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Il cinema racconta ...
MORIRE
* 3 giorni per la verità
di Penn Sean, USA 1995,
Un gioielliere, la cui figlia è stata uccisa da un automobilista ubriaco, aspetta sette anni che il colpevole esca di
prigione per incontrarlo, concedergli tre giorni di vita e poi ucciderlo. 2o film di S. Penn regista – che l'ha anche
sceneggiato – più che di una vendetta, è la storia di un'ossessione
* L' AMICO AMERICANO
di WENDERS WIM, 1977,
Dal romanzo Ripley's Game (1974) di Patricia Highsmith: trafficante di quadri induce pacifico corniciaio malato di
leucemia a diventare sicario, ma poi gli si affeziona e interviene nel meccanismo che ha messo in moto. La
Highsmith non amò il film perché il suo soave Ripley è diventato un tormentato esistenzialista alcolizzato, ma, a
modo suo, il film è eccitante, piacevole e profondo come il romanzo. In questo thriller esistenziale non contano i
fatti, ma il malessere che suscitano, il ritratto dei personaggi e l'analisi dei loro rapporti, l'energia mescolata alla
malinconia e all'umorismo, a mezza strada tra Hitchcock e Fuller che compare nel film con altri registi-gangster:
Nicholas Ray, Daniel Schmid, Peter Lilienthal. Film sulla morte, sul movimento, sull'amicizia virile, e riflessione sul
cinema americano rielaborato con occhi europei.
* ANGELS IN AMERICA
di NICHOLS MIKE, USA 2004,
1985: mentre Dio ha abbandonato il Paradiso, l’Aids semina morte. Prior confessa al suo amante Lou di essere
malato ed egli lo abbandona. Pitt, avvocato mormone, entra nel Dipartimento di Giustizia grazie alla
raccomandazione del faccendiere Cohn. La moglie di Pitt, Harper, vive un matrimonio senza sesso e si imbottisce
di psicofarmaci. Un angelo invita Prior ad essere profeta della Stasi: la madre di Pitt e 'Belize', il suo amico
infermiere, lo aiutano a decidere.
* AUTUMN IN NEW YORK
di CHEN JOAN, USA 2000, 106'
Lui ha quarantotto, occhi strizzati, maglioncino girocollo e capello ben coiffato, non resiste alla conquista e non
è, per definizione, "matrimoniale". Lei ne ha ventidue, parla come una dodicenne, ha una malattia probabilmente
incurabile, una passione per Emily Dickinson, per le perline, le farfalle e per abiti di un kitsch vezzoso. Tra i due
nasce l'amore.
* AVVISO DI CHIAMATA
di KEATON DIANE, USA 1999, 93'
Le tre sorelle Eve , Georgia e Maddy si tengono in contatto continuo per telefono , ma quando il loro bizzarro
padre deve essere ricoverato in ospedale, è la sensibile Eve che se ne occupa.
* BLADE RUNNER
di SCOTT R., USA 1982,
Nella Los Angeles del 2019 ex poliziotto torna in servizio per ritirare dalla circolazione due uomini e due donne
“replicanti”, androidi prodotti di un'ingegneria genetica, così perfetti da risultare indistinguibili dai normali esseri
umani. Ispirato al romanzo Ma gli androidi sognano pecore elettriche? (1968) di Philip K. Dick, è il miglior film di SF
degli anni '80; dopo Metropolis (1926) di F. Lang nessun film, forse, aveva proposto un'immagine così suggestiva
e terribile del futuro come la metropoli multirazziale, modernissima e decadente.
Analisi del film: R. Menarini, Ridley Scott. Blade Runner, Lindau, Torino
* IL CARO ESTINTO
di RICHARDSON TONY, 1965, 115'
Dal romanzo (1948) di Evelyn A. Waugh: giovane poetastro britannico, sbarcato a Los Angeles, si mette in
contatto con Radure Sussurranti, ditta esclusiva di pompe funebri, per i funerali dello zio suicida. Con l'apporto
degli sceneggiatori Christopher Isherwood e Terry Southern, il regista, forte del successo di Tom Jones, tira
fendenti satirici sui pilastri del modo americano di vivere: culto dei morti, TV, pubblicità, superalimentazione,
zoofilia, misticismo fumoso, consumismo, non risparmiando Hollywood, le forze armate, gli speculatori edilizi, la
missilistica. Sgangherato, pletorico e insieme lacunoso, il film offre una memorabile galleria di ritratti al vetriolo
grazie a una folta compagnia di attori che comprende anche la preziosa incarnazione di erotismo funebre,
Anjanette Comer
* LE CHAT - L'IMPLACABILE UOMO DI SAINT-GERMAIN
di GRANIER DEFERRE, FRA 1972, 86'
Una coppia di coniugi anziani vive in un quartiere di Saint-Germain. Un tempo si erano molto amati, oggi si odiano
e non si parlano mai. Lui raccoglie un gatto abbandonato, lei lo elimina. Ma le loro due vite sono indissolubilmente
unite. In un faccia a faccia patetico ad armi uguali, J. Gabin e S. Signoret danno il meglio di sé stessi. È un film da
vedere: una riflessione sul mondo di Georges Simenon e sul realismo poetico degli anni '30.
