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Il cinema racconta ...

INVECCHIARE

 

 

* A SPASSO CON DAISY

di BERESFORD BRUCE, USA 1989, 99 '

Tra il 1953 e i primi anni Settanta, in Georgia, si sviluppa il rapporto tra una vecchia, bizzosa e burbera signora e

il suo autista di colore, rapporto tra padrona riluttante e servitore saggio che si trasforma in un'amicizia solidale.

In filigrana al racconto s'iscrive, con delicatezza, un discorso sul razzismo e sulle minoranze etniche negli USA.

* About Schmidt

di Payne Alexander, 2003,

Warren Schmidt ha 66 anni, è appena entrato in pensione dopo aver prestato lunghi anni di onorato servizio

presso la grande compagnia di assicurazioni "Woodmen". La perdita della moglie a pochi giorni di distanza, lo

spinge a fare il bilancio della propria esistenza. Vorrebbe aver lasciato una traccia, ma dietro sé trova solo giorni

uguali e niente che possa fargli credere di aver fatto la differenza per qualcuno. Decide così di intraprendere un

viaggio verso Denver per raggiungere la figlia, alla vigilia delle nozze con un uomo che Schmidt considera un

vero imbecille. L'esilarante esplorazione dell'America, a bordo del gigantesco camper di 11 metri attraverso i

luoghi dell'infanzia, e gli incontri con personaggi al limite del surreale, sono ritmati dalle lettere che il protagonista

scrive a Ngoudou, il bambino africano di sei anni, da poco adottato a distanza, attraverso le quali si dipana

l'analisi di un passato vuoto ed inutile e di un presente e un futuro nebuloso ma forse ancora da fare.

Schmidt "scorrazza per il viale della memoria" e posa il suo sguardo stupito su luoghi, cose e persone uscendo

finalmente dal torpore e dallo stordimento di una vita senza azione e sensazione.

L'arte del racconto di Payne, che mescola ad una brillante ironia la drammaticità di una vita sprecata, si completa

con la maestria di Nicholson nell'interpretare un uomo che si risveglia alla vita. Uno spaccato della vita americana

di provincia scrutato in tutta la sua tragica sonnolenza e senza alcuna superficialità, da un uomo che pur

trovandosi a passeggiare sul suo personale 'viale del tramonto', sente ancora il desiderio di dare un senso alla

propria vita. Raccontato anche attraverso l'impaccio fisico a metà tra la sonnolenza e il risveglio, Warren Schmidt

è un individuo dal destino spietatamente normale, sublimata dall'interpretazione di Nicholson che lo trasforma in

una icona, mélange di pessimismo e pietà, crudele rappresentazione dell'uomo del XXImo secolo.

Valeria Chiari

* BALENE D'AGOSTO

di ANDERSON LINDSAY, USA 1987, 90 '

Da una commedia di David Berry: da mezzo secolo due anziane sorelle vedove passano l'estate in un cottage

sulla costa del Maine. Ricevono periodiche visite di un'amica estroversa e malignazza, di un vecchio gentiluomo

russo e di un energico idraulico. Con un quartetto d'attori che compendia la storia e la memoria del cinema (il più

giovane è Price, 1911) un film dove la vita scorre piana come in una fotografia sbiadita: non una stecca, non un

eccesso, non un attimo di noia anche se, come si dice, non succede niente.

* BLADE RUNNER

di SCOTT R., USA 1982,

Nella Los Angeles del 2019 ex poliziotto torna in servizio per ritirare dalla circolazione due uomini e due donne

“replicanti”, androidi prodotti di un'ingegneria genetica, così perfetti da risultare indistinguibili dai normali esseri

umani. Ispirato al romanzo Ma gli androidi sognano pecore elettriche? (1968) di Philip K. Dick, è il miglior film di SF

degli anni '80; dopo Metropolis (1926) di F. Lang nessun film, forse, aveva proposto un'immagine così suggestiva

e terribile del futuro come la metropoli multirazziale, modernissima e decadente.

