Il cinema racconta ... DIPENDENZE
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* 28 giorni
di Thomas, Betty, USA 2000, 103'
I 28 giorni sono quelli che, per ordine di un giudice, è costretta a passare in un centro di riabilitazione per drogati
e alcolizzati la giornalista Gwen Cummings che, tra cocaina, whisky e altri eccitanti, vive sopra le righe. Ha
combinato un guaio più grosso, sabotando, ubriaca, la festa di nozze della sorella e sfasciando poi la limousine,
che ha “preso in prestito”. Seguono tragicomiche peripezie tra tossici e alcolisti di vario genere.
* AMARSI
di MANDOKI LOUIS, USA 1994, 125
Un marito, pilota di linea, che l'ama; due figliette deliziose; un impiego: non manca niente ad Alice che, invece, si
dà all'alcol, liquido rivelatore di un'immaturità. 2 ore per smontare e ricostruire un matrimonio con l'aiuto degli
Alcolisti Anonimi: un vero e proprio manuale.
* AMORE TOSSICO
di CALIGARI CLAUDIO, ITA 1983,
Ambientato a Ostia e dintorni, è, in chiave di cinema-verità, una fiction di cui sono interpreti veri giovani drogati
(proletari, sottoproletari e piccoli borghesi) con le braccia trafitte di buchi e di lividi, le fantasie e pulsioni di morte,
i comportamenti e le liturgie, il ribaldo vitellonismo, la pena e il disordine del vivere, la tetra allegria. Fu definito un
film “tagliato”, come si dice dell'eroina (o del vino), fatto di “roba” buona (efficace) e di “roba” meno buona,
persino cattiva, come nel finale retorico e melodrammatico. Film postpasoliniano per l'ambientazione, l'onesto
atteggiamento frontale, il linguaggio disadorno e lucido che nasce dal rispetto e suscita pena.
* LE CENERI DI ANGELA
di PARKER ALAN, USA 1999, 145'
Nel 1935 dopo la morte di una neonata, la famiglia McCourt – padre, madre e quattro maschietti – lascia Brooklyn
per tornare a Limerick, la città più santa e più piovosa dell'Irlanda cattolica, dove Frank, il maggiore dei figli, passa
dall'infanzia all'adolescenza in una miseria nera, illuminata dalla presenza della madre Angela e dalla volontà di
tornare negli Stati Uniti.
* C'ERA UNA VOLTA IN AMERICA
di LEONE SERGIO, USA 1984, 220 '
All'origine dell'ultimo film di Leone (1929-89) c'è il tempo con la sua vertigine. Come struttura narrativa, è un
labirinto alla Borges, un giardino dai sentieri incrociati, una nuova confutazione del tempo. La sua vicenda
abbraccia un arco di quasi mezzo secolo, diviso in 3 momenti: 1922-23, quando i protagonisti sono ragazzini,
angeli dalla faccia sporca alla dura scuola della strada nel Lower East Side di New York; 1932-33, quando sono
diventati una banda di giovani gangster; 1968, quando Noodles (R. De Niro), come emergendo dalla nebbia del
passato, ritorna a New York alla ricerca del tempo perduto. È un film di morte, iniquità, violenza, piombo, sangue,
paura, amicizia virile, tradimenti. E di sesso. In questa fiaba di maschi violenti le donne sono maltrattate; la
pulsione sessuale è legata all'analità, alla golosità, alla morte, soprattutto alla violenza. È l'America vista come un
mondo di bambini.
* CHAPPAQUA
di ROOKS CONRAD, USA 1966,
Giovane americano tossicodipendente si fa ricoverare a Parigi in cura da uno specialista. Tra incubi e
allucinazioni fugge dalla clinica per procurarsi la droga ma viene ripescato. Scritta, diretta e interpretata da C.
Rooks (e fu il suo unico film) è una storia autobiografica d'effetto che attrasse i giovani degli anni '60 per la
splendida colonna musicale di Ornette Coleman e per la rappresentazione allucinata e surreale dei miti della beat
generation.
* DOLCE COME SEI
di POPE ANGELA, 1988,
* DRUGSTORE COWBOY
di VAN SANT JR GUS, USA 1989,
Due coppie di tossici attraversano gli States nei primi anni '70, rapinando drugstores, braccati da un poliziotto. La
loro vicenda è raccontata in flashback dal capo (M. Dillon in gran forma) della “famiglia” che vorrebbe uscire dal
tunnel. Sceneggiatura del regista e di Daniel Yost da un romanzo autobiografico inedito di James Fogle, scritto in
carcere. 2o film di Van Sant dopo Mala Noche (1985), piccolo film indipendente in bianconero, ha il merito di
raccontare i personaggi con lucidità, senza compiacimenti né moralismi, con una forza visiva di grande efficacia
nella sua scioltezza, suggerendo le radicali scelte esistenziali che sono all'origine della loro vita allo sbando sotto
il segno dell'eccesso.