* DEAD MAN WALKING
di ROBBINS TIM, , 122'
Dall'omonimo libro autobiografico (Bompiani ed.) di suor Helen Prejean. Una suora cattolica accetta di visitare
Matthew Poncelet, condannato a morte per stupro e duplice omicidio, ne diviene l'assistente spirituale, s'impegna
per il suo riscatto etico-religioso (“Ogni persona vale più della sua peggiore azione.”). L'esecuzione avviene per
iniezione in un carcere della Louisiana. Più che un'arringa contro la pena di morte (applicata in 36 Stati su 50 che
compongono gli USA, con circa 300 esecuzioni all'anno), è un film che – come Decalogo 5 di Kieslowski –
mostra, suggerisce, dimostra che le esecuzioni legali tendono a essere barbare e orribili come gli omicidi
commessi dagli individui.
* DEMONI E DEI
di CONDON BILL, USA 1998, 105'
Le ultime settimane della vita del regista inglese James Whale (1886-1957) che, pur avendo diretto a Hollywood
20 film tra il 1930 e il 1941, è noto soltanto per i suoi 4 titoli fantastici: i primi 2 Frankenstein sonori (1931 e 1935),
L'uomo invisibile (1933) e The Old Dark House (1931), inedito in Italia. Fu trovato annegato il 29-5-1957 nella
piscina della sua villa di Los Angeles.Il film si concentra - tra molti flashback di memoria - sul rapporto (inventato)
tra il vecchio, disilluso e malato regista e il suo giardiniere Clayton Boone atletico ex marine, ingenuo ma tutt'altro
che stupido. Poco di erotico in questo rapporto: s'insinua l'ipotesi (romanzesca) che Whale voglia soltanto
provocarne la schietta eterosessualità per farsi uccidere da lui. Il titolo originale deriva da una battuta del barone
scienziato di La moglie di Frankenstein (più volte citato) dove brinda a “un nuovo mondo di dei e mostri”.
* DI CHI E' LA MIA VITA
di Badham John, USA 1981,
Kenneth Harrison, scultore di grande avvenire, rimasto paralizzato in un incidente, scopre di non poter più
scolpire e di dover dipendere per sempre dalle cure altrui. Anche la pietà di coloro che lo amano aggrava la sua
pena: ingaggia quindi un avvocato per ottenere il diritto all'eutanasia.
* IL DOLCE DOMANI
di EGOYAN ATOM, CAN 1997, 112'
La tragedia ha colpito un paese del New Hampshire: un autobus scolastico finisce in un laghetto ghiacciato,
provocando la morte di tutti i bambini e i ragazzi trasportati. Due soli superstiti: l'adolescente Nicole, inchiodata su
una sedia a rotelle, e l'adulta Dolores che conduceva il bus. Arriva sul posto l'avvocato Stephens che cerca di
convincere i genitori delle vittime a chiedere i danni in sede giudiziaria. Non è un film di denuncia sociale né un
dramma giudiziario o una detective-story. I suoi temi sono altrove: la sopravvivenza a una tragedia familiare,
l'elaborazione del lutto, il senso di colpa degli adulti quando un bambino muore, la convivenza con il dolore.