Analisi del film: R. Menarini, Ridley Scott. Blade Runner, Lindau, Torino

* BUENA VISTA SOCIAL CLUB

di WENDERS WIM, USA,FR,CUB 1998,

Nel 1996 il californiano Ry Cooder (1947), chitarrista, compositore e accanito esploratore di musiche popolari,

arrivò a Cuba, per conto della società britannica World Circuit, con il figlio percussionista Joaquim. Con l'aiuto di

Juan de Marcos, vecchio compagno di Fidel Castro nella Sierra Maestra, ritrovò e riunì un gruppetto di musicisti

cubani, popolari negli anni '50 quando si esibivano al Buena Vista Social Club dell'Avana. Incise con loro un disco

dallo stesso titolo che nel 1997 conquistò il pubblico (più di un milione di copie vendute) e un premio Grammy

(Tropical Latin). Quando all'inizio del 1998 Cooder tornò all'Avana per registrare un album da solista con il

cantante Ibrahim Ferrer (1927), lo accompagnò Wenders (1945) con una piccola troupe. Filmò con una

videocamera i vecchi musicisti, ora ribattezzati i Super-Abuelos (supernonni), nelle sale d'incisione degli studi

Egrem e per le vie dell'Avana, ad Amsterdam dove tennero due concerti e a New York dove suonarono al

Carnegie Hall. “La musica è per me una caccia al tesoro. Scavi e talvolta trovi qualcosa. A Cuba la musica

scorre come un fiume. Si prende cura di te e ti rigenera dentro” (Ry Cooder). Commento di Wenders: “Voglio fare

un film che scorra su questo fiume. Senza interferire, soltanto trasportato dalla corrente”. L'ha fatto: senza far

sentire la macchina da presa, con una leggerezza che i suoi ultimi film di fiction non possiedono. Si assiste così

al recupero di vecchi ritmi non più di moda fuori da Cuba

* LA CASA DEL SORRISO

di FERRERI MARCO, ITA 1991, 100'

Passione amorosa tra due ospiti di una casa di riposo per anziani (un'ex segretaria d'albergo e un ex professore

di musica coniugato). Un po' per divertirsi, un po' per spegnere i suoi ardori, gli inservienti le sottraggono la

dentiera con conseguenze tragicomiche. Il miglior film di M. Ferreri (1928) dopo il 1980, divertente e commovente,

lucido e provocatorio, dominato dal senso della vita come gioco in cui mostra come, nonostante tutto, la

vecchiaia possa essere un'età libera: dai condizionamenti, dalle gerarchie, dalle convenzioni.

* LE CHAT - L'IMPLACABILE UOMO DI SAINT-GERMAIN

di GRANIER DEFERRE, FRA 1972, 86'

Una coppia di coniugi anziani vive in un quartiere di Saint-Germain. Un tempo si erano molto amati, oggi si odiano

e non si parlano mai. Lui raccoglie un gatto abbandonato, lei lo elimina. Ma le loro due vite sono indissolubilmente

unite. In un faccia a faccia patetico ad armi uguali, J. Gabin e S. Signoret danno il meglio di sé stessi. È un film da

vedere: una riflessione sul mondo di Georges Simenon e sul realismo poetico degli anni '30.

* COMPAGNA DI VIAGGIO

di DEL MONTE, , 108'

Ventenne romana, irrequieta e disinibita, che campa di lavori precari e casuali, accetta di sorvegliare per conto

della famiglia un pensionato svampito. Quando l'anziano professore sale su un treno e parte per il Nord, lo segue

di nascosto. Inevitabilmente s'incontrano.

* COSI' E' LA VITA

di EDWARDS BLAKE, USA 1986, 98'

Alla vigilia della festa per il 60o compleanno di Harvey, architetto di successo ma insoddisfatto, ipocondriaco e

nevrotico, sua moglie Gillian, nota cantante e architrave della famiglia, si sottopone a un esame: tumore benigno

o maligno? Elegante, garbato, ben dosato nel ritmo, qua e là graffiante, è un film di famiglia (ci lavora la moglie del

regista, una figlia, il figlio di J. Lemmon e la casa in cui si svolge l'azione è quella della coppia B. Edwards-J.

Andrews), la cui peculiarità è proprio l'autobiografismo.

* DAD - PAPA'

di GOLDBERG GARY DAVID, USA 1989, 117'

Da un romanzo di William Wharton. Dopo una lunga assenza, un giovane e rampante uomo d'affari torna dai suoi

perché la mamma non sta bene e il papà sta per morire. Se ne prende cura: non sono mai stati così vicini.

Melodramma strappalacrime come tanti, ma con Lemmon amato mattatore.