* EASY RIDER
di HOPPER DENNIS, USA 1969,
Billy e Wyatt, detto Capitan America, partono sui loro choppers (motociclette degli hippy dei '60). Fanno molti
incontri, piacevoli e no. Nel viaggio di ritorno sono uccisi a fucilate. Il più famoso “film di strada” della storia del
cinema. Il tema classico del viaggio si mescola con quelli della cultura alternativa degli anni '60: marijuana, musica
pop, protesta hippy, pacifismo, crisi del mito americano
* GIORNI PERDUTI
di WILDER BILLY, USA 1945, 98'
Preda dell'alcol per consolarsi degli scarsi successi letterari, scrittore in crisi allontana da sé il fratello e la donna
che lo ama. Tenta il suicidio, ma la donna non si rassegna. Tratto da un romanzo di Charles Jackson, è il film più
germanico (espressionista) del geniale B. Wilder: un classico dell'alcolismo (rappresentato come vizio solitario
che sfocia, alla lettera, in uno spettacolo “solitario”), sullo sfondo di una New York allucinata. Consigliabile (o
no?) a chi beve più di un litro al giorno. 4 Oscar: miglior film, regia, sceneggiatura
* HOLY SMOKE
di Campion, Jane, ,
L'anziano PJ Waters, esperto nordamericano del deprogrammare giovani plagiati da sette religiose, è chiamato in
Australia da una famiglia borghese per riconvertire ai valori della civiltà occidentale la giovane Ruth che si era
“persa” in India, incantata da un guru e dalla prospettiva di raggiungere l'illuminazione. Durante i tre giorni di
terapia in una capanna del deserto i ruoli s'invertono: Waters si fa deprogrammare dall'attrazione sessuale per
Ruth. Come il solito, J. Campion affronta i suoi temi preferiti: le inquietudini di una identità fluttuante, le regole
sociali e le loro trasgressioni, la sessualità e i suoi fantasmi, il rapporto tra personaggi e ambiente. Lo fa con la
sua arte delle variazioni e del contrappunto, con il coraggio delle situazioni estreme e della mescolanza dei toni,
con la coniugazione di uno sguardo critico e di un'energia romanzesca
* LEGGE 627
di TAVERNIER BERNARD, FRA 1992, 140 '
Come lavora la squadra antidroga in un commissariato di Parigi. (Il 627 è l'articolo del Code de la Santé publique
che indica le infrazioni su detenzione, traffico e consumo degli stupefacenti.) È il caso raro di un poliziesco
realistico, fuori dalle mitologie e dagli stereotipi. Racconta un'attività più che una storia, è corale ma ha un
protagonista: Lucien Marguet detto Lulu (D. Bezace), poliziotto per passione. Passano attraverso lui il discorso,
lo sguardo lucido, l'indignazione, il puntiglio documentaristico di B. Tavernier, regista eclettico nella scelta delle
storie e dei temi, ma fedele a uno stile, a un impegno etico e civile.
* LA LUNA
di BERTOLUCCI BERNARDO, ITA 1979,
Dopo la morte del secondo marito, cantante italo-americana parte da New York per l'Italia col figlio adolescente
Joe, quasi alla ricerca delle proprie radici, cercando vanamente di proporle a Joe perché ci si aggrappi. A Roma
scopre che il ragazzo si droga e, nel disperato tentativo di recuperarlo, ha con lui un rapporto incestuoso.
Incontro finale col padre del ragazzo. Film sul rapporto madre-figlio e sulla pulsione incestuosa che ne è il
sottofondo fantastico, è fondato sul tema della mancanza (della figura paterna, ma anche materna, dunque
dell'amore) e sul giuoco di specchi tra realtà e finzione, vita e spettacolo nelle forme del melodramma lirico (G.
Verdi)
* MAGNOLIA
di Anderson, Paul Thomas, USA 2000, 188
In un giorno piovoso a San Fernando Valley, ai bordi di Los Angeles, s'intrecciano molte storie che fanno capo a
9 personaggi principali: un vecchio miliardario (J. Robards) in fin di vita, assistito dalla moglie isterica , troppo
tardi innamorata, e da un infermiere volonteroso ; suo figlio , invasato predicatore maschilista che lo odia; un
ragazzino , campione di quiz in TV; un ex ragazzino prodigio fallito; un anziano conduttore TV dal turpe passato
e sua figlia cocainomane; un goffo poliziotto che s'innamora di lei. Il 3o film di P.T. Anderson – che l'ha anche
scritto e coprodotto – sarà ricordato per la pioggia finale delle rane, evento (biblico? apocalittico?) con cui si
vorrebbe – come nella struttura narrativa e nelle ambizioni di amaro affresco sociale – echeggiare America oggi
di Altman. Sono tutte storie d'amore: negato, rimpianto, cercato, immaginato, manipolato, trovato, tradito,
sprecato.