* FEARLESS - SENZA PAURA
di WEIR PETER, USA 1993, 121'
Dal romanzo di Rafael Yglesias che l'ha anche sceneggiato. Sopravvissuto a un incidente aereo in cui ha perso
il migliore amico, un architetto di San Francisco ha una complessa reazione psicologica che lo allontana dalla
moglie e dal lavoro. Frequenta una giovane donna, sopravvissuta come lui, che nell'incidente ha perso il bambino
e la aiuta a riprendersi. Con due interpreti di grande efficacia, una avvincente e interessante analisi psicologica
sul tema della morte scampata e del senso di onnipotenza che ne deriva
* FILM BLU. LA LIBERTA'
di KIESLOWSKI KRZYSZTOF, POL 1994,
Analisi del film: C. Simonig, KIESLOWSKI KRZYSZTOF, Film blu, Lindau, Torino
* GENTE COMUNE
di REDFORD ROBERT, USA 1980, 122'
La vita ordinata e serena dei Jarrett di Chicago è devastata dalla morte di uno dei due figli. L'altro è straziato da
un forte senso di colpa. Uno psichiatra li aiuta.
* IL GIARDINO INDIANO
di MURRAY M. MC, GB 1980,
Rimasta vedova, Helen decide di dedicarsi al giardino esotico che il marito aveva “costruito” in molti anni, dopo il
loro ritorno dall'India. È aiutata da Ruxmani, un'indiana sua vicina con la quale fa amicizia. Scritto da Elisabeth
Bond e diretto dall'esordiente M. McMurray, è un film elegante al femminile di una malinconia evocativa e
struggente
* HAROLD E MAUDE
di HASHLEY HAL, USA 1971, 90'
Ricchissimo, afflitto da madre possessiva, incline a mettere in scena finti suicidi, il giovane Chasen fa amicizia
con una contessa ottantenne che gli insegna il gusto della vita e della libertà
Nella sua mescolanza di toni, è un testo tipico da fine anni '60 che rivendica il diritto alla fantasia, alla marginalità,
alla libertà individuale.
* IN THE BEDROOM
di Field Todd, 2001,
Una tranquilla famiglia del Maine viene sconvolta dalla morte del figlio ventenne: ad ucciderlo, un colpo di pistola
esploso dall’ex marito della donna con la quale il giovane stava da alcune settimane. L’esordio registico
dell’attore Todd Field si caratterizza per la capacità di descrivere con efficacia ed un sottile, ma crescente, velo
di inquietudine la tranquilla normalità di una famiglia modello americana. La scomparsa del figlio e l’elaborazione
del lutto cambiano segno ad una quotidianità già scritta e fanno emergere dolori, rancori e desideri di vendetta.
Ingiustamente paragonato a La stanza del figlio per il tema centrale che tratta.
Straordinari tutti gli interpreti. 5 nomination agli Oscar, ma nessuna statuetta.
* LE INVASIONI BARBARICHE
di ARCARD DENYS, CAN/FRA 2003, 99'
Rémy, ex docente universitario e gran donnaiolo, ha un cancro. Il figlio Sébastien, broker di successo a Londra,
torna nel Québec con la fidanzata per assisterlo. Esasperato dalla burocrazia che affligge la sanità pubblica,
Sébastien sborsa somme ingenti per assicurare al padre (col quale ha sempre avuto rapporti tesi) il massimo dei
comfort. Al capezzale di Rémy, intanto, si riuniscono l'ex moglie e i vecchi amici, per aiutarlo a sopportare la
tragica realtà e il peso dei ricordi…
* LAST DAYS
di VAN SANT GUS, USA 2005,
Gli ultimi giorni della vita di Blake (alias Kurt Cobain, il leader dei Nirvana morto suicida nel 1994 a ventisette anni)…
* LA LEGGENDA DEL RE PESCATORE
di GILLIAN TERRY, USA 1991, 137
Sconvolto dalla morte violenta della moglie, un prof. di storia medievale si fa barbone alla deriva e va alla ricerca
del Santo Graal tra i grattacieli di New York. L'aiuta un disc-jockey che si sente indirettamente responsabile della
sua disgrazia. Storia di amicizia e di amore in cui la commedia si mescola al dramma e al melodramma, il realismo
alla fantasia, il sentimentalismo alla violenza, i grattacieli e i bassifondi metropolitani ai castelli e ai cavalieri del
Medioevo
* IL MARE DENTRO
di AMENABAR ALEJANDRO, SPA 2004, 125
La vera storia di Ramón Sampedro, tetraplegico spagnolo, che per anni ha combattuto per ottenere il diritto
all'eutanasia. A sostenerlo su due posizioni opposte, Julia e Rosa, che si trovano a fare i conti con i principi che
hanno regolato fino a quel momento le loro vite
* Il mestiere delle armi
di Olmi Ermanno, ITA 2001, 105'
Nel novembre 1526 Joanni de' Medici, capitano di ventura al soldo di papa Clemente VII, suo zio, conduce azioni
di guerriglia a nord del Po per fermare la marcia su Roma degli Alemanni dell'imperatore Carlo V, guidati da Zorzo
Frundsberg. Ferito dalla palla di un falconetto, dopo quattro giorni di agonia per cancrena, muore in Mantova a
soli ventott'anni..