* DADDY NOSTALGIE

di TAVERNIER BERTRAND, 1990, 105'

Da Parigi una giovane donna va a stare qualche giorno a casa dei suoi, in una cittadina della Costa Azzurra, per

essere vicina al padre, reduce da un intervento chirurgico. Scritto dalla ex moglie del regista Colo O'Hagan,

questo piccolo film intimista, quasi per sfida girato sul largo formato del Cinemascope, è costruito come un

quadro impressionista attraverso una serie di macchie di colore e di particolari infallibili, fatto di parole che si

dovevano dire e non furono dette, silenzi ora complici ora ottusi, slanci frenati, pudori, gesti maldestri, sguardi

perduti, e di momenti in cui la vita assomiglia alla vita. Impossibile stabilire, nella grazia malinconica di questa

cronaca struggente sul tempo che passa, se sia un film d'attori (ammirevoli) o di regia, se appartenga a chi l'ha

scritto più che a chi l'ha diretto. Si possono raccontare al cinema giorni di felicità? Sì, se significa pace con un

po' di amore.

* DEMONI E DEI

di CONDON BILL, USA 1998, 105'

Le ultime settimane della vita del regista inglese James Whale (1886-1957) che, pur avendo diretto a Hollywood

20 film tra il 1930 e il 1941, è noto soltanto per i suoi 4 titoli fantastici: i primi 2 Frankenstein sonori (1931 e 1935),

L'uomo invisibile (1933) e The Old Dark House (1931), inedito in Italia. Fu trovato annegato il 29-5-1957 nella

piscina della sua villa di Los Angeles.Il film si concentra - tra molti flashback di memoria - sul rapporto (inventato)

tra il vecchio, disilluso e malato regista e il suo giardiniere Clayton Boone atletico ex marine, ingenuo ma tutt'altro

che stupido. Poco di erotico in questo rapporto: s'insinua l'ipotesi (romanzesca) che Whale voglia soltanto

provocarne la schietta eterosessualità per farsi uccidere da lui. Il titolo originale deriva da una battuta del barone

scienziato di La moglie di Frankenstein (più volte citato) dove brinda a “un nuovo mondo di dei e mostri”.

* DOLLS - MARIONETTE

di KITANO TAKESHI, GIA 2002,

Tre storie tragiche di amore e di abbandono: a) due giovani amanti per sempre legati da una corda rossa; b)

malinconico tramonto di un vecchio yakuza (mafioso giapponese); c) il devoto fan di una famosa pop-star si

acceca quando il suo idolo rimane sfregiato al volto in un incidente d'auto. Ispirato alle marionette del teatro

Bunraku.

* E' STATA VIA

di HALL P'ETER, GB 1988, 105'

Dopo sessant'anni in un ospedale psichiatrico, una vecchia viene affidata a un ricco nipote e alla sua riluttante

moglie. Tra le due donne, però, nasce un'amicizia solidale che è anche il riconoscimento di una diversità, di un

anticonformismo ribelle. La sempre verde Ashcroft vinse a Venezia la coppa Volpi per l'interpretazione

femminile. P. Hall, regista un po' inamidato e accademico, è stato soccorso dal copione di Poliakoff che ha saputo

combinare capacità d'indignazione, lucidità di scelta dei bersagli e destrezza nel colpirli sotto il segno di un'ironia

mordace e leggera.

* EL COCHECITO. LA CARROZZELLA

di FERRERI MARCO, SPA 1959, 80'

Per godere della compagnia degli amici superstiti, tutti paralitici, l'ottantenne don Anselmo chiede ai familiari una

carrozzella a motore. Gliela negano, lui li avvelena. 3o e ultimo film spagnolo di M. Ferreri. Apologo crudele e

grottesco sulla vecchiaia e l'ipocrisia dei rapporti familiari borghesi. È anche un ritratto impietoso della Spagna

franchista.

* HARRY & TONTO

di MAKURSKY PAUL, USA 1974, 111'

Sloggiato dal suo appartamento di Manhattan, insegnante settantenne si mette in viaggio prima per Chicago, poi

verso la California in compagnia del suo gatto rosso Tonto. Visite, incontri, disavventure.

* IN COMPAGNIA DI SIGNORE PERBENE

di SCOTT CYNTHIA, CAN 1991, 124

Un guasto a un pulmino costringe l'autista, una giovane nera, e sette anziane signore in gita a cercare rifugio in

una casa abbandonata nella campagna del Quebec. Non hanno viveri di scorta, la casa è scomoda, le persone

sono estranee tra di loro. Eppure passano alcuni giorni in allegria serena, imparando a conoscersi, a

comunicare, a (ri)vivere. Questo piccolo racconto eccentrico, esordio nella fiction della documentarista C. Scott

(1939), è una deliziosa chicca canadese. Tolta la trentenne M. Sweeney, cantante di gospel, le sette donne non

erano mai comparse davanti a una cinepresa e interpretano sé stesse: la più giovane ha 69 anni, la più vecchia

quasi 90. Film senza uomini da cui s'irradia un'incantevole “petite musique”. Non succede nulla, ma vi passa il

soffio della vita. Non vuole dimostrare nulla e dice molto.

