato ai privati: lo stabilisce il piano sociosanitario regionale della Lombardia». In concreto, sarà direttamente la Asl di Milano ad accreditare le strutture che potranno fornire l’assistenza a domicilio. Per quanto riguarda, invece, i servizi residenziali o semiresidenziali (il ricovero all’interno di case di riposo convenzionate, per intenderci) a portare a termine l’accreditamento dovrà essere la Regione, su proposta della stessa Asl.


I SINDACATI - I sindacati dei pensionati lamentano a Milano un’insufficienza dei servizi assistenziali e sanitari per gli anziani. Secondo un’indagine dell’amministrazione comunale, in collaborazione con Irer e Università Cattolica, il 30 per cento degli over 65, pari a 83.400 cittadini, hanno seri problemi di salute o non sono del tutto autosufficienti. «A fronte di una domanda di assistenza in continua crescita, nel piano che sarà approvato in questi giorni il Comune mantiene il servizio offerto fino a oggi, senza accrescerlo in maniera sostanziale come sarebbe necessario», lamenta Oriani.
«Ma c’è anche un’altra questione - si inserisce Luigia Alberti, segretario generale della Fnp-Cisl di Milano -. La delega dei servizi al privato presuppone un attento controllo della qualità. Il Comune sarà in grado di assicurare queste verifiche? E ancora: la Regione si appella alla libertà di scegliere dei cittadini. Ma non esiste libertà di scelta se i cittadini non sono sufficientemente informati». «Per questo motivo chiediamo al Comune di istituire uno "Sportello unico per l’anziano" in ogni zona», conclude Oriani, dello Spi- Cgil.


COMUNE E REGIONE - L’assessore alle Politiche sociali del Comune, Tiziana Maiolo, approva l’idea degli sportelli: «L’ho detto anche ai sindacati, si può fare. Prima, però, vogliamo dare la precedenza a un numero verde per informare i cittadini su tutti i servizi sociali comunali».
Le posizioni restano distanti, invece, per quanto riguarda l’apertura ai privati. Sostiene l’assessore: «Su questo punto mi trovo d’accordo con la Regione: una maggiore concorrenza porterà a un miglioramento del servizio. La gente è perfettamente in grado di scegliere a seconda delle proprie esigenze. E mi sorprende che siano proprio i sindacati e la sinistra a sostenere il contrario».