Olmi fa il suo 1o film “epico” in cadenze antiepiche che è, in filigrana, una meditazione sulla morte di profondo
respiro religioso e di forte tensione etica, ma anche sull'onore, il coraggio, il dolore, la metamorfosi tecnologica
della guerra che la rende ancora più disumana
* Moonlight Mile
di Silberling Brad, 2003,
Invece di focalizzare la perdita come un momento di disperazione e di sbandamento totale, riesce a mostrarci
l'ironia quasi assurda delle obbligatorie "relazioni sociali" o i momenti di imperatività che nascondono il rifiuto della
situazione, senza mai essere grottesco e comunicando comunque la presenza della persona senza mai
mostrarla o ricorre a flashback melensi. Perché alla fine è sempre così, la vita va avanti e noi ci buttiamo a
capofitto in mille attività tentando di dimenticare ed aspettando qualcosa che ci metta la sopravvivenza di nuovo
sotto una luce positiva.
Che Joe (Jake Gylleenhaal) sia ospite dei suoceri per il funerale della sua fidanzata lo capiamo solo dopo aver
visto qual sorta di strano rapporto li leghi.
Che Ben (Dustin Hoffman) e Jo Jo (Susan Sarandon) siano i genitori di quella che sarebbe dovuta essere la
moglie di Joe, è un'altra cosa di cui acquisiamo consapevolezza lentamente.
Ma soprattutto che ciò che vediamo non è ciò che ci si aspetterebbe, che il rapporto che lega i protagonisti è
decisamente particolare e che ci sono molti sottintesi e mezze verità, è la vera essenza del racconto. Quello che
manca a noi spettatori è in realtà il pezzo di vita che manca a Joe ed a Bertie (Ellen Pompeo), due persone
trascinate dalle corrente a cui serve solo una piccola spinta per raggiungere la riva. Come dicono i Rolling
Stones nel loro pezzo che da il titolo al film: "vivo solo per stare disteso accanto a te, ma sono a circa un miglio di
Luna di distanza", una distanza ormai incolmabile.
Un film sicuramente sentimentale, ma talmente ben raccontato che alla fine ci sembra di aver assistito ad una
commedia musicale, si musicale, perché sono proprio i pezzi degli anni settanta che costituiscono la spina
dorsale della pellicola che riesce a darci così tanto in maniera così semplice.
* MORTE A VENEZIA
di VISCONTI LUCHINO, ITA 1971, 2 H
Nel 1910 Gustav von Aschenbach, anziano musicista fisicamente fragile e spiritualmente inquieto, giunge al Lido
di Venezia per una vacanza. Incontra il giovane, bellissimo Tadzio e muore. È, forse, il film più proustiano di L.
Visconti che carica di reminiscenze personali e familiari la sua trasposizione del racconto lungo (1912) di
Thomas Mann. Elegia sulla fine di un mondo con momenti memorabili – quelli dove emerge con una struggente
forza visionaria l'identificazione del regista con il personaggio – in un contesto di alto accademismo decorativo
* MUHAMMAD ALI'
di KLEIN WILLIAM, USA 1974, 98'
In bianconero virato in seppia, la 1ª parte deriva da Cassius le grand (1966), documentario che il fotografo e
regista americano di sinistra W. Klein realizzò dopo la vittoria su Sonny Liston; la 2ª concerne la riconquista del
titolo mondiale che Muhammad Alì effettuò nel 1974 a Kinshasa, battendo George Foreman. Ne esce il ritratto di
un grande campione che è sicuramente un megalomane, ma divertente, lucido, coerente con le proprie idee.