* MADADAYO IL COMPLEANNO

di KUROSAWA AKIRA, GIA 1993, 142'

Ispirato alla figura del professore di tedesco e scrittore Hyakken Uchida (1889-1971) e scandita l'azione in

quattro momenti (1943-1945-1948 e il 77o compleanno), ha due temi centrali: la vecchiaia e quel rapporto quasi

mistico tra maestro e discepolo che era fino a poco tempo fa profondamente radicato nella cultura giapponese.

A. Kurosawa li svolge nelle cadenze di una commedia ottimistica e nei toni di un racconto minimalista dove gli

eventi storici sono esclusi e le trasformazioni sociali appena indicate. Il titolo significa “non ancor”, la risposta

che il protagonista dà alla domanda scaramantica degli allievi se sia pronto ad andarsene. Si piange, si beve, si

canta spesso. Stile frontale, cinepresa quasi immobile.

* NOSTOS IL RITORNO

di PIAVOLI F., ITA 1989,

Poema audiovisivo sul ritorno a casa per mare di un ulisside con una vicenda ridotta ai minimi termini e pochi

dialoghi. Enigmatico, impervio, affascinante, con una straordinaria colonna sonora. Dopo Il pianeta azzurro

(1982), poema sulla terra, questo outsider lombardo (1933) del cinema italiano ha fatto un poema sul mare.

Troppo astratto, estatico, atteggiato per lo spettatore comune, ma non per chi è abbastanza aperto e sensibile

per riceverlo in sé, per riuscire a immergersi nel suo flusso di immagini e suoni

* L' OSPITE D'INVERNO

di RICKMANN ALAN, GB 1997, 110'

Da poco vedova, incapace di elaborare il lutto, Frances si rifiuta alla vita e lascia che il figlio sedicenne badi a

tutti e due. Sua madre, la combattiva Elspeth, ha sempre avuto un rapporto conflittuale con lei, ma è decisa a

farla rivivere, riconquistandone affetto e fiducia. È l'asse portante del racconto su cui s'innestano altre tre linee

narrative con personaggi di tre generazioni. Girato d'inverno nell'estuario del Forth (Scozia) col bianco come

nota cromatica dominante, il film intenso e delicato riesce senza fatica a far dimenticare il palcoscenico da cui

proviene

* POMODORI VERDI FRITTI

di AVNER J., 1991, 2 H

Evelyn (K. Bates), adiposa e depressa donna di mezza età, incontra in una casa di riposo per anziani la vivace

ottantenne Ninny (J. Tandy) che le racconta la storia dell'amicizia tra la fiera Idgy (M. Stuart Masterson) e la

dolce Ruth (M.-L. Parker) e le drammatiche peripezie che le portarono a gestire insieme il Whistle Stop Café alla

fermata di un treno che non c'è più, dove si poteva gustare la specialità locale (i pomodori del titolo). Stimolata dai

racconti, Evelyn cambia vita e si porta a casa la vecchia amica

* I PONTI DI MADISON COUNTY

di EASTWOOD CLINT, USA 1995, 135'

* IL POSTO DELLE FRAGOLE

di BERGMAN INGMAR, 1957,

Un vecchio medico parte in auto con la nuora, carica una coppia di autostoppisti, va a trovare la vecchissima

madre, arriva all'università di Lund dove si festeggia il suo giubileo, il 50o anniversario della sua attività

professionale. Alle vicende del viaggio si alternano sogni, incubi, ricordi che si fanno parabola sulla morte

nascosta dietro le apparenze della vita. “... non avevo capito che V. Sjöström si era preso il mio testo, l'aveva

fatto suo e vi aveva immesso le sue esperienze... Si era impadronito della mia anima nella figura di mio padre e

se ne era appropriato...” (I. Bergman). È, forse, il più alto risultato di Bergman negli anni '50.

* RACCONTO CRUDELE DELLA GIOVINEZZA

di OSHIMA N., GIA 1960,

Studente universitario di Osaka seduce una ragazza, ne diventa l'amante, la induce all'adescamento di anziani

danarosi per intervenire al momento giusto, ricattandoli. Epilogo tragico.