* MY NAME IS JOE
di LOACH KEN, GB 1998, 105'
A Glasgow (Scozia) il proletario Joe, ex alcolista e disoccupato, allena una scalcinata squadra di calcio,
composta di improbabili atleti emarginati come lui, nella quale gioca l'amico Liam, sposato con una
tossicodipendente. Grazie a lui, Joe s'innamora, ricambiato, di un'assistente sociale, ma, per saldare i suoi debiti
con un boss della droga, si compromette in un traffico sporco e perde la donna amata
* Niagara, Niagara
di Gosse Bob, USA 1997, 97'
Adolescente allo sbando, dedita all'alcol con cui cerca di esorcizzare la sindrome di Tourette di cui è affetta,
Marcy (R. Tunney) si unisce al coetaneo ladruncolo Seth (H. Thomas), anch'egli con problemi di rapporti
interpersonali. Diretti a Toronto, compiono piccole rapine e inconsulti atti di violenza fino al tragico epilogo, non
lontano dalle celebri cascate. 2o film indipendente di B. Gosse (1963), scritto da Matthew Weiss, valse alla sua
giovanissima protagonista la Coppa Volpi della migliore attrice alla Mostra di Venezia 1997. Oltre a un intermezzo
di lirica serenità in cui spicca un solitario anarchico e iconoclasta (M. Parks), c'è un'interessante dimensione
tragicomica
* QUANDO LA BESTIA URLA
di DE TOTH ANDRE', USA 1957,
Barney Ross, eroe di Guadalcanal, ammalato di malaria viene curato con la morfina. E diventa tossicodipendente.
Una buona sceneggiatura (basata sulla storia vera dell'ex pugile B. Ross) e un'ottima interpretazione per un
degno film di basso costo.
* REGALO DI NATALE
di AVATI PUPI, 1986,
Nella notte di Natale quattro amici e un industrialotto, presunto pollo da spennare, si trovano per una partita di
poker che dovrà essere, in molti sensi, un regolamento di conti. Come si addice a una partita di poker, che è il
fulcro del film, c'è suspense, ma vien fuori bene anche la conoscenza che il bolognese Avati ha della vita in
provincia. I personaggi sono ben disegnati e serviti da attori che hanno le facce giuste
* SMOKE
di WANG WAYNE, USA 1995, 110'
Esordio in sceneggiatura per Paul Auster (1949), autore di 6 romanzi, con una storia ambientata a Brooklyn nella
zona di Park Slope dove Auster vive da una quindicina d'anni. Scandito con fluida eleganza in 5 capitoli che
hanno il nome dei personaggi principali – Paul (W. Hurt), che sta elaborando il lutto della moglie amatissima,
uccisa in una rapina; Rashid (H. Perrineau Jr.), che cerca il padre che non conosce e finisce ospite di Paul;
Auggie (H. Keitel), proprietario di una tabaccheria; Ruby (S. Channing), che ha una benda sull'occhio e vuol
convincere Auggie a occuparsi della figlia tossica che ha avuto da lui; Cyrus (F. Whitaker), con il suo braccio
meccanico – Smoke non racconta una storia, ma sviluppa situazioni il cui epicentro è la tabaccheria nella quale si
raccontano molte storie (e si elogiano le delizie del fumo). È un film molto parlato, con personaggi normali ed
eccentrici insieme che, se esistessero, meriterebbero l'Oscar della simpatia
* SMOKE
di Wang, Wayn, ,
Esordio in sceneggiatura per Paul Auster (1949), autore di 6 romanzi, con una storia ambientata a Brooklyn nella
zona di Park Slope dove Auster vive da una quindicina d'anni. Scandito con fluida eleganza in 5 capitoli che
hanno il nome dei personaggi principali – PauL , che sta elaborando il lutto della moglie amatissima, uccisa in una
rapina; Rashid , che cerca il padre che non conosce e finisce ospite di Paul; Auggie , proprietario di una
tabaccheria; Ruby , che ha una benda sull'occhio e vuol convincere Auggie a occuparsi della figlia tossica che
ha avuto da lui; Cyrus , con il suo braccio meccanico – Smoke non racconta una storia, ma sviluppa situazioni il
cui epicentro è la tabaccheria nella quale si raccontano molte storie (e si elogiano le delizie del fumo).
* TRANSPOTTING
di BOYLE DANNY, GB 1996,
Tratto dall'omonimo romanzo (1993) di Irvine Welsh sceneggiato da John Hodge. Ambientato in una zona
suburbana di Edimburgo, è la storia del tossicomane Mark e della sua banda di amici: brutti, sporchi, cattivi e
ladri, ma nella loro insolenza ribalda suscitano pena e simpatia, più che paura, orrore o schifo. È il 1o film che in
modo esplicito racconta una storia di drogati dal loro punto di vista. Il contesto non è abbellito
* L' UOMO DAL BRACCIO D'ORO
di PREMINGER OTTO, USA 1955, 120'
Professionista del poker – con moglie paralitica per colpa sua – si dà alla droga ma cerca disperatamente il
riscatto nell'amore di una dolce entraîneuse. F. Sinatra in gran forma, bella musica di Elmer Bernstein (prima
partitura jazz scritta interamente per un film), splendido bianconero di Sam Leavitt per un melodramma robusto e
poco plausibile sulla droga