* NICK'S MOVIE - LAMPI SULL'ACQUA
di WENDERS WIM, 1980, 91'
L'8 aprile 1979 il 34enne Wenders fa visita, nella sua casa-laboratorio di Spring Street a New York, al suo
amico-maestro-padre Nicholas Ray (1911-16 giugno 1979), divorato da un tumore e vicino alla morte. Circondato
da parenti e amici, Nick accetta di vivere i suoi ultimi giorni davanti alla cinepresa di Wenders, sapendo che cosa
metterà fine alle riprese, e al film stesso: la propria morte. Film unico nella storia del cinema. Pone molte
domande: dove termina in Ray il bisogno di chiudere la propria vita lavorando (e trovando sé stesso prima di
morire) e dove comincia il suo esibizionismo? In che misura il film è sconvolgente e quanto è osceno? In che
misura Wenders ha sfruttato Ray e quanto è stato da lui sfruttato? “Ma al di là del contratto Wim appare
stordito... si è accorto che sta filmando qualcosa mai filmato prima, quello che Proust nelle sue ultime parole
aveva chiamato l'immense frivolité des mourants” (Bernardo Bertolucci)
* LE NONPERSONE. DOCUMENTI FILMATI DELLA SHOAH
di OLLA ROBERTO, 1999, 55'
* L' OSPITE D'INVERNO
di RICKMANN ALAN, GB 1997, 110'
Da poco vedova, incapace di elaborare il lutto, Frances si rifiuta alla vita e lascia che il figlio sedicenne badi a
tutti e due. Sua madre, la combattiva Elspeth, ha sempre avuto un rapporto conflittuale con lei, ma è decisa a
farla rivivere, riconquistandone affetto e fiducia. È l'asse portante del racconto su cui s'innestano altre tre linee
narrative con personaggi di tre generazioni. Girato d'inverno nell'estuario del Forth (Scozia) col bianco come
nota cromatica dominante, il film intenso e delicato riesce senza fatica a far dimenticare il palcoscenico da cui
proviene
* IL PAZIENTE INGLESE
di MINGHELLA ANTHONY, USA 1996, 162'
Toscana, verso la fine della guerra 1939-45: Hana , infermiera canadese innamorata di un artificiere indiano ,
accudisce un misterioso paziente inglese dal viso sfigurato di cui si rievoca in flashback l'illegittima e tragica
passione per Katharine , incontrata in Egitto, prima della guerra, durante una missione geografico-militare per il
governo britannico
* PHILADELPHIA
di DEMME JONATHAN, USA 1994,
Brillante avvocato di Philadelphia è licenziato per inefficienza e inaffidabilità dal prestigioso studio legale dove
lavora. È una scusa, sostenuta con mezzi ignobili: in realtà hanno scoperto che è omosessuale e malato di Aids.
Sostenuto dall'affettuosa famiglia e dal suo tenero compagno, difeso da un grintoso avvocato nero, fa causa agli
ex datori di lavoro. 1ª produzione di alto costo (25 milioni di dollari) sull'Aids, è una lezione di tolleranza, una
requisitoria sui pregiudizi, un'arringa contro l'ingiustizia affidata a uno straordinario T. Hanks, interprete simpatico
e “leggero”, e a D. Washington, l'avvocato che lo difende, fiero eterosessuale e a disagio con i gay, che a poco
a poco disperde i suoi pregiudizi e le sue paure insieme a quelli dello spettatore
* IL POSTO DELLE FRAGOLE
di BERGMAN INGMAR, 1957,
Un vecchio medico parte in auto con la nuora, carica una coppia di autostoppisti, va a trovare la vecchissima
madre, arriva all'università di Lund dove si festeggia il suo giubileo, il 50o anniversario della sua attività
professionale. Alle vicende del viaggio si alternano sogni, incubi, ricordi che si fanno parabola sulla morte
nascosta dietro le apparenze della vita. “... non avevo capito che V. Sjöström si era preso il mio testo, l'aveva
fatto suo e vi aveva immesso le sue esperienze... Si era impadronito della mia anima nella figura di mio padre e
se ne era appropriato...” (I. Bergman). È, forse, il più alto risultato di Bergman negli anni '50.