* RITORNO A CASA

di de Oliveira Manoel, PORT-FRA 2001, 90'

Gilbert Valence, attore teatrale, viene raggiunto dalla notizia della morte della moglie, della figlia e del genero,

dietro le quinte del palcoscenico, poco dopo aver recitato Ionesco.

E' un uomo solo, anziano: gli resta il giovane nipote e la consapevolezza di essere un attore. Novantatré anni

compiuti e, dal 1990 ad oggi, una media di un film ogni 12 mesi, de Oliveira è uno di quei registi per cui Cannes e

Venezia fanno la guerra, contendendoselo ad ogni edizione.

Il più importante autore portoghese di sempre, con Ritorno a casa, si abbandona ad un racconto essenziale e

morbido, che ha la leggerezza e la lievità come motori principali. In contrapposizione al tema centrale: quello

doloroso della perdita delle persone care, raccontata anche da Moretti e Ozpetek, con altro stile e scelte di tono.

Sussurrato

* SCOPRENDO FORRESTER (FINDING FORRESTER)

di VAN SANT GUS, USA 2000, 131'

L'anziano William Forrester vive "isolato" dal resto del mondo. Quaranta anni prima vinse il premio Pulitzer col suo

unico romanzo, che ora sembra solo uno sbiadito ricordo.

Un giovane studente di colore, però, che a sua volta sogna di diventare scrittore, irrompe nella sua vita,

s'intrufola nella sua casa, lasciando un quaderno con i suoi scritti e gli diventa amico. E il vecchio leone torna a

ruggire.

Questo incontro finirà per modificare il corso dell'esistenza di entrambi.

Prodotto da Sean Connery, ecco un altro romanzo di formazione firmato Gus Van Sant, dopo Will Hunting - Genio

ribelle. Dietro le scelte di vita dello scrittore protagonista, si intravedono quelle del grande Salinger.

* UNA STORIA VERA

di LYNCH DAVID, USA 1999, 105'

Per visitare il fratello infartuato Lyle con cui non parla da dieci anni per una lite, nell'autunno 1994 il 73enne Alvin

Straight – che cammina con due bastoni e non ha patente – parte su un piccolo trattore con rimorchio da

Laurens (Iowa) per Mount Zion (Wisconsin), distante 317 miglia (circa 500 km) e li percorre in sei settimane. È

un road-movie che ha tutto per essere fuori moda: lentezza (10-15 km all'ora), malinconia della vecchiaia,

scrittura di classica semplicità, personaggi positivi, ritmo disteso senza eventi drammatici. Pur ribaltando la

propria prospettiva, Lynch non altera il suo inconfondibile stile: lascia allo spettatore il tempo di pensare,

commuoversi, immergersi nei colori del paesaggio, guardare un temporale e il cielo stellato.

* LA STRADA VERSO CASA

di YIMOU ZHANG, CINA 2000, 100'

Luo Yusheng è un uomo d'affari che deve far ritorno nel suo villaggio natale per il funerale del padre, il maestro

del villaggio. Sua madre insiste affinché vengano mantenute le antiche tradizioni per la cerimonia funebre

nonostante i tempi siano cambiati, e nel frattempo Yusheng ripensa ai racconti che ha sentito da ragazzo sul

fidanzamento dei genitori, coinciso con l'arrivo di suo padre Luo Changyu per svolgere la professione di

maestro e subito innamoratosi della bella Zhao Di . Ma i due vennero separati quando Changyu venne richiamato

in città e i due rimasero lontani per due anni salvo poi ricongiungersi e sposarsi felicemente.

Ora Yusheng per rispettare il desiderio della madre si offre di pagare qualcuno per portare a piedi la bara

dall'ospedale al luogo in cui suo padre sarà sepolto. Ma il giorno del funerale si presentano un centinaio di ex

alunni che si rifiutano di essere pagati; per questo Yusheng onora simbolicamente il più grande desiderio del

padre e prima di tornare in città decide di insegnare per un giorno nella scuola del villaggio.

Dopo i successi ottenuti con "Lanterne rosse", "La storia di Qiu Ju" e "Non uno di meno" vincitore del leone d'oro

nel '99 a Venezia, ritorna il regista cinese Zhang Yimou con "La strada verso casa", film sull'amore tra i membri

della famiglia e sull'importanza che riveste l'istruzione, premiato con l'orso d'argento all'ultimo festival di Berlino.