* PRIMA DEL BUIO
di REEVE CHRISTOPHER, USA 1997, 59'XX
Dopo anni di lontananzaun malato di aids torna a casa per passare con la famiglia l'ultimo tempo che gli resta
Genitori e sorella dapprima sono in difficoltà, poi imparano ad aiutarlo ed assisterlo
* RAPSODIA IN AGOSTO
di KUROSAWA AKIRA, GIA 1991, 98'
D'estate, in una casa di campagna vicino a Nagasaki, quattro ragazzi passano le vacanze con la nonna,
sopravvissuta all'attacco atomico del 1945. Dalle Hawaii arriva un loro cugino nippo-americano. Piccolo film,
forse, ma non film minore: un po' verboso e didattico, ma di una semplicità così tersa e franca nell'esporre grandi
temi (la strage atomica, la memoria del dolore, il lutto) da non poter essere scambiata per semplicismo. Magici
intervalli descrittivi e, nell'epilogo, un grande momento di cinem
* IL SESTO SENSO
di SHYAMALAN M. NIGHT, USA 1999, 107'
Cole Sear, nove anni, ha una vita fatta di soprassalti, dolori, orrori improvvisi. Possiede infatti una sorta di
"luccicanza" che gli fa vedere gli impiccati giustiziati duecento anni prima in quella che è diventata la sua scuola
e gli fa scorgere una donna con metà della faccia squarciata. I morti gli chiedono giustizia, verità, gli chiedono di
essere liberati da un limbo di infelicità terrena. E lo psicologo, ancora traumatizzato dall'assalto subito un anno
prima da un suo antico paziente che non era riuscito ad aiutare, comincia a credergli.
* IL SETTIMO SIGILLO
di BERGMAN INGMAR, SVE 1956, 94'
In compagnia di uno scettico e pragmatico scudiero, il cavaliere Antonius Blok torna dalle Crociate, tormentato dai
dubbi, si trova in un paese dove imperversano la peste e il fanatismo e incontra la Morte che lo sfida a scacchi.
Una famiglia di saltimbanchi gli fa tornare la fiducia. È, in definitiva, un'allegoria scandinava sull'uomo in cerca di
Dio con la morte come unica certezza. Come negli spettacoli medievali, il tragico convive con il comico
* LA STANZA DEL FIGLIO
di MORETTI GIANNI, ITA 2001, 99'
Giovanni Sermonti, psicanalista, vive in Ancona con la moglie Paola e i due figli liceali, Andrea e Irene. Andrea
muore in un'immersione subacquea. Ciascuno dei tre reagisce a modo suo. Entra in scena, inaspettata, Arianna
che aveva conosciuto Andrea al campeggio e che con un amico va in Francia in autostop. I tre l'accompagnano
in auto fino al confine. Tema centrale: l'elaborazione del lutto. Si dà spazio al padre, il più fragile nel corto circuito
tra l'insensatezza di un dolore insostenibile e il senso che si tenta di dargli per collocarlo nella trama della vita
che continua, per rendere pensabile quel che è impensabile, portandolo alla parola e all'immagine
* LA STRADA PER IL PARADISO
di DONOGHUE MARY, ,
* SUSSURRI E GRIDA
di BERGMAN INGMAR, 1972,
Assistita da due sorelle e una governante, Agnese muore di cancro in una villa alla periferia di Stoccolma.
Sinfonia in rosso maggiore di un Bergman in gran forma espressiva, all'altezza del modello cui s'ispira: il teatro
intimo di August Strindberg. Memorabile riflessione sul dolore e la pietà. Sussurro e grido invocano una cosa
sola che non è la felicità, ma le assomiglia: la pace
* SWEET NOVEMBER
di O' CONNOR PAT, USA 2000, 119'
Nelson è completamente assorbito dal lavoro di pubblicitario: pensa ad ottenere nuovi incarichi, ad essere
lautamente retribuito, a sbaragliare la concorrenza. Costretto a presentarsi all'esame per il rinnovo della patente,
si rivolge a Sara, seduta davanti a lui, che, scoperta a parlare, viene allontanata. La ragazza comincia ad
inseguirlo, a casa e fuori; e infine Nelson si sente proporre l'offerta di andare a stare da lei per il mese di
novembre prossimo a cominciare. Nelson naturalmente rifiuta ma il modo con cui la ragazza motiva questa
proposta lo incuriosisce. Giorni dopo la campagna inventata per un hamburger viene rifiutata, Nelson protesta e
viene licenziato. Quando arriva a casa, vede che la sua ragazza lo sta abbandonando. Mentre tutto gli va male,
l'invito di Sara gli appare come l'unica cosa positiva e accetta. Giorno dopo giorno, Sara gli fa scoprire dimensioni
inedite, un modo nuovo di vedere la vita e le cose. Il mese va avanti, e tra i due nasce un deciso sentimento.
Nelson va ad un colloquio di lavoro, ma alla fine rifiuta e torna da lei, promettendo di voler cambiare tutto. E' felice
Nelson, ma Sara sta male e non può più a lungo nascondere la propria malattia, un linfoma allo stato avanzato.