Ancora una volta il suo film va controcorrente rispetto all'attuale cinema cinese (che tende verso prodotti più

commerciali) e contro le leggi di mercato. Quello che Yimou vuole mostrare sono i pensieri e i sogni della gente

comune in un periodo in cui la Cina si sta trasformando sull'onda di enormi sconvolgimenti e in cui il mercato

preme per avere determinati prodotti; e questo attaccamento alle migliori tradizioni del cinema cinese, all'utilizzo di

attori non professionisti, ha fatto in modo che Yimou sia uno dei registi più apprezzati non solo nel suo paese

ma in tutto il mondo.

* TARDA PRIMAVERA

di OZU YASUJIRO, GIA 1949, 108'

Consapevole che sua figlia (S. Hara) sta diventando una zitella, un vedovo (C. Ryu) la esorta a sposarsi, ma,

contenta di vivere con il padre e di prendersi cura di lui – sa che sarebbe perduto senza una donna in casa – la

ragazza è riluttante finché, per convincerla, il padre le comunica di essere in procinto di riprendere moglie. Dopo

un ultimo viaggio insieme a Kyoto, la figlia si spos

* TOTO LE HEROS

di DORMAEL JACO, BEL 1991, 90 M

Convinto di essere stato scambiato nella culla con un altro bambino, quindi di essere cresciuto in una famiglia

non sua e di aver vissuto la vita di un altro, Thomas – chiamato con il vezzeggiativo di Toto – ospite nel 2027 di

una casa di riposo, fantastica di uccidere colui che gli ha rubato la vita, Alfred, ricco e potente. Opera prima del

belga J. Van Dormael (1957), il film è narrato con una serie di sconnessioni temporali, secondo il libero flusso dei

ricordi e delle associazioni mentali di Thomas. È una storia sotto il segno della morte, ma sorvegliata dagli angeli

custodi di un'allegra ironia e di un bizzarro umorismo, molto fiammingo anche nei suoi estri surreali, che le

conferiscono un indubbio fascino e l'hanno reso uno dei film più premiati, ammirati e un po' sopravvalutati del

1991.

* UMBERTO D.

di DE SICA VITTORIO, ITA 1952, 89'

Un mite, silenzioso pensionato, ridotto a non essere più (economicamente) in grado di sopravvivere, rifiuta la

tentazione del suicidio per non abbandonare il proprio cane. Uno dei capolavori del cinema neorealista, e il suo

canto del cigno. Frutto maturo del sodalizio tra Zavattini e De Sica

* IL VECCHIO E IL MARE

di STURGES JOHN, USA 1958, 86'

Vecchio e indomito pescatore del Golfo del Messico sogna da una vita di pescare un grande pesce spada. Lo

trova e la lotta dura tre giorni. Nel viaggio di ritorno voraci pescecani gli spolpano la preda. Diligente

trasposizione di un famoso e sopravvalutato racconto (1952) di E. Hemingway la cui retorica allegoria stride. Il

bravo Tracy e la bella fotografia (4 operatori tra cui Y. Wong Howe e F. Crosby) non bastano. Oscar per le

musiche di Dimitri Tiomkin.

* VERSO SERA

di ARCHIBUGI F., ITA 1990, 1H 35

Un anziano vedovo, docente di letteratura russa e liberalcomunista amendoliano, si vede scaricare in casa

Pàpere, nipotina di quattro anni, nata da un immaturo accoppiamento tra il suo scompaginato figlio Oliviero e

Stella, una compagna che sta inseguendo i sogni generosi e le rabbiose utopie della contestazione giovanile nel

1977. Il 2o film di F. Archibugi (e il 122o di Mastroianni) parla di politica attraverso i sentimenti e analizza il

conflitto tra due generazioni con grazia, tenerezza, lucidità critica

* VIAGGIO A TOKYO

di OZU YASUJIRO, GIA 1953, 136'

Analisi del film: D. Tomasi, Ozu Yasujiro, Viaggio a Tokio, Lindau, Torino

* IL VIALE DEL TRAMONTO

di WILDER BILLY, USA 1950, 105'

Un giovane e disoccupato sceneggiatore di Hollywood va a vivere con una ricca e anziana attrice, già star del

cinema muto, prigioniera delirante del suo passato, facendosi da lei mantenere. Il più caustico e sardonico film

nero sul mondo di Hollywood. Melodramma amarissimo con risvolti da horror e sottofondi da commedia. Alcune

memorabili scene tra cui la partita a carte con B. Keaton. Sapiente regia: una pietra miliare nell'itinerario di Wilder.

Splendide interpretazioni