Dall'ospedale Nelson la riporta a casa, vuole rimanerle vicino, ma lei lo esorta ad andare via: vuole che la ricordi
sorridente e che non la veda morire.
* TURISTA PER CASO
di KASDAN LAWRENCE, USA 1988, 122'
La morte tragica dell'unico figlio induce Sarah (K. Turner) a lasciare il marito Macon (W. Hurt), autore di guide
turistiche che si trasferisce in casa dei suoi fratelli scapoli. Muriel (G. Davis), estroversa istruttrice di cani, fa
breccia nel suo muro d'isolamento. Quando torna la moglie, Macon deve scegliere. Tratto da un romanzo di Ann
Tyler, il 4o film di L. Kasdan bilancia con sagacia dramma e commedia, analisi psicologica e bozzetto, gravità e
leggerezza
* L' ULTIMA LEZIONE
di ROSSI FABIO, ITA 2000, 90'
Si rievoca per frammenti la figura di Federico Caffé (Pescara 1914), economista di fama europea e, attraverso
una storietta d'amore tra due suoi allievi, si fanno ipotesi sul mistero della sua scomparsa, tuttora irrisolto,
quando la notte del 14 aprile 1987 uscì di casa a Roma e svanì nel nulla
* L' ultimo sogno
di Winkler, Irwin, USA 2001, 105
Eccentrico architetto, californiano e cinquantenne, in cattivi rapporti con se stesso e col prossimo, apprende di
avere un tumore incurabile e pochi mesi di vita. Decide di passarli costruendo una casa di sua ideazione a picco
sul Pacifico e costringendo il figlio punk e ribelle ad aiutarlo. Prima di morire, riconquista affetto e stima di tutti, ex
moglie compresa
* VIAGGIO IN INGHILTERRA
di ATTENBOROUGH RICHARD, GB 1993, 131'
Ambientato nel 1952 in un college di Oxford racconta la storia d'amore di Clive Staples Lewis (1898-1963) –
squisito poligrafo che deve la sua fama soprattutto agli studi sul Medioevo e sul Rinascimento – con Joy
Gresham, scrittrice e poetessa americana. Amore che sfocia in un matrimonio celebrato due volte e si conclude
con la prematura morte di lei
* LA VITA E' BELLA
di BENIGNI BRUNO, ITA 1997,
Guido Orefice, toscano montanino ed ebreo, s'innamora sul finire degli anni '30 della maestrina Dora, la corteggia
in modi stravaganti, la sposa. Sei anni dopo – nell'intervallo sono venute le leggi razziali (1938), la guerra e le
deportazioni – Guido con il figlioletto Giosuè parte per il campo di concentramento. Dora, che ebrea non è, li
segue volontariamente. Per proteggere il figlio dall'orrore, Guido gli fa credere che quel che stanno vivendo è un
gioco a premi con un carro armato in palio. 6o film di Benigni regista, è il più ambizioso, difficile e rischioso e il
migliore: 2 film in 1, o meglio un film in 2 parti, nettamente separate per ambientazione, tono, luce e colori –
essenziali i contributi della fotografia – ma complementari: la 1ª spiega e giustifica la 2ª. Una bella storia d'amore,
scritta con Vincenzo Cerami: prima tra un uomo e una donna, poi per un figlio, ma l'una è la continuazione
dell'altra. Il frenetico dinamismo di R. Benigni è felicemente sfogato, la sua torrentizia oralità ora debordante ora
dimezzata. Un'elegante leggerezza distingue G. Durano nel più riuscito dei personaggi di contorno. 5 Nastri
d'argento, 7 nomination agli Oscar e 3 statuette (film straniero, attore per Benigni, musica per Nicola Piovani).
* VIVERE
di KUROSAWA AKIRA, GIA 1952,
Malato di tumore, anziano funzionario giapponese si dedica interamente all'impresa di trasformare una zona
palustre in un campo di giochi per bambini. Quando muore, soltanto le madri dei bambini si ricordano di lui.
Potente affresco di vita giapponese con una struttura narrativa insolita (per l'epoca), permeato di un'angoscia
esistenziale che rimanda a Dostoevskij, indimenticabile ritratto di un uomo solo davanti alla morte, è uno dei
grandi film sulla vecchiaia in cui convivono emozione e rigore, realismo e simbolismo, lirismo e sarcasmo.